"È più attraverso le nostre opere che diffondiamo delle idee che non attraverso noi stessi" sosteneva Franco Albini. Per lui la professione era vissuta come una missione sociale, credeva che le persone potessero cambiare il mondo se il loro operato si fosse fondato su 3 fattori: la consapevolezza del talento e della missione personale, la capacità di leggere i bisogni del sociale e della committenza in generale e la volontà di collaborare per impattare positivamente sul futuro. 

Nonostante la fama sia legata principalmente ai suoi progetti, Franco Albini ha lasciato un'eredità di pensiero che, riletta anche a distanza di anni, si mostra profondamente al passo con i tempi.

La sua progettazione era, infatti, basata su un metodo ben preciso, suddiviso nei passaggi di scomposizione • ricerca dell'essenza • ricomposizione • verifica • responsabilità.

"Alla base dell'architettura" - scriveva - "vi è sempre un problema morale: alla base del nostro mestiere non ci sono che doveri. Dalla presa di coscienza dei problemi, e soltanto da qui, l'architetto potrà trarre le forme che aderiranno ai modi di vita della sua società. Dalla presa di coscienza di problemi egli trarrà l'invenzione di nuove forme, che genereranno nuovi modi di vivere".

Proprio da questi principi, dalla volontà di proiettare nel domani le necessità dell'oggi e grazie all'azione condivisa tra la Fondazione Franco Albini, la sua Academy e lo studio Albini Associati (autore del progetto architettonico), è nata CASA ALBINI, un "contenitore" di attività, incontri e idee situato nella spettacolare cornice della Sardegna del nord, in Gallura, con il mare di fronte e la fitta vegetazione mediterranea tutt'intorno.

Negli anni Franco Albini non ebbe relazioni con l'isola, ma la sua attenzione verso l'ambiente e la sostenibilità l'avrebbero, con buona probabilità, portato a scegliere ugualmente questo luogo e ad abbracciare con entusiasmo l'intero progetto, nato proprio con l'obiettivo di coltivare il talento e valorizzarlo con fini sociali.

Proprio come in un museo, il rimando al grande maestro si manifesta in ogni angolo della casa, costellata da alcuni degli oggetti più celebri da lui progettati e realizzati: dalle varie sperimentazioni di sedute che portarono all'elaborazione della celebre Luisa, Compasso d'Oro nel 1955, alla libreria LB10 e fino alla Radio in Cristallo del 1938, rieditata da Cassina. E poi le lampade di Nemo Lighting che illuminano la casa e il Tavolo Badano (1954) di Codiceicona, le sedute di Sika Design e quelle di Bonacina, fino alla Scrivania Albini (1958) per Knoll, la Poltrona Fiorenza (1952) per Arflex e il Divano T33 (1933) per Officina della Scala, così come il Vaso V40.

Cos'è quindi Casa Albini? Dal progetto architettonico alla sua mission

"Sono proprio i vuoti che occorre costruire, essendo aria e luce i materiali di costruzione" -  sosteneva Albini, parole che sembrano risuonare nell'intero progetto, dove la natura incontaminata, l'azzurro del mare sullo sfondo e la roccia granitica dominano l'area.

Nel pieno rispetto del contesto ospitante, caratterizzato da edifici rurali di piccole dimensioni sparse nella campagna, il concept di Casa Albini trae ispirazione al tipico stazzo gallurese, in sardo "su stazzu", parola originata dal latino "statio", che identifica un luogo di sosta.

La forma semplice, su un solo livello, è reinterpretata dallo studio Albini Associati in chiave contemporanea, adattandola alle nuove funzioni a cui la casa dovrà assolvere, quelle di spazi inclusivi aperti alla multidisciplinarietà e alle contaminazioni dell'architettura, del design e delle arti più in generale, tra musica, teatro e meditazione.

Con l'aggiunta di un patio e di tutti i comfort dell'abitare contemporaneo, Casa Albini si appresta così ad ospitare eventi, laboratori, occasioni di confronto tra chi, per periodi più o meno lunghi, la abiterà.

Sarà, quindi, da un lato una casa museo, con i pezzi di design di Franco Albini e Franca Helg rieditati da Cassina, Knoll, Nemo Lighting, Arflex, Sikadesign, Bonacina, Exteta, Codice Icona e Officina della Scala; dall'altro un incubatore di attività interdisciplinari volte all'innovazione, uno spazio per mettere in luce il talento dei giovani e un luogo di network e contaminazione.

Quest'anno prenderà il via il primo progetto all'interno di Casa Albini che coinvolgerà vari attori sia interni che esterni al territorio. Vi sveleremo tutto nelle prossime settimane!

foto courtesy: © Paola Albini

I DIARI DI BORDO DI CASA ALBINI
Con pillole video di pochi minuti, realizzati da Giorgia Ponti e Paola Albini in collaborazione con Arianna Mongardi, andiamo alla scoperta del progetto e di alcune icone del design elaborate dal pensiero di Franco Albini.
Tutti i video qui → fondazionefrancoalbini.com

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