Finora, Antoine, Chiara, Maria e Alvaro hanno visitato 17 città, per un totale di oltre 25 edifici, di cui 12 a firma dello studio Piano. Un itinerario serratissimo, un viaggio alla scoperta di alcuni dei migliori esempi di architettura moderna e contemporanea del pianeta.

Ripercorriamo insieme i loro spostamenti fin qui.

Parigi | Maria, Antoine, Chiara e Alvaro nella sede di RPBW © Fondazione Renzo Piano

PARIGI giorno 1- 2

Oh, la ville lumière! Quale migliore inizio!

Nella capitale francese, Maria, Antoine, Chiara e Alvaro sono stati accolti tra i plastici e i progetti della sede parigina del Renzo Piano Building Workshop: il viaggio, del resto, non può prendere inizio se non così.

Focus dell'incontro? Il tema dei dettagli in architettura. "Nella sede di RPBW Parigi, abbiamo approfondito un aspetto importante del design: un progetto nasce dallo studio delle specificità del luogo, dal punto di vista dei costumi e delle questioni formali. Il dettaglio è necessario, non solo nella fase esecutiva di un progetto, ma anche nella fase di conoscenza della realtà in cui il progetto prende vita."

Diretti prima alle Folies Bergere e al Centre d'animation Les Halles-Le Marais, i ragazzi sono poi andati alla scoperta di quell'enorme dispositivo scenico a scala urbana che è il Centre Pompidou, che ancora oggi, nonostante i 46 anni di età (lo realizzarono nel 1977 proprio Renzo Piano, Richard Rogers e Gianfranco Franchini vincendo un concorso) resta tra gli spazi museali più innovativi e visitati al mondo. Qui di certo i dettagli tecnici da osservare non mancano.

Parigi | Sketch Centre Pompidou © Fondazione Renzo Piano 

Il nuovo giorno a Parigi inizia con la visita al cantiere del Palace Pathé, con l'architetto partner Antoine Chaaya e l'architetto Federico Hegel del team RPBW. "Quando si entra in un cantiere non si sa mai cosa aspettarsi. Quello che abbiamo vissuto oggi è la nascita di un progetto pensato e dettagliato all'estremo. Anche con tutte le forniture di materiale e le impalcature in giro, la qualità degli spazi era riconoscibile in ogni angolo. La chiarezza spaziale e programmatica è un fattore che spicca in questa costruzione." Un ex teatro in cui verranno lasciate intatte le facciate storiche, un progetto di trasformazione complesso - che sarà consegnato entro giugno 2024, poco prima dei giochi olimpici - che ha dovuto affrontare il post covid: sempre meno persone vanno al cinema. Il team di RPBW si è quindi concentrato sulle funzioni extra, sviluppando sofisticati sistemi acustici, controsoffitti, isolamento degli ambienti e comfort dei sedili per offrire un'esperienza all'avanguardia.

Parigi | Cantiere del Palace Pathé © Fondazione Renzo Piano 

Dal Palace Pathé alla Fondation Pathé "un piccolo UFO annidato dietro la classica facciata di un ex teatro nel sud di Parigi". Archivio e luogo espositivo del gruppo Pathé, importante casa di produzione cinematografica, la fondazione (simile ad un armadillo) curva e piega le sue forme metalliche in una complessa struttura che, elevandosi fino ai livelli superiori, offre ampi spazi di lavoro sotto un tetto di vetro.

Parigi | Fondazione Pathé © Fondazione Renzo Piano 

SVIZZERA giorno 3-4-5-6

Il soggiorno elvetico inizia partendo da un'opera che intreccia profondamente architettura e ingegneria.

Il progetto del CERN, a Ginevra, di RPBW, è infatti concepito come una macchina abitabile, in cui non si tratta di generare un formalismo che ne esalti l'estetica, ma rendere possibili le esigenze tecniche che esso richiede."L'edificio è come un satellite, con un ponte di 200 metri, approdato in un bosco costruito di 440 alberi appena piantati."

Berna | CERN Science Gateway Building - RPBW © Fondazione Renzo Piano 

A Losanna, Antoine, Chiara, Maria e Alvaro hanno invece visitato tre progetti più "art-oriented": il Rolex Centre di Sanaa e i musei di Barozzi Veiga e Aires Mateus. Così come a Berna, con il Paul Klee Zentrum "progetto capace di essere ben integrato nel paesaggio e allo stesso tempo distinguersi nel suo contesto: un punto di riferimento forte con una silhouette distinta, che si fonde con la topografia" e a Basilea, con la Fondazione Beyeler "un volume rigoroso ma allo stesso tempo perfettamente inserito nel contesto" edifici museali entrambi a firma di RPBW.

È invece di Christ & Gantenbein, l'ampliamento dell'edificio storico classicista del Kunstmuseum Basel, che ospita la collezione d'arte municipale più antica d'Europa.

Losanna | Museo Cantonale di Belle Arti di Barozzi Veiga © Fondazione Renzo Piano 

Berna | Paul Klee Zentrum, Alvaro e Maria © Fondazione Renzo Piano 

E poi si arriva al Vitra Design Campus di Weil am Rhein, al confine con la Germania. Un ensamble di padiglioni e piccoli edifici realizzati nel corso di oltre 50 anni dalle migliori firme dell'architettura contemporanea: Buckminster Fuller, Renzo Piano, Zaha Hadid, Jean Prouvé, Tsuyoshi Tane, Alvaro Siza, Kazuo Shinohara, Herzog & de Meuron, Frank Ghery, Sanaa, Tadao Ando.

Weil am Rhein | Vitra Campus di Frank Gehry © Fondazione Renzo Piano 

I giorni 7 e 8 tappa a Ronchamp, alla chiesa di Notre-Dame du Haut, realizzata da Le Corbusier nel 1955 "Ronchamp ci è apparsa nel suo silenzio contemplativo, una piccola geometria tra le colline, volumi puri accarezzati dal sole della sera."

Un'architettura-scultura insieme brutalista, espressionista e cubista dove convergono influenze mediterranee, Mirò, Picasso "Ronchamp è una cappella cupa e austera. Il gesso cattura la luce e la fa vibrare come in una grotta. L'uso del cemento e del colore ne fanno un'opera davvero straordinaria, un sistema unico di significati e simboli."

Ronchamp | Chiesa di Notre-Dame du Haut, realizzata da Le Corbusier © Fondazione Renzo Piano 

Ronchamp | Chiesa di Notre-Dame du Haut, realizzata da Le Corbusier © Fondazione Renzo Piano 

Immancabile anche la visita al monastero e alla foresteria limitrofi "Costruire accanto a un icona è una sfida. Renzo Piano è riuscito a creare questo progetto come parte della topografia collinare, un progetto che si preoccupa di guardare il paesaggio che lo circonda, cemento, acciaio, colore e luce che si fondono nel sito."

Ronchamp | Foresteria RPBW © Fondazione Renzo Piano 

NORVEGIA giorno 9

Benvenuti nella capitale norvegese: qui Maria gioca in casa, e le cose da vedere di certo non mancano.

Qualche esempio? L'Opera House, di Snøhetta, un iceberg incagliato nel porto, un'architettura tettonica, massiva. Il Museo Munch, appena riaperto a cura di Studio Herreros, il Museo Nazionale Klaus Schuwerk (Kleihues + Schuwerk) e la Biblioteca Deichman di Lund Hagem + Atelier Oslo.

Senza dimenticarsi dell'Astrup Fearnley Museum, di RPBW, "un grande tetto a doppia cromatura che tende verso il mare e collega i tre diversi volumi del museo, in cui gli elementi verticali strutturali e il tetto in vetro hanno entrambi l'ispirazione di una vela e di un albero."

Oslo | Opera House di Snøhetta © Fondazione Renzo Piano

Oslo | Astrup Fearnley Museum of Modern Art di RPBW © Fondazione Renzo Piano

Oslo | Astrup Fearnley Museum of Modern Art di RPBW © Fondazione Renzo Piano

GRECIA giorno 10-11

Lo sbalzo termico tra il fresco clima scandinavo e il caldo torrido del Mediterraneo, si fa sentire, arrivando in Grecia, dove Antoine, Chiara, Maria e Alvaro hanno visitato, ad Atene, prima la Fondazione Stavros Niarchos, accompagnati da Stella Anastashiou e Eleni Tzanou, e poi il Museo dell'Acropoli di Tschumi (oltre a tutto il sito antico circostante). Il primo, un centro culturale firmato RPBW, è "un edificio che genera città, estendendone le qualità, continuando l'impianto urbano e creando un grande parco urbano che avvolge l'intero complesso. Un edificio in pendenza, con un grande tetto capace di generare una nuova collina".

Atene | Stavros Niarchos Foundation Cultural Center - RPBW © Fondazione Renzo Piano 

Atene | Stavros Niarchos Foundation Cultural Center - RPBW © Fondazione Renzo Piano 

SPAGNA giorno 13-14

L'ultimo pit stop sul suolo europeo i quattro lo fanno in Spagna, da dove poi prenderanno un volo diretti negli Stati Uniti per il secondo blocco continentale. Ed è così che ai loro occhi si presenta l'iridescente Guggenheim, una volta arrivati a Bilbao, una "scomposizione scultorea di forme che diventa un punto fermo sulla passeggiata lungo il fiume. L'interno sembra tradire l'esterno: uno spazio espositivo molto chiaro, al contrario di uno esterni più complessi che sia." Inaugurato nel 1997, il museo di Gehry ha segnato - esattamente come il Beaubourg a suo tempo, 20 anni prima - un cambio radicale di rotta nell'architettura museale, strumento potente di riattivazione.

Lo spazio culturale pubblico realizzato da Philippe Starck, invece, l'Azkuna Zentroa, ha catturato il loro interesse per "la sua forma senza compromessi e le scale contrastanti. Un luogo dove sperimentare la cultura come pratica, vedere l'arte o persino fare una nuotata sul tetto".

Ma non si può partire per gli Stati Uniti senza aver visto, a Santander, il Centro Botín (tra l'altro partner di quest'avventura) di RPBW e luis vidal + architects, a cui si accede passeggiando nel Parque de Pereda attraverso un asse alberato dal quale si intravedono una serie di passerelle che incorniciano il mare. Sono le passerelle che collegano i due volumi del Centro, uno con funzione didattica e l'altro con funzione artistica, rialzati da terra in modo da creare uno spazio pubblico sottostante. "I due volumi avvolgono quelli provenienti dal parco, con i loro angoli arrotondati, la loro configurazione aperta, permeabile, inclusiva. Gli scorci, la scala dell'edificio - da quella monumentale a quella corporea - così come questa pelle fatta di dischi ceramici, ne fanno un luogo molto vivo per la città."

Santander (Spagna) | Centro Botín © Fondazione Renzo Piano 

E ora via, a Madrid Barajas, a fare il check in: destinazione? La scintillante New York!

A Maria, Chiara, Antoine e Alvaro aspettano altre due settimane dense. Ad accompagnarli sempre, taccuini, matite e una contagiosa dose di stupore. Enjoy USA!

il viaggio PRESEGUE...
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