L'area dell'ex polveriera di via Tartini si appresta, così, a diventare un luogo per l'educazione della prima infanzia, con annesso un giardino pubblico previsto dalle opere di urbanizzazione primaria e secondaria nell'ambito della complessiva rigenerazione del complesso dell'ex Manifattura Tabacchi, ormai da anni oggetto di un'enorme operazione di riuso per fini culturali e ricreativi.

I riferimenti che hanno guidato la progettazione spaziano da Maria Montessori a Bruno Munari, quest'ultimo convinto dell'importanza della creazione di ambienti adatti a lasciar massima libertà di espressione e di creatività ai più piccoli.

"Ci dobbiamo occupare dei bambini e dare loro la possibilità di formarsi una mentalità più elastica, più libera, meno bloccata, capace di decisioni. - affermava Munari - Quindi, a questo scopo, vanno studiati quegli strumenti che passano sotto forma di gioco ma che, in realtà, aiutano l'uomo a liberarsi".

Parole che si ritrovano nelle geometrie semplici, frutto dell'alternanza di pieni e vuoti, forme e volumi puri, giochi di luci ed ombre che dialogano con l'intorno, instaurando un dialogo con la preziosa preesistenza novecentesca della Manifattura Tabacchi, ma soprattutto nell'attenzione al disegno del paesaggio circostante, pensato per i bambini ma anche per la cittadinanza, che lo potrà utilizzare anche al di fuori dell'orario scolastico. E poi, ancora, nota di merito all'approccio innovativo, a partire dalla scelta di materiali sostenibili (ad alto contenuto di riciclato) e all'utilizzo di strategie bioclimatiche unite ad un'impiantistica all'avanguardia.

Con quest'intervento, Aut Aut Architettura - Giovane Talento dell'Architettura Italiana nel 2020 per il progetto della scuola - casa famiglia in Madagascar - continua il percorso nella mission dell'architettura dedicata più piccoli, che proprio quest'anno li ha visti scalare la graduatoria vincendo il concorso del Museo dei Bambini e delle Bambine di Bologna e che, in passato, aveva dimostrato l'attenzione alla tematica con la realizzazione della sala didattica Esperimetro nella Scuola di Udine, frutto della collaborazione con la Fondazione Reggio Children.

"Abbiamo immaginato il progetto non come una semplice scuola - spiegano i progettisti - ma pensata per essere un dispositivo funzionante a tutte le ore del giorno, speriamo 7 gg su 7 e aperto a tutti. L'atrio della scuola sarà infatti uno spazio in progress ri-definibile attraverso l'arredo, per renderlo utilizzabile anche negli orari di chiusura del nido come civic-center per il quartiere".

© Aut Aut Architettura

Legno come scelta per il futuro e continuo rapporto tra interno ed esterno

Impianto rettangolare a doppia corte e struttura in legno in pannelli di Platform Frame e X-Lam sono i caratteri principali del progetto, la cui geometria è determinata dai fattori di esposizione, continuità di quota tra interno ed esterno, flessibilità degli spazi e apertura al quartiere, senza trascurare l'aspetto della sostenibilità, con previsione di certificazione LEED Platinum.

I circa 2.000 mq di costruito - sviluppati in una sequenza di tre blocchi principali - saranno circondati da una fascia verdeggiante di vegetazione, per un totale di circa 1.400 mq di verde pertinenziale. A caratterizzare il progetto sarà poi il continuo rapporto interno/esterno, ottenuto mediante grandi vetrate che consentono di traguardare continuamente verso gli spazi verdi, e verso il cielo attraverso i lucernari.

Il blocco centrale accoglie gli ambienti condivisi, organizzati intorno and una piccola corte, da cui specularmente si dipanano gli spazi dedicati ai due nidi, organizzati intorno alle due corti principali.

Il sistema distributivo, che dall'ingresso orienta i piccoli fruitori nello spazio, è concepito come un'agorà diffusa che, in corrispondenza delle due sezioni dei medio-grandi, si apre in altrettante piazzette in cui sono alloggiati gli armadietti dei bambini e delle bambine.

Oltre alle sezioni, sono stati inseriti tre atelier: quello dedicato alla motricità che si estende nella corte interna in uno spazio esterno coperto e, illuminati da uno scasso nella facciata nord, l'atelier narrazione e l'atelier dedicato alle attività espressive.

Il piano interrato al di sotto del nido è, invece, destinato ad ospitare un ampio magazzino di quasi 1.000 mq e i vani tecnici per macchine e impianti all'avanguardia e progettati secondo i più alti standard di efficienza energetica.

L'edificio avrà, inoltre, vasche di raccolta per l'acqua piovana da riutilizzare per l'irrigazione e gli scarichi dei bagni, un grande impianto fotovoltaico in copertura, il solare termico e una serie di dotazioni ed accorgimenti tecnici e tecnologici che renderanno la struttura NZEB, ovvero a consumo ed emissioni quasi 0, ottenendo - come detto sopra - il massimo valore possibile del sistema di certificazione LEED.

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