Il Pritzker Architecture Prize torna in Giappone. Dopo Arata Isozaki, insignito soli cinque anni fa, quest'anno il più importante premio dell'architettura va all'architetto Riken Yamamoto, proclamato in queste ore.

Un nome non troppo conosciuto, forse, ma che nasconde una personalità poliedrica, interprete di valori ed etica comunitaria, giapponese per appartenenza geografica, ma con gli occhi proiettati verso il mondo.

Architetto di formazione e sostenitore sociale per vocazione, a lui si deve la capacità di aver stabilito la continuità tra la sfera pubblica e privata, fonte di ispirazione per società guidate dall'armonia nonostante la diversità di identità, economie, politica, infrastrutture e sistemi abitativi.

"Per me, riconoscere lo spazio, significa riconoscere un'intera comunità", ha affermato Yamamoto. "L'attuale approccio architettonico enfatizza la privacy, negando la necessità di relazioni sociali. Tuttavia, possiamo ancora onorare la libertà di ogni individuo vivendo insieme nello spazio architettonico come una repubblica, promuovendo l'armonia tra le culture e le fasi della vita".

Al centro del suo pensiero vi è, dunque, il sostegno alla vita comunitaria, che pone le basi sull'aiuto reciproco, assegnando alla comunità il significato di "senso di condivisione di uno spazio".

Nel suo progettare c'è la decostruzione delle nozioni tradizionali di libertà e privacy e una denuncia verso il nuovo modo di abitare che vede l'assenza di relazioni tra i vicini, riconsiderando i confini tra pubblico e privato come opportunità sociali. Una filosofia che si riflette nell'estetica architettonica, caratterizzata dalla prevalente scelta di materiali traslucidi e dai collegamenti tra lotti contigui, in un dialogo continuo orientato alla creazione di spazi aperti anche agli abitanti e ai passanti.

I suoi progetti si concentrano prevalentemente nella sua terra d'origine, dove tutt'ora risiede e continua a praticare la professione, ma arrivano a toccare anche la Repubblica popolare cinese, la Repubblica di Corea e la Svizzera.  

 

Yokosuka Museum of Art, photo courtesy of Tomio Ohashi

La giuria e le motivazioni del Premio

"Un architetto rassicurante che porta dignità nella vita di tutti i giorni. La normalità diventa straordinaria. La calma porta allo splendore" : l'ha definito così Alejandro Aravena, presidente della giuria e vincitore del Premio Pritzker 2016 nel corso della cerimonia di premiazione.

Nell'assegnare il premio, infatti, è stata apprezzata la capacità di utilizzare il mezzo dell'architettura per creare condizioni di incontro e interazione tra le persone.

"Sfumando attentamente il confine tra pubblico e privato" - ha sottolineato la giuria - "Yamamoto contribuisce positivamente oltre il compito di abilitare la comunità".

Oltre ad Alejandro Aravena, la giuria era composta da BARRY BERGDOLL (Architecture Historian, Educator, Curator and Author New York, New York) DEBORAH BERKE ARCHITECT AND DEAN, Yale School of Architecture New York) STEPHEN BREYER (U.S. Supreme Court Justice Washington, DC) ANDRÉ ARANHA CORRêA DO LAGO (Architecture Critic and Secretary for Climate, Energy and Environment, Ministry of Foreign Affairs, Government of BrazilBrasília, Brazil) KAZUYO SEJIMA (Architect and 2010 Pritzker Laureate Tokyo, Japan) WANG SHU ARCHITECT (Educator and 2012 Pritzker Laureate Hangzhou, China) MANUELA LUCÁ-DAZIO (Executive Director Venice, Italy).

Iwadeyama Junior High School, photo courtesy of Mitsumasa Fujitsuka

Chi è Riken Yamamoto

Classe 1945, Riken Yamamoto nacque a Pechino, nella Repubblica popolare cinese da padre ingegnere (scomparso molto presto) e madre farmacista, ma si trasferì ben presto a Yokohama, in Giappone, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale.

È proprio a sua madre che deve lo sviluppo del pensiero a cavallo tra dimensione pubblica e privata fin dall'infanzia. La sua casa, modellata come una tradizionale machiya giapponese, mostrava la farmacia di famiglia nella parte anteriore e la zona giorno nella parte posteriore.

"La soglia da un lato era per la famiglia, dall'altro per la comunità. "Mi sono seduto in mezzo." - ha affermato.

Ma la vera folgorazione con il mondo dell'architettura avvenne all'età di 17 anni, quando ebbe l'occasione di visitare il Tempio Kôfuku-ji, a Nara, in Giappone, originariamente costruito nel 730 e infine ricostruito nel 1426.

La vista della torre di legno della Pagoda a cinque piani che simboleggia i cinque elementi buddisti di terra, acqua, fuoco, aria e spazio, circondata dal buio ed illuminata dalla Luna, segnò il futuro del suo percorso professionale 

Laureatosi alla Nihon University, Dipartimento di Architettura, Facoltà di Scienza e Tecnologia nel 1968, ha conseguito un Master of Arts in Architettura presso la Tokyo University of the Arts, Facoltà di Architettura nel 1971, fondando il suo studio, Riken Yamamoto & Field Shop nel 1973.

Sin dai primi anni della carriera, il tema del viaggio ricoprì un ruolo fondamentale. In macchina insieme al suo mentore Hiroshi Hara, partì alla scoperta di paesi e continenti per indagare comunità, culture e città differenti.

Il suo Grand Tour risale al 1972, quando percorse la costa del Mar Mediterraneo, visitando Francia, Spagna, Marocco, Algeria, Tunisia, Italia, Grecia e Turchia. Due anni dopo intraprese un viaggio da Los Angeles al Messico, Guatemala, Costa Rica e Colombia prima di raggiungere il Perù.

Chilometri in lungo e in largo, che lo portarono ad elaborare un'idea universale di soglia tra spazi pubblici e privati.

"Solo riconoscendo il sistema architettonico del passato possiamo trovare la nostra cultura... I villaggi erano diversi nel loro aspetto, ma i loro mondi [erano] molto simili." 

Iniziò proprio da queste riflessioni il suo impegno nella progettazione di residenze unifamiliari pensate per unire ambiente naturale e costruito, pronte ad accogliere sia gli ospiti che i passanti.

Il suo primo progetto, la YAMAKAWA VILLA (Nagano, Giappone 1977), è esposta su tutti i lati e situata nel bosco, pensata per sembrare interamente una terrazza all'aperto. L'esperienza ha influenzato in modo significativo i suoi lavori successivi, estendendosi all'edilizia sociale con Hotakubo Housing (Kumamoto, Giappone 1991), per unire culture e generazioni attraverso la vita relazionale.

Yamakawa Villa, photo courtesy of Tomio Ohashi

Le maggiori opere e i premi

Dalle residenze private alle case popolari, dalle scuole elementari agli edifici universitari, fino alle istituzioni e agli spazi civici, le sue ricerche e il suo linguaggio architettonico hanno trovato casa in numerosissimi progetti, tra i quali si ricordano l'UNIVERSITÀ DELLA PREFETTURA DI SAITAMA (Koshigaya, Giappone 1999) e la BIBLIOTECA DI TIANJIN (Tianjin, Repubblica Cinese 2012).

In prima linea anche dopo il disastro naturale che ha devastato il Giappone nel 2011 con la fondazione della LOCAL AREA REPUBLIC LABO, un istituto dedicato alle attività comunitarie attraverso la progettazione architettonica.

Tra i suoi progetti principali anche la STAZIONE DEI VIGILI DEL FUOCO DI HIROSHIMA NISHI del 2000, interamente trasparente, con la sua facciata a lamelle e le pareti interne interamente in vetro che consente l'accesso alla struttura anche ai passanti; il MUNICIPIO DI FUSSA a Tokyo del 2008, concepito come due torri di media altezza per integrare il quartiere circostante di edifici bassi, dove le basi concave invitano i visitatori a sdraiarsi e riposare, mentre il tetto verde pubblico e i livelli inferiori sono designati per una programmazione pubblica flessibile.

E poi l'UNIVERSITÀ DELLA PREFETTURA DI SAITAMA del 1999, specializzata in scienze infermieristiche e sanitarie, composta da nove edifici collegati da terrazze che si trasformano in passerelle per condurre a volumi trasparenti che consentono la vista da un'aula all'altra, ma anche da un edificio all'altro , incoraggiando l'apprendimento interdisciplinare.

Non da meno il suo impegno didattico e sociale, con l'istituzione, nel 2018, del Premio Repubblica Locale per onorare i giovani architetti che agiscono con coraggio e ideali verso il futuro e le numerose lecture e docenze in alcune delle più prestigiose università giapponesi.

Nel 2013 è stato nominato accademico dall'Accademia Internazionale di Architettura e ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel corso della sua carriera, tra cui il JAPAN INSTITUTE OF ARCHITECTS AWARD per lo Yokosuka Museum of Art (2010), il PUBLIC BUILDINGS PRIZE (2004 e 2006), il Good Design Gold Award (2004 e 2005), PREMIO DELL'ARCHITECTURAL INSTITUTE OF JAPAN (1988 e 2002), JAPAN ARTS ACADEMY AWARD (2001) e MAINICHI ART AWARDS (1998).  

Fussa City Hall, photo courtesy of Sergio Pirrone

Gli ultimi 5 Pritzker Prize

2023 | David Chipperfield
2022 | Diébédo Francis Kéré
2021 | Lacaton & Vassal
2020 | Grafton Architects
2019 | Arata Isozaki

GAZEBO, photo courtesy of Tomio Ohashi

Tianjin Library, photo courtesy of Nacasa & Partners

Pangyo Housing, photo courtesy of Nam Goongsun

Hiroshima Nishi Fire Station, photo courtesy of Tomio Ohashi

Saitama Prefectural University, photo courtesy of Riken Yamamoto & Field Shop

+info → .pritzkerprize.com

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