Direttiva "Case green", primi passi verso il recepimento. In arrivo semplificazioni e nuovi Dm per le rinnovabili

In dirittura di arrivo il Dm Fer 2, quello per l'individuazione delle "aree idonee" e il regolamento per la piattaforma unica digitale per l'autorizzazione di impianti Fer

di Mariagrazia Barletta

Il tavolo di lavoro per raggiungere gli sfidanti obiettivi di efficientamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato è attivo. A comunicarlo è la viceministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Vannia Gava in risposta ad un'interrogazione - presentata da FI (primo firmataria Erica Mazzetti ) in commissione Attività produttive della Camera -, incentrata sulla direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, cosiddetta «Case green». Direttiva che è stata approvata lo scorso 12 marzo dal Parlamento europeo e che completerà l'iter il prossimo 12 aprile in occasione della riunione del Consiglio Ecofin.

I traguardi tra Pniec e "Case green"

Sono dunque allo studio del Governo «soluzioni per elaborare proposte concrete e condivise per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi di efficienza energetica». Al tavolo partecipano anche i ministeri delIa Cultura, dell'Economia, delle Infrastrutture, Enea, Ispra, Gse, Rse e Invitalia. I traguardi sono quelli fissati dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec), ma gli studi sulle condizioni di efficienza del parco immobiliare pubblico e privato e l'analisi delle relative soluzioni da porre in campo, mettendo sulla bilancia costi e benefici, guardano anche ai traguardi che presto arriveranno dalla direttiva "Case green".

Tra gli obiettivi da raggiungere al 2030 la direttiva prevede di abbattere di almeno il 16% l'energia primaria media utilizzata, e di ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni. La direttiva dispone inoltre di eliminare gradualmente i combustibili fossili nelle funzioni di riscaldamento e di raffreddamento entro il 2040.

«Il mandato del tavolo - spiega la viceministra - è l'individuazione delle misure necessarie per conseguire gli obiettivi fissati, valutandone al contempo l'impatto energetico emissivo ed economico e in modo da garantire una transizione energetica equilibrata in grado di ottimizzare il rapporto tra costi e benefici per la collettività e per lo Stato».

Occorre però un'indagine sullo stato dell'arte del parco immobiliare pubblico e privato. «Ad oggi è stato elaborato un quadro conoscitivo del parco immobiliare in termini di numerosità, tipologia e consumi di energia molto dettagliato che ha consentito di effettuare le prime stime sul volume degli investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi previsti dalle nuove direttive "Case green" ed "Efficienza energetica"», ha spiegato la viceministra.

E, lo studio si allarga necessariamente agli strumenti finanziari da mettere in campo e si comprende già che non si potrà contare solo su risorse pubbliche. «Il tavolo sta elaborando - prosegue la ministra - una serie di misure volte ad accompagnare il processo di riqualificazione energetica degli edifici tenendo conto dell'esigenza di mobilitare maggiori risorse private attraverso il ricorso a nuovi strumenti finanziari, alla promozione dei contratti di prestazione energetica (cosiddetti Epc), alla crescita delle imprese dei servizi energetici (cosiddetti Esco)».

La ministra, inoltre, assicura che «entro la conclusione dei lavori del tavolo, previsti per il prossimo mese di maggio, si potranno avere elementi quantitativi più dettagliati». «Tuttavia - conclude -, si può anticipare che la nuova politica per l'efficientamento degli edifici avrà un impatto significativo per la crescita del settore delle costruzioni e dell'impiantistica, nonché più in generale sulle imprese di servizi energetici».

Una visione olistica per la riforma degli incentivi

La richiesta al Governo espressa da Erica Mazzetti (prima firmataria di un Ddl sulla riforma degli incentivi in edilizia) è quella di revisionare il sistema delle agevolazioni, «in modo che l'efficientamento energetico degli edifici proceda di pari passo con quello sismico e idrico e che il sistema di incentivazione sia direttamente proporzionale ai livelli di efficientamento raggiunti, nonché inversamente proporzionale al reddito del beneficiario».

In arrivo semplificazioni, una piattaforma digitale unica per le procedure riguardanti impianti Fer, i decreti "aree idonee", e "Fer 2"

Sempre in tema di efficienza energetica, sono in arrivo diverse nuove misure. Ad anticiparlo, è sempre la viceministra Gava in risposta ad un'altra interrogazione, presentata sempre in commissione Attività produttive, ma da alcuni deputati del M5S (primo firmatario Enrico Cappelletti). Tra i decreti in dirittura di arrivo vi è «il Dm cosiddetto "Fer 2", volto ad incentivare fonti e tecnologie non ancora mature o con costi elevati di esercizio, che presentano caratteristiche di innovazione e ridotto impatto sull'ambiente e sul territorio». Per il Dm "Fer 2", però, manca un passaggio, ossia la decisione della Commissione europea sulla compatibilità dell'incentivo con la disciplina in materia di aiuti di Stato.

Vicino al traguardo ci sarebbe anche il Dm sulle aree idonee, che «è all'esame della Conferenza unificata per la necessaria intesa ai fini di una sua adozione», ha precisato la viceministra. Il riferimento è al decreto interministeriale cui il Dlgs 199 del 2021 ha demandato l'individuazione dei princìpi e dei criteri per l'individuazione delle superfici e delle aree idonee all'installazione di impianti a fonti rinnovabili, con l'obiettivo di soddisfare la potenza individuata dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili. Il Dm ha anche il compito di stabilire la ripartizione, tra le Regioni e le Provincie autonome, della potenza da installare. Conformemente ai princìpi stabiliti dai ministeri, sono poi le Regioni e le Provincie autonome a individuare le aree idonee. Nel frattempo che questo iter si concluda, il Dlgs 199 del 2021 ha individuato un elenco di aree idonee, che dunque sono aree idonee Ope legis.

«Sempre all'esame della Conferenza unificata - si apprende dalla risposta all'interrogazione - è il testo, già definito, del decreto che prevede sia l'operatività di una piattaforma digitale unica nazionale per l'inoltro delle richieste di autorizzazione per impianti Fer, sia la predisposizione di modelli unici utili alla presentazione delle domande stesse».

All'orizzonte c'è anche un'ulteriore semplificazione normativa dei procedimenti nel settore delle fonti energetiche rinnovabili. I lavori per la stesura di un apposito decreto «sono stati avviati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

pubblicato il: