Conegliano (Tv), la piazza come corte: vince il concorso Bodàr bottega d'architettura

Valorizzare il centro storico e ricostituire la trama della città pubblica partendo dalla nuova Piazza Carducci. Avviare un processo virtuoso di ricucitura del tessuto urbano a favore della comunità, nell'ottica di un rinnovato rapporto tra case e città, tra contesti privati e la città pubblica.

Questo l'obiettivo del concorso di progettazione indetto dalla città di Conegliano (Treviso). Definire la piazza come una corte aperta, delimitata da un sistema porticato che rimanda ad altri spazi pubblici della città cristallizzati nella memoria collettiva è la risposta del team di Bodàr Bottega d'Architettura affiancato da AEI Progetti, BPE Studio e Viviana Ragnini (giovane professionista).

Per lo studio con sedi a Firenze e Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) l'esito arriva poco dopo la vittoria di due altri concorsi: quello per la valorizzazione del borgo di Ognina (con MDU) e quello del Parco tra i mari a Milazzo (con Ilaria Brogi, Edoardo Fanteria e Giusy Manfredi)

Il portico viene proposto con un triplice obiettivo: individuare un sistema unitario che ricucia alcuni ambiti sfrangiati in un unico insieme, realizzare un'area riconoscibile per attività all'aperto e dotare la piazza di aree coperte per i pedoni. 

La corte è chiaramente riconoscibile come vuoto urbano, conformandosi come una piazza e non solo come un luogo di attraversamento. Ed è pensato come «spazio delle possibilità, dentro cui circoscrivere episodi sociali, culturali e ludici», scrivono i progettisti.

Il disegno del suolo è il sistema ordinatore del progetto ed è diviso in due ambiti: uno lapideo e l'altro costituito dal verde. A contraddistinguerlo è la trama unica con ricorsi trasversali che cadenza l'intero invaso in modo regolare.

L'unico punto in cui la trama cambia passo è quello in cui si ha accesso alla Corte delle Rose, una corte interna pubblica con fronti commerciali al piano terra, adiacente all'area di progetto.

Il primo ambito, quello più esteso, è formato da una sorta di tappeto lapideo, che connette la nuova corte urbana alla scalinata degli alpini che conduce al centro storico. Il secondo ambito è costituito da un suolo continuo, ossia da aiuole che interrompono la tessitura in pietra.

La trama dei ricorsi genera degli sviluppi tridimensionali, rappresentati dagli elementi di arredo. «Questi si dispongono nello spazio con la duplice finalità di ribadire la metrica bidimensionale e definire spazi per la socialità». Le sedute sono elementi monolitici declinati per diverse utenze e sono distribuite tra gli spazi vegetali, mentre quelle monoposto punteggiano il manto cementizio, facendo sistema con piccoli elementi di arredo complementari.

«A fare da contrappunto alla composizione geometrica del suolo vengono riproposte le alberature esistenti, collocate lungo i bordi in posizioni che non ostruiscono la percezione dell'assialità verso la scalinata, ma che partecipano alla generale configurazione spaziale dell'invaso. Lungo il tappeto lapideo, tra i ricorsi e le sedute, sono disposte delle aiuole che smorzano il carattere perentorio del manto», scrivono ancora i progettisti.

La piazza è, infine, strutturata in due macro-aree: quella della corte porticata, libera da elementi di arredo, nella quale si potranno svolgere eventi sportivi, il mercato, rappresentazioni e playground temporanei; e quella tra la nuova corte e la scalinata, che è definita come luogo di sosta e di relazione contraddistinto da sedute e aiuole.

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