A tre anni dal concorso, il Demanio manda in gara i lavori di Palazzo Carcano a Trani

Il progetto di Sinergo, Demogo, Vincenzo Baccan ed Emma Capurso

Il progetto vincitore era stato presentato l'8 aprile 2022 e ora l'Agenzia del Demanio manda in gara i lavori. 

Il riferimento è al progetto per la trasformazione dello storico Palazzo Carcano a Trani in sede degli uffici giudiziari. Un recupero storico e architettonico che prevede anche l'ampliamento con un nuovo volume contemporaneo, in un contesto fortemente storicizzato, nonché la valorizzazione delle emergenze archeologiche.

 Il progetto - sviluppato in uno stretto confronto con la committenza, con il Tribunale e con la Soprintendenza competente - è dello studio Demogo (Simone Gobbo, Alberto Mottola e Davide De Marchi) insieme a Sinergo Spa per l'engineering ed i professionisti, Vincenzo Baccan ed Emma Capurso.

Il Palazzo tra storia e archeologia 

Realizzato nel XVII secolo a partire dalla fusione di abitazioni preesistenti, Palazzo Carcano è nelle immediate vicinanze di edifici simbolo della città, quali il castello Svevo e la Basilica cattedrale di Santa Maria Assunta.

Nel corso dei secoli fu utilizzato per varie funzioni. Acquisito dall'arcivescovo Francesco Carrano per la Arcidiocesi di Trani e Barletta a primi del Novecento, fu destinato ad accogliere delle orfane e poi adibito a mensa vescovile nel corso degli anni successivi. Acquistato dal Comune di Trani nel 2001 viene trasferito in via definitiva allo Stato nel 2018. 

I ritrovamenti archeologici rinvenuti nell'area di pertinenza del Palazzo, dove sorgerà il volume in ampliamento, hanno suggerito (lo richiedeva anche la committenza) l'organizzazione di un percorso di visita dell'area archeologica situata nello spigolo settentrionale dell'area di intervento.

Lo scavo rappresenta un importante punto di riferimento per la storia di Trani. Gli ambienti presenti fanno capo a diverse fasi di occupazione, delle quali quella quattrocentesca è maggiormente documentata.

L'innesto contemporaneo

Il progetto prevede il recupero del Palazzo, in larga parte abbandonato a seguito di un intervento, mai completato, di ristrutturazione risalente alla fine del Novecento. Oltre al recupero sarà realizzato un nuovo volume.

Sin dalla fase concorsuale, infatti, l'impossibilità di organizzare l'intero programma funzionale degli uffici giudiziari nel complesso monumentale, ha condotto i progettisti ad immaginare un nuovo volume, un innesto contemporaneo posizionato al di sopra dell'area archeologica di pertinenza del palazzo, sullo spigolo settentrionale su piazza Re Manfredi. Un ampliamento studiato per non interferire con le preesistenze archeologiche, concepito come un bastione che va a completare l'angolo dello storico edificio.

Nel punto di contatto tra la nuova edificazione e il Palazzo è realizzata una scala in acciaio e vetro che collega i due livelli dell'ampliamento e, attraverso un affaccio panoramico su piazza Re Manfredi, dà accesso alla copertura.

Il volume dell'edificio viene inoltre completato in copertura con una sopraelevazione che ospita un bar e i vani tecnici, sviluppata a elle e arretrata per ridurne la percezione dalla strada.

La corte coperta come una piazza interna

Il progetto strutturale di miglioramento sismico del Palazzo punta a minimizzare l'invasività degli interventi sulle strutture esistenti. Il progetto punta, inoltre, a dare risposte diversificate in base alle diverse condizioni di conservazione e al valore storico delle strutture del Palazzo.

 Particolare cura è riservata alle strutture voltate del piano terra, che costituiscono la principale testimonianza della conformazione originaria del Palazzo. Si è pensato di inserire una copertura vetrata (con struttura in acciaio cassettonata) sulla corte in modo da utilizzarla come spazio di distribuzione al piano terra.

Qui si attesta la scala principale, elemento di snodo dei percorsi visibile da tutti gli affacci interni del complesso, che reinterpreta gli scaloni delle corti nell'architettura palaziale di Trani.

La corte diventa così una "piazza interna", uno spazio ibrido fra interno ed esterno, conformato come un grande atrio centrale a tripla altezza che regola il nuovo sistema di circolazione e accessibilità a tutti gli ambienti.

Gli scavi

Al piano terra si colloca l'area degli scavi accessibile dal salone voltato. L'accesso è realizzato su una nicchia scavata dove il palazzo "incontra" la  nuova costruzione.

Questo spazio è collegato a un percorso su rampa che, realizzato al di sotto del nuovo volume delle sale udienza, dopo aver condotto i visitatori attraverso lo scavo archeologico immette ad una scala monumentale in acciaio e vetro che conduce i visitatori al belvedere sul tetto del Palazzo dove lo sguardo spazia tra i tetti della città storica, le grandi masse murarie del Castello svevo e la facciata della Cattedrale. 

Gli uffici giudiziari

Il recupero del Palazzo si inserisce in un programma di razionalizzazione degli spazi utilizzati dal ministero della Giustizia a Trani e prevede l'insediamento di parte degli uffici giudiziari e di 14 sale udienze.

Questo intervento si inserisce all'interno in una vasta collaborazione tra l'Agenzia e il ministero della Giustizia tesa alla riqualificazione delle sedi degli uffici giudiziari sul territorio nazionale per contribuire alla riduzione della spesa pubblica. In particolare, l'operazione di Trani, nella quale la rifunzionalizzazione di Palazzo Carcano ricopre un ruolo strategico, prevede una completa riorganizzazione e razionalizzazione degli uffici giudiziari cittadini che consentirà il totale abbattimento dei costi derivanti da locazioni passive.

Crediti del progetto

Coordinamento generale di progetto | arch. Francesca Cremasco

Integrazione opere specialistiche e opere architettoniche
: arch. Alberto Muffato
Coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione: ing. Stefano Muffato
Geologia: dott. Daniele Lucchiari
Progettista opere impiantistiche prevenzione incendi: ing. Filippo Bittante
Opere strutturali: ing, Marco Brugnerotto

Gruppo di lavoro:
ing. Simone Galante, ing. Giacomo Duso, ing. Alex Santinon, ing. Shahin Amayeh, arch. Annapaola Villano, arch. Nicola Favaro, ing. Elisa Karen Buja, arch. Riccardo Naletto, ing. Giovanni Moreschini, ing. Davide Potente, ing. Barbara Marin, geom. Giulia De Marchi, p.i. Alessandro Prete, Elnaz Saadatiyeganeh, Sohrab Amayeh, arch. Elisa Sirombo, arch. Alessandra Viotti

Opere architettoniche: Demogo - Davide De Marchi, Alberto Mottola e Simone Gobbo
Progettisti: arch. Eva De Sabbata, arch. Fabio Tossutti

Progettazione acustica: ing. Vincenzo Baccan
Relazione archeologica: dott. Emma Capurso

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