Una massa grezza e possente, un volume sbozzato e modellato da piegature, che entra in dialogo con il tessuto organico del borgo in pietra. Un'architettura che, dunque, instaura subito un rapporto col passato, mentre il tempo entra nel progetto anche attraverso il naturale invecchiamento della materia.
La "pelle" dell'edificio, in alluminio anodizzato non verniciato, invecchia col tempo: la patina ne modificherà i toni in modo che la «condizione ambientale disegni una parte dell'architettura stessa», spiega Simone Gobbo, raccontando le ragioni che hanno dato forma alla caserma dei Carabinieri di Montereale (L'Aquila).
Il progetto commissionato (in seguito ad una gara) dall'Agenzia del Demanio è dello studio Demogo guidato da Davide De Marchi, Simone Gobbo e Alberto Mottola. Il nuovo edificio nasce dalla demolizione e ricostruzione, sullo stesso sito, della vecchia caserma dichiarata inagibile dopo i sismi del Centro Italia.

«Montereale è un piccolo paese dell'Appennino, è ricco di preesistenze di grande qualità ed è realizzato in pietra locale. È molto affascinante. Fa parte delle aree interne difficilmente raggiungibili. È un paese in cui l'economia è in difficoltà e la tendenza allo spopolamento si è aggravata con l'abbandono post-sisma. Da qui l'idea, molto ambiziosa, che l'architettura potesse diventare un'occasione di riscatto», spiega Simone Gobbo.
La caserma guadagna una qualità architettonica che è pressoché estranea a questa tipologia di edifici e cerca subito un punto di contatto con la comunità: niente recinti che separano la funzione di presidio dal resto del paese, ma, al contrario, al piano terra una delle facciate rientra verso l'interno e in sua corrispondenza è disegnata una piazza che accoglie la comunità. La facciata è pensata, dunque, come fondale per la piccola piazza. Il messaggio è semplice ed assertivo: «La caserma non è un luogo distaccato dalla vita del paese, ma fa parte di quel territorio», sottolinea Gobbo. La stazione assume un carattere quasi domestico - più una casa che una fortezza - ma al contempo inequivocabilmente civico nel suo ruolo. Una sorta di palazzo contemporaneo che vuole contribuire a reimmaginare il futuro di una comunità segnata dal terremoto.

Fotografie di Pietro Savorelli courtesy of Demogo
E poi, la caserma come bene pubblico, secondo lo studio Demogo, deve rompere con i consolidati standard cui storicamente tali funzioni ci hanno abituati per guadagnare dignità architettonica. Ed è il luogo a suggerire la forma del volume che emerge dal suolo inclinato adattandosi e piegandosi secondo i diversi piani sequenza con i quali viene letto l'edificio.
Creare sinergie con il contesto, ascoltando la forza evocativa dei luoghi è una costante dei lavori dello studio Demogo che si riscontra anche nel progetto di Montereale. Così, la forma "sbozzata" trae origine - come accennato - dalla trama del tessuto urbano del luogo, «organico e non cartesiano» lo definisce l'architetto. «La forma - prosegue Gobbo - nasce dalla lettura dell'architettura del paese: abbiamo voluto creare una forma che corrispondesse al suo Dna. A Montereale le architetture hanno angoli a sguincio e non sono mai riassumibili in una visione frontale semplice, bensì sono oggetti articolati. Da qui l'idea, nonostante si trattasse di un edificio un po' più grande rispetto a quelli del borgo, di sbozzare il volume, di inclinarlo, piegarlo ed articolarlo riconducendolo ad una condizione di continuità con la struttura urbana».


Un concetto che viene rafforzato anche dalle caratteristiche del rivestimento: «Il metallo anodizzato che abbiamo scelto - rimarca Gobbo - segue le tonalità del beige e del marrone. Le abbiamo campionate osservando le pietre del paese». Non una facciata monocolore, ma toni diversi come accade nelle tessiture murarie.
Il progetto insiste sul luogo, sul contesto, anche provando a generare relazioni a distanza. «Ogni volta che progettiamo - e lo abbiamo fatto anche per Montereale - usiamo sempre dei plastici a scala ampia per vedere come queste architetture si inseriscano nel paesaggio, in una visione di insieme. E la caserma è per noi come un oggetto incastonato che fa quasi parte di un sistema naturale».


Fotografie di Pietro Savorelli courtesy of Demogo
Le superfici inclinate e le facciate tagliate generano prospettive e relazioni visive, vicine e lontane. Ad esempio, le superfici inclinate che compongono il tetto puntano a ripetere il profilo delle montagne che circondano il paese. «Muovendosi per il paese si può notare che il profilo inclinato dell'edificio instaura una specie di relazione a distanza con il profilo appenninico che sta sullo sfondo», spiega sempre Simone Gobbo.
La nuova caserma dei Carabinieri di Montereale è, inoltre, «il primo edificio pubblico con funzioni di caserma in Italia ad essere costruito interamente in legno: una struttura immaginata in legno X-lam, con pareti portanti e un sistema costruttivo sostenibile in grado di dissipare le forze sismiche in una delle aree più sensibili dell'Aquila. Ma al di là dell'innovazione tecnica, il progetto porta con sé un'ambizione: evocare l'idea di un rifugio sicuro, un avamposto rassicurante radicato nel paesaggio», affermano i progettisti.
CREDITI DEL PROGETTO
PROGETTAZIONE | DEMOGO: concept, progetto architettonico progettisti: Simone Gobbo, Alberto Mottola, Davide De Marchi
Sinergo: coordinamento generale, BIM, integrazione prestazioni specialistiche, opere impiantistiche, antincendio, acustica, sicurezza | progettisti: Alberto Muffato, Filippo Bittante, Stefano Muffato, Francesca Cremasco, Alessandro Tressich| gruppo di lavoro: Stefano Lama, Lorenzo Calchera, Nicola Di Giovanni, Alessandro Danese, Erika Fusaro, Polo Macrì, Daniele Marchesini, Leonardo Monaco
OPERA Consorzio Stabile (ABACUS): progetto strutturale e architettonico
progettisti: Maurizio Serafini, Roberto Pedicini, Chiara Pimpinelli, Sara Berretta
S.G.A. Studio Geologi Associati: geologia
progettisti: Luciano Faralli, Riccardo Piccioni
direzione lavori
OPERA Consorzio StabiLe: direzione lavori, coordinamento per la sicurezza
DEMOGO: direzione operativa opere architettoniche
Committente
Agenzia del Demanio - Direzione Regionale Abruzzo e Molise
Responsabile Unico del Procedimento - Francesca Ridolfi
Ente usuario: Carabinieri e Carabinieri Forestali
Imprese: Consorzio Stabile Rennova
Cronologia
2019-2020:progetto definitivo
2023-2025: esecuzione dei lavori
Dati dimensionali
sedime di intervento: 800 mq
superficie lorda: 1620 mq
volume lordo: 5400 mc
Costo delle opere: 2.900.000 €
Fotografie Pietro Savorelli
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