In copertina, il cantiere sotto la volta della Chiesa di Gesuiti a Venezia © foto Serena Acciai
Di solito il ponteggio è qualcosa che ha a che fare con la sicurezza, va progettato e montato, deve essere completo, è uno strumento sì, ma di difficile gestione, non crea qualcosa di più e non esalta il progetto.
Questa è la prassi, esattamente il contrario delle due realizzazioni di Layher a Venezia, che invece sono opportunità per chi lavora con l'architettura e non solo. Esse costituiscono un cambio di rotta tra il semplice assemblaggio di elementi e la sua versione più nobile, il sistema Layher, che volge il ponteggio verso la sperimentazione e l'arte allargando così l'orizzonte delle proprie applicazioni.
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Il restauro della chiesa dei Gesuiti, la semplificazione al servizio del restauro
Si può lasciare libera dai ponteggi la navata unica di una chiesa pur lavorando dentro a tutt'altezza sugli stucchi, sui marmi e sugli affreschi che la compongono internamente?
Ebbene sì, il cantiere che abbiamo visitato lo scorso venerdì a Venezia è caratterizzato da un enorme ponteggio multidirezionale Allround sia interno che esterno che mantiene fruibile la chiesa stessa.
Ed è proprio all'interno che l'opera provvisionale diventa un vero e proprio elemento vivente del cantiere, adattandosi come una seconda pelle, quasi un'opera sartoriale, alle ricche pareti da restaurare con tutte le edicole, gli aggetti, le modanature che caratterizzano la chiesa di Cannaregio, capolavoro del barocco veneziano.
La chiesa, oggetto dell'imponente restauro, ebbe una prima edificazione nel 1148, fu trasformata nella versione attuale dai Gesuiti nel 1728, ed è caratterizzata da una straordinario apparato scenografico fatto di elementi decorativi, quali stucchi, marmi bianchi e verdi anche intarsiati tra loro a imitazione di preziosi tessuti in velluto.
I lavori in corso comprendono il consolidamento degli elementi decorativi, il restauro della facciata e della copertura e il consolidamento del campanile, tutte lavorazioni dove la versatilità e l'innovazione portate da Layher trovano il loro perfetto campo di applicazione.
Impalcato Layher che permette il restauro dei decori sulla volta della chiesa dei Gesuiti
Proprio come da richiesta della committenza, il ponteggio realizzato e sviluppato in questo caso con Metalmontaggi ed in sinergia con Lythos che si occupa del restauro, è riuscito a minimizzare l'ingombro nell'aula e il peso dell'opera sull'antica pavimentazione della chiesa, esaltando in questo modo le possibilità che i restauratori avevano di agire su un'opera così preziosa da salvaguardare.
Inoltre, la piattaforma per intervenire sui soffitti a cannicciato, al livello più alto del ponteggio, è supportata da soli appoggi laterali permettendo la creazione di un enorme piano di lavoro subito sotto la volta ribassata del falso soffitto.
Il gruppo di lavoro costituito da Paolo Pagnin di Lythos (direzione tecnica e socio), Ilaria Bellinello (capo-cantiere Lythos), dott.ssa Gloria Ballarin di Lythos (Ufficio tecnico), arch. Anna Chiarelli, direzione lavori (Soprintendenza Belle Arti Venezia), arch. Silvia Degan (Soprintendenza Belle Arti Venezia) ha messo in opera un cantiere esemplare, dove restauro, tecnologia e passione per la salvaguardia del patrimonio culturale operano in stretta sinergia.

La navata unica della chiesa dei Gesuiti col ponteggio Layher vista dal transetto
Particolari della volta a cannicciato durante i restauri
Il Padiglione Italia alla 19° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia
Un padiglione corale per un tema tanto coraggioso quanto necessario, con uno sguardo alla consapevolezza geopolitica e climatica e un pensiero alla ricerca vera.
TERRÆ AQUÆ. L'Italia e l'Intelligenza del mare: questo è il titolo del Padiglione Italia della Biennale di Architettura 2025. Allestito con raffinatezza progettuale e curatoriale da Guendalina Salimei, il percorso espositivo si distingue per una moltiplicazione dello spazio. Un risultato reso possibile grazie al supporto tecnico di Layher, sponsor tecnico dell'iniziativa e fornitore delle strutture. In particolare, l'utilizzo del sistema Allround, abbinato alla trave Flex, ha permesso di dare forma a un'architettura modulare dinamica.
Il Padiglione, lasciato volutamente piuttosto buio, in modo da rendere immersiva la visita, si apre nella prima tesa con il grande muro bicefalo che da un lato accoglie un enorme video dell'Italia di oggi, mentre dall'altro la grande quadreria rende voce della sezione della Call progetti e visioni.
L'esposizione è qui un congegno architettonico e culturale basato su un principio analogico (che regola gli accostamenti tra i lavori esposti): proprio come nelle quadrerie seicentesche, dove i dipinti che rivestivano le pareti fino al soffitto non erano disposti secondo criteri cronologici o di scuola, ma accostati secondo le loro dimensioni e i loro effetti d'armonia dell'insieme, al Padiglione Italia troviamo visioni di grandi architetti vicine alle suggestioni dei bambini. Tutti insieme, senza nessuna distinzione, perché forse come ci ricordava il protagonista del film Into the Wild, di fronte al mare e alla natura siamo tutti uguali.

La grande quadreria nel Padiglione Italia © Luigi Filetici
E ancora in questo spazio troviamo le esperienze fotografiche, l'atlante tra terra e acqua sui progetti che reinterpretano il limes costiero, le visioni e le esplorazioni progettuali tra architettura, paesaggio e urbanistica e, molto importante per il tema del Padiglione e per l'interdisciplinarità il video Via Maris dell'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, fruibile in fondo alla Tesa I da una balconata realizzata ancora con gli elementi di Layher.
Ma è nella Tesa II che l'allestimento muove lo spazio, creando un sopra e un sotto, un dentro e un fuori al servizio del Pontile della ricerca che ospita le esplorazioni didattiche con le tesi di laurea, i dottorati, i laboratorio didattici, un inedito studio sul patrimonio culturale sommerso, i progetti partecipativi, le sperimentazioni AI e le iniziative di rigenerazione promosse dagli Enti Pubblici. Le incursioni d'arte e i contributi artistici sono diffusi in entrambe le Tese e sono sia punti di luce nella penombra del mare/padiglione sia riflessioni sullo spazio costiero come spazio sensibile e in trasformazione.
Per concludere, grazie al salto di quota creato col Pontile della ricerca è stato possibile creare una tribuna per dibattiti e talks e alloggiare un grande video fatto di spezzoni di filmati dell'Istituto Luce sul mare, che ricorda come mezzo comunicativo la mitica scena degli spezzoni dei baci di Nuovo Cinema Paradiso, capolavoro del cinema italiano degli anni '80.
Mappe geografiche del Mediterraneo di Laura Canali © Luigi Filetici
Sotto il pontile della ricerca nella seconda Tesa © Luigi Filetici
Come funziona il sistema Layher
Creato nel 1974 da Layher, il sistema Allround basa la sua innovazione sulla riproposizione del sistema trilitico ad ogni elemento di snodo del ponteggio stesso, permettendo velocità di connessione e assenza di giunzioni a bulloni.
Questo sistema, insieme alla Trave Flex, prototipo del classico traliccio scatolare, unito al software Layplan Cad (plug-in di Autocad e Bricscad) consente la progettazione di opere provvisorie e ponteggi davvero complessi.
Gli strumenti sopra descritti consentono oggi a Layher di svolgere col proprio lavoro un'innovazione anche culturale nel settore dei ponteggi riuscendo ad occuparsi di cantieri edili ed opere di restauro, cantieri aeronavali, costruzione e manutenzione ponti e viadotti, strutture per lo spettacolo e manifestazioni pubbliche.

Schizzo del giunto del sistema Layher © Serena Acciai
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