Un laboratorio di quartiere a Padova, nel quartiere Arcella, che ha l'obiettivo di attivare processi di rigenerazione urbana e servizi di diagnosi del costruito che orientino il recupero verso interventi "chirurgici", ossia micro-cantieri che abbiano il vantaggio di "curare" le patologie edilizie senza mandar via i residenti. Un nuovo spazio all'aperto all'interno della casa circondariale femminile di Rebibbia dove le detenute potranno incontrare i loro familiari, beneficiando di un ambiente ameno, accogliente e rassicurante, molto diverso dalle tradizionali, affollate e fredde, aule per i colloqui. A Napoli, nel quartiere Sanità, nel complesso dei Cristallini si lavora per dare spazi idonei al doposcuola, un servizio di alto valore per il rione, portato avanti dalla Fondazione Alessandro Pavesi e da un gruppo di volontari.

Sono i temi su cui sta lavorando il G124, il laboratorio di idee applicate ai luoghi marginali delle nostre città, costituito nel 2013 da Renzo Piano in qualità di senatore a vita. Martedì 16 dicembre si è tenuta una riunione nella sede del G124 a Palazzo Giustiniani, a Roma, che è servita a fare il punto sui progetti che avanzano. Un'occasione per ricordare il lavoro che prosegue da ben 12 anni con 17 progetti indirizzati al "rammendo delle periferie". Un percorso che dal 2019 ha iniziato a coinvolgere le Università, diventate protagoniste insieme ai borsisti scelti dagli Atenei, il cui lavoro è sostenuto con lo stipendio del sanatore a vita.

Un percorso che ha coinvolto finora «67 ragazzi», come ha ricordato lo stesso Piano. Da allora i gruppi di giovani progettisti si sono avvicendati in azioni di ricucitura fisica, ma anche sociale, di luoghi marginali delle nostre città. Parchi periferici, piazze prive di identità e di qualità urbana, luoghi pubblici cui attribuire un senso: sono alcuni dei luoghi in cui i giovani hanno concentrato le loro azioni per realizzare piccoli progetti, tutti portatori di valori universali, come espressamente richiesto dall'architetto genovese. «Ciò che facciamo sono delle gocce, ma che portano dentro qualcosa di universale; quelle che hanno funzionato meglio sono quelle che hanno trovato un terreno fertile», ha affermato Piano.

I piccoli interventi sono realizzati coinvolgendo le comunità, un lavoro fatto sul posto e che puntualmente funziona da collante tra amministrazioni, imprenditori, cittadini e terzo settore, che collaborano e investono per la buona riuscita del progetto. Ciò che avviene è quasi un miracolo: le azioni progettuali, indirizzate al bene comune, generano condivisione, appropriazione e rispetto dei luoghi, le comunità rispondono generosamente, partecipano al progetto e vi si riconoscono. Nasce affezione per i luoghi che iniziano una nuova vita. È questo il terreno fertile.

I progetti sono raccolti in un libro che andrà presto in stampa, curato da Silvia Pellizzari, assistente del senatore a vita ed è in lavorazione un docufilm che racconta gli esiti dell'esperienza del G124, realizzato dal fotografo, Alessandro Lana.

Laboratorio di quartiere a Padova: vicino l'avvio del cantiere

A Padova la scelta del luogo prende impulso dall'azione di un cittadino, Mino Bedeschi, che ha donato all'Università un piccolo edificio che sarà demolito per far spazio al laboratorio di idee. «Iniziamo i lavori con la demolizione dell'edificio, a gennaio l'area sarà libera per poter costruire», ha assicurato Bedeschi, attivo anche nell'azione di raccolta delle risorse per realizzare l'intervento. «Per me si realizza un sogno che ho da 40 anni: un laboratorio di quartiere dove fare "rammendo" e formare architetti "condotti"», ha aggiunto Piano.

Francesco Guzzo, Giovanni Ieva, Marco Lumini e Elia Peroni lavorano al laboratorio di quartiere sotto la guida di Edoardo Narne professore dell'Università di Padova e coordinatore del gruppo G124 e da Maurizio Milan, titolare dello studio Buro Milan. L'edificio, immerso nel verde, sarà in acciaio e vetro. Di notte sarà illuminato come una lanterna e sarà ad energia quasi zero. «Sfrutterà l'energia geotermica, grazie a otto sonde che andranno in profondità, a cento metri, per prendere calore e a 40 KW circa di fotovoltaico», racconta Giovanni Ieva.

Il Laboratorio di idee nelle visioni diurna e notturna © Gruppo G124 Padova

Un ambiente del Laboratorio di idee © Gruppo G124 Padova

Rebibbia, uno spazio di incontro per le detenute

Antonio Azzolini, Marco Di Caprio e Giulia Luchetta, coordinati da Pisana Posocco e Filippo Lambertucci, docenti dell'Università Sapienza, con il supporto di Ettore Barletta, già direttore dell'ufficio tecnico del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), dopo aver consegnato un progetto di fattibilità per la risistemazione degli spazi del centro sportivo di Montespaccato, a Roma, per integrare le attività sportive che si stanno sviluppando su un bene confiscato alla criminalità, in cui si prevede la creazione di una nuova piazza, di uno spazio polifunzionale d'incontro, aree verdi e un campo polivalente, si concentrano su un nuovo progetto. 

In dialogo con la casa circondariale di Rebibbia e con Giacinto Siciliano, provveditore regionale Lazio Abruzzo e Molise del dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, presente alla riunione, il gruppo ha avviato un progetto per realizzare, nel giardino della sezione femminile, una sorta di «isola», un luogo al riparo che si sviluppa intorno ad una corte centrale a cielo aperto, dove le detenute potranno incontrare i propri cari. Un luogo alternativo alle fredde e affollate aule per i colloqui, un luogo dove il contatto col mondo esterno diventa più naturale. 

«Il progetto risponde all'esigenza della casa circondariale di potenziare gli spazi di incontro e sorgerà all'esterno delle sezioni detentive, vicino all'ingresso e dunque sarà facilmente accessibile dalle detenute e dai visitatori», riferisce Giulia Luchetta. Replicabile facilmente, "l'isola" sarà realizzata con il legno di riuso proveniente dalla sezione maschile e sorgerà non lontano dal Modulo per l'Affettività e la Maternità, lo spazio abitativo di 28 mq, immerso nel verde del giardino dell'Istituto, realizzato dal G124 (borsisti: Tommaso Marenaci, Attilio Mazzetto e Martina Passeri) nel 2020 e ora pienamente funzionante. Un luogo, intimo, dove oggi le detenute possono recuperare la naturalezza di un semplice gesto d'affetto rivolto ai loro cari.

Progetto per il nuovo spazio d'incontro per le detenute © Gruppo G124 Roma

Napoli, alla Sanità gli spazi per il doposcuola

A Napoli Francesca Casalino, Sjria Improta, Annamaria Messina e Martina Russo, guidate dai professori della Federico II, Nicola Flora e Daniela Buonanno, lavorano per rendere confortevoli, anche dal punto di vista termico e acustico, gli spazi del complesso dei Cristallini dove oggi c'è una casa di comunità. Le borsiste lavorano in dialogo con la fondazione Alessandro Pavesi «presente alla Sanità sin dal 2008», sottolinea la presidente Paola Bader.

Il progetto è parte di quel fiume in piena di iniziative che ha riscritto il destino di un quartiere centrale, ricco di emergenze architettoniche e di luoghi ipogei straordinari, una sorta di enclave fino a pochi anni fa, escluso dalla vita cittadina e conosciuto soprattutto per le attività malavitose. Un quartiere che ha saputo costruire il suo riscatto, a partire anche dalla reinvenzione di spazi abbandonati su impulso del visionario e intraprendente don Antonio Loffredo e della Fondazione di comunità San Gennaro onlus, da lui creata nel 2014.

Presto in cantiere la scuola di Sora

La riunione è stata l'occasione anche per fare il punto sulla scuola a Sora, un progetto portato avanti sin dall'edizione 2018-19 del G124. «A marzo dovrebbe essere assegnato il bando per i lavori e si potrà partire con il cantiere», ha affermato Roberto Fioretti entrato nel gruppo del G124 nel 2018 con Maria Paola Persico, lavorando al progetto della scuola, sotto la guida di Massimo Alvisi e di Maurizio Milan. Un progetto avvalorato dal contributo dello psichiatra, sociologo e scrittore Paolo Crepet e di Franco Lorenzoni, maestro e visionario pedagogista, co-fondatore della casa-laboratorio di Cenci (Terni). 

La scuola sarà costruita su una piattaforma che è come un vassoio che la contiene, così, in caso di sisma, l'edificio diventa un luogo sicuro. Il piano terra sarà destinato a comunicare con la città. Il primo piano ospiterà le aule. Il tetto, invece, sarà il giardino della scuola: il luogo della libertà e del gioco, da cui osservare il cielo. Al centro, la corte quadrata sarà dominata da un grande albero, simbolo della vita. A rallentare (eufemismo) l'apertura del cantiere il definanziamento periodico del progetto da parte dei ministri dell'Istruzione che si sono avvicendati negli ultimi sette anni. Risorse che ora ci sono e, selezionata l'impresa, potranno partire (salvo colpi di scena che speriamo non ci siano) i lavori.

A Napoli vicina l'inaugurazione del Cimitero delle Fontanelle

Prosegue il lavoro teso a valorizzare il Cimitero delle Fontanelle a Napoli, rendendolo accessibile alle persone con disabilità e consentendo alla massa tufacea di esprimere, sin dall'ingresso, tutta la suggestiva bellezza di un luogo di alto valore antropologico. Il progetto (borsisti: Marino Amodio, Giuseppe De Pascale, Orazio Nicodemo e Davide Savoia) è vicino alla conclusione, tra fine gennaio e inizio marzo i lavori saranno completati. L'antico ossario realizzato nelle cave di tufo, dove è nato il rituale ancestrale legato al culto delle cosiddette "anime pezzentelle", sarà presto restituito a cittadini e visitatori.

Il nuovo ingresso al Cimitero delle Fontanelle © Gruppo G124 Napoli

Alcuni momenti dell'incontro 16 dicembre 2025

Roma, Palazzo Giustiniani - Presidenza del Senato della Repubblica

Fotografie di Alessandro Lana © G124 

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