Consegnato il masterplan energetico-economico di Rifkin per la città di Roma

L’Urbe, antico centro di un impero dalla cui capitale tutto partiva e verso cui tutto muoveva, getta le basi per divenire la capitale del decentramento energetico, grazie al quale i nuclei urbani potranno trasformarsi in organismi autosufficienti (ma pure in grado di scambiarsi, in virtù di reti intelligenti, l’energia rinnovabile prodotta localmente).

Consegnato nelle mani del sindaco Alemanno dall’economista Jeremy Rifkin il “masterplan energetico-economico per la città di Roma”.

Rifkin, teorico della “terza rivoluzione industriale“, ha ricevuto a dicembre scorso dal Sindaco l’incarico di elaborare con il suo gruppo il “masterplan”.

Ora il piano, che parte dall’idea di conciliare la questione energetica con l’economia (ovvero di concepire l’economia pensando all’ambiente), è sul tavolo e conferisce a Roma una “missione” estremamente ambiziosa: essere l’apripista di una nuova concezione globale del modo in cui l’uomo abita la terra e interagisce con essa, “facilitare la transizione dall’attuale geopolitica verso la politica della biosfera, contribuendo così “al risanamento del pianeta per le generazioni a venire”.

Le parole d’ordine del “masterplan”:

esaltare la relazione tra la città e il suo territorio agricolo (e non c’è in Europa un’altra città che ne possieda uno altrettanto vasto, prestandosi – da questo punto di vista – a sviluppare così ampiamente l’approccio “olistico” di Rifkin);

– “ripensare l’energia a Roma per zone concentriche e intercollegate” (centro, anello commerciale-industriale, Agro Romano);

– “apprendimento collaborativo e distribuito”, ovvero sistemi d’insegnamento e formazione totalmente ripensati “rispetto al modello iper-competitivo attualmente vigente”, all’insegna – invece – della condivisione, dello scambio dei saperi e di una crescente “empatia” (così come ormai determinato dalla grande “aula virtuale” di Internet).

Tra le molte indicazioni contenute nel “masterplan”:

incremento dell’agricoltura sugli 80 mila ettari di aree verdi romane (oltre la metà dei 150 mila ettari del territorio comunale) per accorciare sempre più la filiera, valorizzare la produzione locale e ridurre così costi ed emissioni nocive dovute al trasporto delle derrate – ma anche per impiantare parchi eolici e solari e per produrre biomassa -;

– creazione di parchi tecnologici e della biosfera, in tutta la città ma soprattutto nelle zone agricole;

– sviluppo (in accordo con gli orientamenti già espressi dal Campidoglio su una Roma “low carbon”) delle nuove imprese operanti nei settori della compatibilità ambientale.

(Fonte: Comune di Roma)


Per saperne vedi le schede:

sintesi del masterplan

aspetti finanziari

azioni del Comune di Roma

primi dieci interventi tra il 2010 e il 2012

pubblicato in data: 03/06/2010