Apre le porte al pubblico oggi - e sarà visitabile fino al mese di settembre - la mostra STOP DRAWING. Architettura oltre il disegno, il nuovo progetto espositivo del dipartimento di Architettura e Design contemporaneo del Museo MAXXI per indagare i mutamenti in corso nel mondo dell'architettura e gli strumenti necessari per produrla, rappresentarla e comunicarla.
Un'analisi ad ampio raggio che - con la curatela di Pippo Ciorra - esplora i radicali cambiamenti degli ultimi decenni partendo proprio dall'evoluzione del suo strumento principale: il disegno.
Dalle tradizionali carta e matita, la contemporaneità ha portato all'introduzione di procedure di simulazione digitale, pratiche derivate dal mondo dell'arte, esercizi di attivismo politico e partecipazione. Un processo in divenire, ma a cui si deve ormai riconoscere il profondo impatto sulla disciplina architettonica, sul presente e sul futuro degli spazi che viviamo.
foto: © Vincenzo Labellarte | courtesy of Fondazione MAXXI
"In principio era il disegno, atto originario in grado di sintetizzare in un gesto della mano la relazione tra spazio, funzione e struttura, strumento imprescindibile per qualsiasi pensiero spaziale. Poi, a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso, abbiamo assistito all'affermarsi di tecniche digitali, pratiche mutuate dall'arte, esercizi di attivismo politico e forme di partecipazione "hands-on" che plasmano gli spazi in cui viviamo e riconoscono importanza minore al bel disegno".
Quello che per Leon Battista Alberti era l'unica sede del pensiero architettonico, oggi ha trovato espressione in mille forme diverse. Così, partendo dai disegni di Carlo Scarpa e Aldo Rossi - per cui il disegno rappresentava l'identità dell'architettura - l'esposizione traccerà un percorso lineare per arrivare fino al lavoro di autori come Gordon Matta-Clark, Frank Gehry o Philippe Rahm, per i quali l'architettura è fatta oggi anche di collage, video, performance, tessile e molto altro.
«Il futuro dell'architettura - spiega Pippo Ciorra, Senior curator MAXXI Architettura e Design contemporaneo - è tutt'altro che chiaro e definito, influenzato com'è dalle questioni ambientali, tecnologiche, antropologiche. Abbiamo allora pensato di indagarlo concentrandoci su quella che era la sua componente principale, il disegno, e studiando gli effetti che tecnologie e ideologie che oggi ritengono superato il vecchio strumento "grafico" producono sulla natura stessa - materiale e immateriale - dell'architettura e in generale dell'idea di rappresentazione».
foto: © Vincenzo Labellarte, courtesy of Fondazione MAXXI
L'allestimento curato dallo studio DEMOGO
Suddivisa in cinque sezioni curatoriali, la mostra si sviluppa attraverso un percorso espositivo fluido che - grazie al disegno di studio DEMOGO - si struttura come un arcipelago narrativo di ambienti di varia misura, con le opere affioranti come se fossero isole.
Ognuna delle cinque categorie racconta un diverso approccio e le molteplici prospettive con cui l'architettura si è evoluta nel tempo.
L'apertura delle danze spetta al grande patrimonio di disegni autoriali della Collezione Architettura del MAXXI, con i disegni di maestri quali Carlo Scarpa, Aldo Rossi e Giancarlo De Carlo, esposti lungo la rampa della galleria. Tra rappresentazioni convenzionali e composizioni visionarie, emerge il ruolo che il disegno ha giocato come strumento di egemonia culturale e disciplinare, soprattutto italiana, in una fase recente della storia dell'architettura.
La scomparsa dei media tradizionali procede di pari passo con l'ascesa delle nuove tecnologie, che da una parte semplificano il lavoro dell'architetto, dall'altra ne stimolano l'immaginazione aprendo nuovi percorsi di ricerca.
La sezione digitale è raccontata attraverso il pionieristico Generator Project (1978 - 1980) di Cedric Price & John Frazer, dalle riflessioni e gli studi sull'informatizzazione dell'architettura raccolti da Nicholas Negroponte nell'intervista The Architecture Machine (1970) e da molti altri autori quali Matias del Campo & Sandra Manninger e Lucia Tahan, che per due decenni hanno portato avanti la discussione sull'architettura parametrica, generativa, algoritmica e iper-moderna, influenzando drasticamente le modalità di rappresentazione del progetto.
Il percorso prosegue, poi, con la sezione dedicata agli attivisti, dove l'architettura diventa atto civile e politico, a servizio di questioni urgenti del nostro tempo, come l'ecologia, la gestione delle risorse, l'inclusione, l'uguaglianza di razza e di genere, il post- umanesimo e la decolonizzazione. Da un lato emerge il rifiuto delle pratiche tradizionali dell'architettura, tradotto in progetti editoriali o istituzionali, come nel caso del The Funambulist Magazine di Léopold Lambert che esplora il rapporto tra architettura, politica, e giustizia sociale; dall'altro la Floating University (2019 - 2022) di Berlino realizzata da Raumlabor e il progetto Sexy Assemblage del gruppo Orizzontale offrono un esempio di come l'approccio pratico dei collettivi miri al coinvolgimento diretto e politicamente performativo delle comunità.
La sezione artistica, vede l'architettura arricchirsi di nuovi linguaggi e strumenti, ampliando i confini della rappresentazione, dell'ideazione e della sperimentazione progettuale. Tra questi i collage, i racconti illustrati e le realtà virtuali di Frank Gehry, Enric Miralles e Benedetta Tagliabue, November Wong, Olafur Eliasson, Frida Escobedo, Gordon Matta Clark, Cyprien Gaillard e Philippe Rahm.
Il racconto della mostra si conclude con una sezione dove il disegno non solo resiste ma diviene custode di un'eredità ideologica e artistica: i lavori di Jorinde Voigt, Jo Noero, Atelier Bow-Wow, Jimenez Lai (Bureau Spectacular), Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e CAMPO difendono con ostinazione lo spazio tradizionale, tecnico ed espressivo del disegno con una vera e propria dichiarazione di metodo, per la quale la rappresentazione a mano riaffiora come scelta consapevole.
STOP DRAWING, ARCHITETTURA OLTRE IL DISEGNO
mostra a cura di Pippo Ciorra
18 aprile - 21 settembre 2025
dove
MAXXI, Museo delle Arti del XXI secolo, via Guido Reni 4/A, Roma
orari
martedì a domenica | ore 11 - 19
chiuso il lunedì
biglietti
intero: 14 euro
ridotto (6 - 18 maggio per chiusura gallerie): 7.50 euro
+info: maxxi.art
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