Spazi innovativi per l'apprendimento: i primi risultati del workshop sul miglioramento degli ambienti scolastici

Sono stati resi noti i risultati del workshop nato dalla collaborazione tra l'Assessorato Istruzione ed edilizia scolastica della Città di Torino, la Fondazione per l'architettura / Torino, ITER - Laboratorio Città Sostenibile e Ufficio Smart City per migliorare la qualità architettonica degli spazi dell'apprendimento.

Coinvolgendo un totale di 24 architetti, Spazi innovativi per l'apprendimento ha indagato, su quattro realtà concrete del sistema scolastico torinese, tre tematiche principali: gli spazi della didattica innovativa, gli spazi per la ristorazione scolastica e i paesaggi del cortile scolastico.

Con questa iniziativa si è voluto individuare una metodologia di intervento adattabile e replicabile in contesti diversi, indagando così il profilo della scuola del futuro e mostrando come,  con budget contenuti e un uso intelligente delle risorse, si  possa migliorare la qualità dell'apprendimento e il comfort degli spazi.

Secondo la Fondazione per l'architettura infatti "la qualità dell'apprendimento è strettamente connessa alla qualità dei suoi spazi" e il fatto di aver avvicinato i professionisti alle realtà scolastiche ha permesso di riportare "al centro dell'attenzione il ruolo sociale dell'architetto, sensibilizzando anche i professionisti sulle ricadute del loro operato e offrendo loro la possibilità di misurarsi su casi concreti e di incidere direttamente su ambiti in cui la responsabilità".

Federica Patti, Assessora all'Istruzione della Città di Torino, afferma come sia desiderio del Comune "partire da questi primi risultati per elaborare un piano di medio termine sulla rigenerazione degli spazi scolastici che sono diffusi sul territorio cittadino, perché è in momenti di difficoltà come questo, che occorre mantenere vivo il valore dell'innovazione e non chiudere gli orizzonti della scuola nel qui e ora, rinunciando a delineare nuove prospettive e aprire scenari di miglioramento".

Spazi innovativi per la didattica

Scuola secondaria di I grado Bernardino Drovetti, via Bardonecchia 34

Il gruppo di lavoro guidato da Daniele Rangone ha presentato due interventi sulla scuola Drovetti sul tema degli spazi innovativi per la didattica.

In primo luogo è stato identificato territorialmente il complesso scolastico, favorendone la riconoscibilità e rendendolo percepibile come cellula di civic center, proponendo a livello progettuale tonalità che attirino l'attenzione e disegnando spazi versatili, modulabili a seconda delle esigenze.

Il gruppo si è poi concentrato su una manica dell'edificio destabilizzando il rapporto aula-corridoio, sostituendo le pareti divisorie con una spina dorsale a basso costo che crea ambienti fluidi, di dimensioni variabili, che utilizzabili come armadiature, sedute o pareti attrezzate. Lo spazio risponde così alle necessità dei nuovi modelli didattici basati su di un rapporto meno rigido tra lo studente e l'aula.

Ristorazione scolastica

Scuole primarie Aristide Gabelli di via Santhià 25 e San Francesco D'Assisi di via Giulia di Barolo 8

Il gruppo, guidato da Valeria Brero, si è invece concentrato sui luoghi in cui avviene l'esperienza pasto individuando alcune linee guida generali per il rinnovamento delle mense, ovvero dilatare il tempo a disposizione dei bambini, suddividere lo spazio del refettorio in aree più piccole e ridefinire i flussi di accesso alla mensa per eliminare gli spazi di attesa.

Nella scuola D'Assisi la proposta ha preso in considerazione interventi legati all'interior design e all'arredo definendo aree tematiche attraverso l'uso dei colori e diversificando tavoli, sedie e sgabelli.

Un approccio invece più radicale è stato applicato alla scuola Gabelli, in cui si è provato a diffondere il servizio mensa in luoghi diversi, da un lato riutilizzando spazi sottoutilizzati come i grandi corridoi ottocenteschi, dall'altra creando volumi nuovi che escono dal profilo dell'edificio.

Infine si è lavorato sulla connessione con il giardino, eliminando le barriere visive che separano l'ambiente della mensa dallo spazio aperto e favorendone la fruizione anche durante la fase del pranzo.

Paesaggi del cortile scolastico

Scuola d'infanzia Marc Chagall, via Cecchi 2 

Il gruppo di lavoro condotto da Mariolina Monge, rispondendo alle richieste espresse dalla direttrice e dai genitori delegati della scuola Chagall, ha dato vita, nel giardino della scuola, a spazi che potessero essere utilizzati come aule all'aperto.

Tutto l'impianto del progetto è costruito con la vegetazione e si basa sulla distinzione tra zone d'ombra a prevalenza di bosco e zone soleggiate a prato, a partire dall'analisi del percorso del sole.

Nella definizione delle specie vegetali si è adottato il punto di osservazione dei bambini, secondo il modello Montessori, implementando la natura presente nel rispetto delle intenzioni del progetto della scuola. E quindi per ricreare un rapporto immaginifico tra i più piccoli e la natura, sono stati affiancati ai grandi alberi originari aree con vegetazione a misura di bambino, come arbusti, erbe spontanee e perenni.

LEA Learning Technology Accelerator

L'iniziativa si inserisce all'interno del progetto europeo LEA Learning Technology Accelerator, volto a promuovere l'innovazione nel settore delle tecnologie per l'educazione tramite l'uso strategico degli appalti pubblici. La Città di Torino partecipa, con altre 15 città, proponendo un prototipo di Educational Living Lab nella scuola Drovetti: un luogo fisico in cui testare soluzioni innovative per la didattica e per gli ambienti scolastici, pensato come luogo di confronto tecnico-scientifico e di sperimentazione di metodologie e tecnologie innovative, organizzato all'interno di spazi per l'apprendimento nei quali siano garantiti comfort, usabilità tecnologica e didattica, consapevolezza e ruolo attivo dell'utenza, adeguate dotazioni infrastrutturali. All'interno del cortile della scuola nella scorsa primavera è stato realizzato un playground attraverso un workshop ideato e promosso dalla Fondazione per l'architettura e curato dallo IED Torino e dall'associazione ARTECO. È stato inaugurato in occasione del Festival Architettura in Città 2017 ed è a disposizione, oltre che degli studenti, degli abitanti del quartiere.

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