L'intervista allo studio Cinque A

i 5 giovani architetti si raccontano

di Mariagrazia Barletta

Matteo Benigna, Matteo Cecchi, Diego Collini, Marco Gatti e Giovanni Manzoni sono giovani architetti under 35, circa un anno fa hanno fondato, a Treviso, lo studio Cinque A. Hanno all'attivo alcuni lavori per committenti privati - raccontano -, ma incanalano gran parte delle energie in direzione dei concorsi, di progettazione e di idee. La loro è una scommessa, rischiosa, ma risultata vincente: in circa un anno hanno collezionato tre primi posti.

Recente è l'aggiudicazione del concorso di idee per la riqualificazione dell'area dell'ex macello a Montichiari (Brescia). Le altre due vittorie riguardano competizioni bandite in Sardegna, in seguito alle quali stanno elaborando i progetti definitivi per un auditorium a Samassi (Cagliari) e per il recupero delle ex saline di Stato nel Parco naturale regionale Molentargius - Saline, anche in questo caso a Cagliari. (Per i progetti si rimanda all'articolo correlato all'intervista).

Negli anni, ciascuno di loro - raccontano - «ha maturato esperienze professionali all'estero lavorando in Paesi come Cile, Portogallo e Spagna e per importanti studi Italiani». Poi l'esperienza lavorativa in uno stesso studio (italiano) di architettura e infine la decisione di fondarne uno proprio.

Per l'intervista hanno preferito dare risposte corali.
I cinque architetti rispondono a nome delle studio Cinque A.

Quando è nato lo studio Cinque A?

Lo studio Cinque A nasce appena un anno fa a Treviso dopo un'esperienza lavorativa in uno stesso studio. Nessuno di noi è trevigiano, copriamo praticamente tutto l'arco italiano, dalla Lombardia alla Sicilia.

Cosa vi ha spinto a fondare uno studio tutto vostro?

Esprimersi liberamente risulta fondamentale in una professione come la nostra. Dopo qualche collaborazione puntuale sono arrivati i primi risultati, abbiamo deciso quindi di intraprendere la strada più difficile che ci ha portato ad oggi diverse soddisfazioni.

In quali campi siete attivi?

La nostra forza sta nella multidisciplinarietà, le diverse esperienze lavorative ci hanno formato in modo diverso seppure tutti abbiamo mantenuto una formazione da architetti. Questo ci permette di rimanere attivi in diversi campi: progetti pubblici, privati, interni, retail, grafica e rendering.

A quanti concorsi avete partecipato in un anno?

I concorsi occupano una parte importante del nostro tempo, quest'anno abbiamo partecipato a circa quindici concorsi, nell'80 per cento di questi abbiamo ottenuto buoni risultati e in tre di questi siamo arrivati al primo posto.

Come li scegliete?

Attualmente in Italia le piattaforme online raccolgono la maggior parte dei concorsi pubblici che attraggono un gran numero di professionisti, soprattutto quando il tema progettuale è "interessante" come potrebbe essere una scuola o un museo. Noi cerchiamo sempre di metterci in gioco in modo da sviluppare la nostra ricerca rispetto a diversi temi progettuali. Oltre al tema di progetto, una discriminante importante è il budget messo a disposizione per i premi. Inoltre la pianificazione economica è fondamentale per non rischiare troppo con uno strumento, come quello del concorso, che di per sé è una roulette russa.

Preferiamo infine i concorsi a fase unica, che richiedono requisiti di partecipazione. Ciò ci permette di collaborare con altri professionisti del luogo, così da avere una figura che conosce al meglio le problematiche del sito e allargare la nostra rete di contatti.

Guardate anche ai concorsi all'estero?

Stiamo lavorando in modo da poter partecipare anche a bandi esteri, è fondamentale partecipare con un partner locale forte che abbia la competenza e l'esperienza rispetto a normativa e burocrazia.

Tralasciando i concorsi, su cos'altro state investendo?

La ricerca progettuale legata alle competizioni è accompagnata dal costruire una rete di collaborazioni professionali con studi di architettura e ingegneria nel Veneto e in Italia in genere. Parallelamente la cura dei rapporti con la committenza privata ci permette di radicarci nel territorio.

Al di là del lavoro progettuale che ha fatto seguito all'aggiudicazione dei due concorsi sardi, quali sono i progetti più importanti ai quali state lavorando?

Attualmente lo sviluppo delle fasi definitive dei concorsi in Sardegna ci tiene parecchio occupati, nel frattempo stiamo portando avanti alcuni progetti privati che condivideremo a breve.

Ci sono già vostri progetti in fase di cantiere?

Ad oggi abbiamo cantieri aperti su committenza privata, tra i quali uno nel trevigiano nel settore retail e uno nelle Marche nel settore della bio-agricoltura.

Il mercato dell'architettura è molto complesso, come cercate di distinguervi e di farvi strada?

Siamo consapevoli che la nostra giovane realtà, giovane perché attiva da poco e perché formata da ragazzi di 28-35 anni, necessita di tempo per stabilizzarsi nello scenario dell'architettura attuale. Nel frattempo mettiamo la stessa passione in tutti i progetti in cui siamo impegnati cercando di radicarci nella realtà in cui ci troviamo.

Cercate alleanze con altre figure professionali?

Per il nostro studio la necessità di collaborare con altre realtà è fondamentale per la riuscita dei nostri progetti. Collaboriamo con diversi architetti, ingegneri, impiantisti e geologi che spesso risultano fondamentali per la buona riuscita di un concorso, in fase di cantiere, invece, ci affidiamo ai nostri artigiani che data l'esperienza accumulata negli anni ci affiancano spesso anche in fase progettuale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

pubblicato il: