Cinque A e Sertec vincono il concorso per la nuova scuola di Monastir (Ca)

di Mariagrazia Barletta

Ambienti inondati di luce naturale, spazi interni concepiti come prosecuzione di quelli esterni, apertura al territorio e dunque alla comunità locale, per una scuola che intende riacquistare il suo ruolo fondato sulla collaborazione, la condivisione e la formazione dei cittadini, piccoli e grandi. Sono questi gli "ingredienti" principali del progetto con cui lo studio Cinque A di Treviso (Matteo Benigna, Matteo Cecchi, Diego Collini, Marco Gatti e Giovanni Manzoni) e la engineering Sertec di Torino (capogruppo è Domenico Gabriele, ingegnere) con Stefano Angelo Roletti si aggiudicano il concorso - della serie Iscol@ - per la progettazione del nuovo polo scolastico di Monastir (Cagliari).

L'architettura del nuovo polo dell'istruzione primaria e secondaria risponde alle molteplici esigenze legate alla formazione e al contempo alla necessità fisica e didattica di apertura verso l'esterno.

La risposta alla molteplicità delle funzioni richieste è risolto mediante una sequenza di volumi definiti dai progettisti: «semplici, razionali e facilmente comprensibili». Al contempo, la configurazione degli spazi esterni e delle aperture nell'involucro invita la popolazione extrascolastica a fruire del nuovo complesso. La stereometria semplice e mutevole, è valorizzata dall'utilizzo di un intonaco rigato a base di argilla con il quale i progettisti hanno inteso creare un collegamento con la matericità che caratterizza i prospetti locali.

Ingresso principale, render di Studio Bark

Il costo previsto è di 7 milioni di euro, di cui 600mila provenienti dal Fondo per la progettazione del ministero dell'Interno e 5,1 da programma regionale Iscol@. All'interno del polo saranno inclusi, oltre alle aule-atelier, spazi didattici collettivi, per l'apprendimento informale, una palestra, la mensa, un'aula magna-auditorium e una biblioteca diffusa.

Lo spazio esterno delle aule, render di studio Bark

L'atrio, render di studio Bark

«La successione logica delle funzioni, divise in spazi comuni affacciati sui perimetri esterni e area scolastica posizionata al centro del lotto, delinea la volontà di realizzare una scuola aperta alla cittadinanza. Le grandi vetrate degli spazi comuni si fanno carico di mostrare all'esterno le funzioni contenute nei fabbricati, dichiarandosi fin da subito alla collettività, mentre quelle delle aule hanno l'obiettivo di dotare lo studente di un nuovo importante elemento: la natura. Le aule, infatti, si aprono direttamente sull'uliveto storico che diventa strumento didattico, dove imparare, giocare, riposare e socializzare», affermano i progettisti di Cinque A.

Lo spazio comune tra le aule, render di studio Bark

Un'aula, render di studio Bark

«Così come l'esterno - continuano gli architetti - anche gli ambienti interni si dilatano in spazi flessibili e concatenati, fisicamente e visivamente, tra loro. La volontà di lasciare completa libertà agli utenti, e soprattutto agli studenti, di utilizzare lo spazio secondo le proprie esigenze, ha portato alla progettazione di grandi spazi condivisi, ricchi di luce e di elementi naturali».

La sala musica, render di studio Bark

La palestra, render di studio Bark

Il legno, scelto come materiale strutturale e caratterizzante, contribuisce, insieme alla luce zenitale, alla creazione di spazi caldi, confortevoli e studiati per favorire la socializzazione, l'apprendimento e il benessere.

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