in copertina foto: © Ettore Cavalli

Regola numero uno: dove lo spazio pubblico non c'è, va creato!

Qui non parliamo di contesti cittadini, ma di rigenerazione urbana nelle aree minori, spesso definite marginali e fragili, a volte difficilmente raggiungibili o mete turistiche che tornano in mente solo con l'arrivo della bella stagione.

Ma è proprio in questi territori che emerge la determinazione delle associazioni culturali, che decidono di raccogliere le forze per far rivivere i luoghi a rischio abbandono. È questo il caso dell'Argentiera, un ex borgo minerario a nord ovest della Sardegna che grazie alla vittoria del Creative Living Lab - III edizione, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, ha visto la realizzazione di uno spazio pubblico che prima non c'era.

Alla base del progetto c'è la sinergia locale, dal nord al sud della Sardegna, nata dall'incontro tra l'associazione LandWorks, da anni impegnata nella rigenerazione del borgo, e l'artista TELLAS (Fabio Schirru) - entrambi uniti dalla volontà di agire sul territorio per costruire spazi dal forte valore sociale - a cui si aggiunge il sostegno di Comune di Sassari, Fondazione Sardegna Film Commission, DADU -Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica -UniSS, Sardegna Teatro, Bepart, il contributo del DISSUF -Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione dell'Università degli Studi di Sassari e della Fondazione di Sardegna, il supporto di Univer by PPG, GCR ponteggi e la partecipazione attiva della comunità locale.

foto: © Ettore Cavalli

Un mese di intenso lavoro reso possibile anche grazie al workshop "Cantieri" lanciato prima dell'estate, che ha visto il susseguirsi di circa 100 volontari, tra studenti universitari, professionisti, giovani e anziani, locali e non.

"Si tratta di uno spazio multidisciplinare accessibile a tutti, ideale per ospitare variegati usi, dagli spettacoli teatrali, performance, cinema all'aperto, spazio gioco, leisure time o anche semplicemente per ammirare l'archeologia mineraria e riposarsi" - spiegano Andrea Maspero e Paola Serrittu, rispettivamente Presidente e socio fondatore di LandWorks - "Questo dispositivo architettonico, capace di coniugare funzionalità e spazialità, trasforma un'area interstiziale e marginale, abbandonata nel tempo, in un luogo, che oggi si rianima e si pone l'obiettivo di ri-significare l'identità".

foto: © Andrea Maspero

La scelta cromatica come affermazione identitaria

L'area abbandonata di circa 500 mq, lungo la strada che dalla piazzetta conduce al mare, rappresenta un punto cruciale del borgo, poiché affacciata sulla Laveria, l'edificio più rappresentativo ed emblematico, e sui ruderi delle cabine elettriche, del laboratorio chimico e dei magazzini a mare di supporto alle attività della miniera.

La Scala nasce, allora, dall'interpretazione del luogo, un gesto semplice che raccorda le quinte scenografiche degli edifici storici attraverso una struttura in legno composta da una serie di gradoni dalla forte identità cromatica e una rampa che la taglia diagonalmente per garantire a tutti l'accessibilità.

Alla suggestiva estetica decadente dell'esistente si contrappone, così, una struttura contemporanea, dai colori forti, che non passa inosservata nel tragitto verso il mare, rendendo immediatamente comprensibile la sua funzione.

"Il dettaglio che dà importanza a quest'opera è averla ideata e creata insieme dal principio. Unendo la parte di studio dell'area, progettazione dello spazio, e infine realizzazione. Architettura e pittura." - spiega l'artista Tellas. "L'agave è una tra le varietà presenti in questo luogo, usata sopratutto nell'area attorno a dove è stata realizzata l'opera. Da qui è nata la palette colori utilizzata come riferimento. Dall'intensità del giallo "Secret Safari" al profondo verde "Midnight Clover", passando per la morbidezza del verde "Aloe Aloe". Con cinque tonalità abbiamo voluto "giocare" con le forme, con le linee nello spazio e con la luce, creando una composizione che andasse a interagire, e ad integrarsi allo stesso tempo, in quello che è lo spazio davanti alla vecchia laveria, nella discesa che porta ad una delle più imponenti viste sul mare dell'isola"

Si tratta quindi di un intervento che non vuole essere la risposta definitiva alla necessità del recupero dell'area, ma che, con le risorse a disposizione, ha voluto proporre una soluzione, riuscendo brillantemente nell'intento.

Tra i mesi di luglio e settembre, con grande affluenza di pubblico, l'Argentiera ha potuto godere di una programmazione culturale estiva mai vista prima.

Ultimo dettaglio, ma non per importanza, La Scala definisce un'ulteriore tappa nel progetto già attivo di museo a cielo aperto fruibile grazie alla realtà aumentata. La partnership con BePart, realtà leader nei progetti di AR, ha reso possibile animare la parete verticale della Scala per raccontare tutti i passaggi della lavorazione in miniera.

foto: © Andrea Maspero

foto: © Andrea Maspero

Alcune immagini del cantiere

foto: © Andrea Maspero

foto: © Paola Serrittu

foto: © Andrea Maspero

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