64 progetti candidati e 8 opere finaliste, la prima edizione del Wood Architecture Prize - nato su iniziativa Fiera Bolzano in collaborazione con il Politecnico di Torino e lo Iuav di Venezia per valorizzare l'impiego del legno per la promozione di un'architettura sostenibile e neutrale dal punto di vista climatico - va allo studio di Luca Campri - LCA Architetti con il progetto Casa 4, a Felix Perasso e Daniele Tolpeit per l'hotel la Briosa e a  Roland Baldi Architects per la scuola materna di Sluderno.

Il concorso era aperto alle opere realizzate sul territorio nazionale a partire dall'anno 2015 capaci di rappresentare i diversi contesti applicativi e di sperimentazione.

La giuria - presieduta da Sandy Attia (MoDus Architects) e composta da Manuel Benedikter (Studio Benedikter), Guido Callegari (docente al Politecnico di Torino), Mauro Frate (Studio MFA Architects), Roberto Gargiani (docente all'EPFL di Losanna), Luca Gibello (Giornale dell'Architettura) e Paolo Simeone ((docente al Politecnico di Torino) - ha così decretato i tre progetti vincitori delle categorie: architettura privata, sperimentale e pubblica:

Per la categoria ARCHITETTURA PRIVATA il premio va a CASA 4 di LCA Architetti "perché, nel contesto delle sfide orientate alla sostenibilità ambientale rappresenta un manifesto coerente e replicabile di abitazione monofamiliare realizzata con componenti e materiali naturali. LCA, attraverso un percorso di ricerca progettuale pluriennale, ha elaborato un modello di casa essenziale nella quale la precisione e la purezza del disegno della pelle vegetale esterna in sughero, cela e protegge le strutture di abete rosso pensate come telai essenziali minimi in grado di assolvere le esigenze statiche e al contempo garantire l'integrazione di isolanti a base di paglia, di riso e fibra di legno".

Situato a Magnago, a pochi chilometri da Milano, il progetto vede la realizzazione di una casa sostenibile in legno, paglia di riso e sughero, caratterizzata da un'architettura estremamente semplice, primitiva e priva di ogni elemento non essenziale, ispirata alle piccole cascine e ai fienili della campagna lombarda.

L'edificio, progettato per una coppia desiderosa di vivere a contatto con la natura, si affaccia verso un bosco di acacie e si caratterizza per uno spazio a doppia altezza ricco di luce naturale, completamente vetrato a nord e parzialmente a sud, al fine di stabilire un dialogo diretto con il paesaggio esterno, libero da muri che ostruiscono la vista.

foto: © Simone Bossi

Per la categoria ARCHITETTURA SPERIMENTALE, la scelta è ricaduta sull'HOTEL LA BRIOSA realizzato lo scorso anno a Bolzano, per opera degli architetti altoatesini Felix Perasso e Daniele Tolpeit.

Un virtuoso esercizio di architettura in termini di soluzioni bioedili e tecnologiche adottate e di integrazione di stili tra loro apparentemente difformi nel pieno centro di Bolzano. Un progetto in cui tutto si gioca proprio sulla fusione di elementi contrastanti che dà come risultato un unico organismo nel quale coesistono tradizione e modernità.

Motivazione della giuria: "questo progetto è stato scelto quale interpretazione architettonica, audace e innovativa, del tema dell'edificio multipiano in legno nel contesto della città storica. Il progetto, sviluppato nell'ambito di un intervento di rigenerazione urbana, è caratterizzato da un approccio sperimentale sia con riferimento alle scelte formali che agli aspetti processuali e costruttivi. Dell'edificio esistente, demolito in modo parziale, è stato recuperato il basamento, a partire dal quale è stata realizzata la nuova struttura multipiano con pareti prefabbricate in legno caratterizzate dall'integrazione di aperture strombate in cemento che declinano un'inedita configurazione di facciata. Hotel La Briosa rappresenta un modello di ospitalità sostenibile ed integrata al territorio, finalità che è stata assunta dal progetto architettonico attraverso una visione di filiera territoriali mediante la produzione dei componenti ingegnerizzati in legno regionale e il coinvolgimento delle maestranze locali".

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Infine, il premio per la ARCHITETTURA PUBBLICA è stato assegnato alla SCUOLA MATERNA DI SLUDERNO (Bolzano), progettata da Roland Baldi Architects e realizzata nel 2018.

Caratterizzata da linee chiare ed elementi riconoscibili, che si armonizzano con il contesto, grazie anche all'utilizzo del legno, la scuola interpreta pienamente i valori di sostenibilità ambientale e sociale.
La sua estetica, con il tetto a falde, le facciate intonacate e le finestre, di forme diverse e disposte in modo apparentemente casuale, ricordano il disegno di un bambino ma di grandi dimensioni.

All'interno tutti gli ambienti sono accessibili tramite il luminoso atrio centrale che ricopre anche le funzioni di accoglienza, relax e gioco. Le aule per attività di gruppo sono rivolte a sud, verso il giardino di pertinenza.
Tutti gli elementi d'arredo (sgabelli, tavoli e armadietti) sono realizzati in legno e su misura, caratterizzati da colori pastello per trasmettere una sensazione di tranquillità e protezione.

L'edificio, dotato anche di un tetto verde, è progettato rispettando gli standard energetici di "Casa Clima A"

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foto: © Oskar Da Riz

Le menzioni

La prima menzione va a LILELO, l'eco lodge di Atelier LAVIT sulle colline del Monferrato, pensato come un'evoluzione della capanna primitiva e dove il legno si fa involucro protettivo.

Scelto "per l'efficace relazione non prevaricante sul paesaggio in cui si inserisce, il progetto reinterpreta la classica forma della capanna con leggerezza ed eleganza, con lo slittamento delle due superfici inclinate al colmo dell'involucro che libera il manufatto dalla consueta gravitas, trasformando un'architettura di forma archetipa in tutt'altro: un insediamento contemporaneo ed efficiente"  il progetto vede quattro moduli abitativi caratterizzati da una struttura collaborante di travi in legno accoppiate, posate in una sequenza paratattica semplice a definire il tetto/facciata, ed i controventi realizzati con sottili tiranti in acciaio.

L'innesto tra le travi accoppiate, il profilo di fissaggio in metallo per l'attacco a terra e l'integrazione delle finestre a nastro in alto enunciano le rispettive caratteristiche dei materiali combinandoli in un'architettura semplice nella concezione e nell'esecuzione.

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foto: © Silvia Lavit

La seconda menzione va invece a Ellisse Architetti per NININ, il rifugio nel bosco frutto dell'intervento di rifunzionalizzazione per il risanamento conservativo di un piccolo rustico realizzato con materiali naturali locali (pietra arenaria e legno di castagno) e a basso impatto ambientale (calce idraulica di provenienza italiana, pannelli di canapa o di fibra di legno per l'isolamento).

Il progetto è stato selezionato "per la precisione e la raffinatezza delle relazioni inventate fra il corpo edilizio preesistente in pietra arenaria e l'addizione lignea dei servizi aggiunti. L'intervento di rifunzionalizzazione ha previsto il risanamento conservativo del piccolo rustico in pietra un tempo funzionale alle attività agricole. È stato esplorato un tema che oggi trova sempre più frequente applicazione: la collocazione in spazi oggi riconquistati dal Bosco in una condizione dell'abitare sub-urbano, al di fuori dei centri consolidati, delineando una strategia di recupero dei luoghi del loisir come ambiti per residenze temporanee e turistiche"

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foto: © Fabio Oggero

Gli altri finalisti

CIASA AQUA BAD CORTINA

Pedevilla Architects | Val Badia, 2020

Una casa d'alta montagna realizzata con materiali naturali e di provenienza locale che mette al centro l'attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale.

Il progetto mostra continuità tra tetto e facciata, con la struttura portante in legno di abete rosso, le superfici interne e i mobili su misura in legno massiccio di pino cembro piallato a mano.

La caratteristica facciata mostra un rivestimento in scandole di larice tagliate a mano, mentre il cemento per il seminterrato è costituito da roccia dolomitica proveniente dal torrente di passaggio, arricchita con l'acqua termale della casa.

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foto: © Gustav Willeit

SAGM - SCULPTURE ATELIER GALLIANI MONTECCHIO

NAT office | Montecchia Emilia (RE), 2022

L'atelier di scultura dell'artista Michelangelo Galliani a Montecchio Emilia è uno spazio di lavoro minimale, aperto, connesso all'esistente casa per dimensioni e proporzioni. Il legno, con la struttura a portale inclinato, i suoi controventi e i dettagli di ancoraggio, delinea l'esterno del volume in modo omogeneo.

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foto: © Filippo Poli

RESURREZIONE DI NOSTRO SIGNORE

TAMassociati | Viareggio (LU), 2019

Un progetto che diventa un segno di rinnovamento per l'intero quartiere e in cui il tema della sostenibilità è stato affrontato proponendo un edificio altamente performante dal punto di vista del risparmio energetico e della manutenibilità, e attraverso l'impiego di una struttura in legno, con pannelli X-lam.

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foto: © Andrea Avezzù, courtesy of TAMassociati

Il Wood Architecture Prize rappresenta il primo premio in Italia dedicato alle costruzioni in legno, un riconoscimento mosso anche dai dati del 7° Rapporto dell'Edilizia in Legno, diffusi dal Centro Studi di FederlegnoArredo per Assolegno, che dimostra come la bioedilizia in legno continua a fare progressi.

Nel 2021, il segmento delle costruzioni ha registrato un valore di quasi 1,8 miliardi di euro e l'Italia è diventata il terzo produttore europeo di case in legno, con una crescita del 33% rispetto al 2020.
Nonostante i dati positivi, che mostrano la diffusione della cultura del legno, l'Italia si colloca ancora ben lontano dalla vetta della classifica, che vede i risultati nel nord Europa, dove il legno tecnologico in edilizia si sta affermando come uno dei materiali protagonisti della transizione energetica imposta dall'Agenda 2030.

Premio per i vincitori del Wood Architecture Prize, un reportage fotografico delle opere per ciascuna delle categorie a cura dello studio fotografico Barbara Corisco, la partecipazione degli autori delle opere premiate come speaker alla manifestazione "Waiting for Wood Summit 2024",

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