Cala il sipario anche sulla Milano Design Week 2024.

Ma che fine fanno le installazioni?

Molte vengono smantellate, finiscono in deposito e la loro vita continua solamente nella memoria di chi, per qualche minuto, è riuscito a contemplarle. Altre, invece, hanno una vita più fortunata e, dopo il vortice della manifestazione, trovano casa da un'altra parte, magari lontane dal caos della città e pronte ad accogliere nuove funzioni e attività.

È questo il caso di Umbral, protagonista della scena all'interno del Cortile d'Onore dell'Università degli Studi di Milano in via del Perdono, all'interno del consueto format di Interni Magazine, quest'anno intitolato Cross - Vision e che, dopo il 28 aprile (data di smantellamento) attraverserà il mare per raggiungere il nord della Sardegna.

Tempo fa vi avevamo raccontato di Casa Albini ad Aglientu - la dimora-museo ispirata allo stazzo gallurese e arredata con gli iconici pezzi di design - nata per volere della Presidente della Fondazione, Paola Albini, con lo scopo di promuovere laboratori partecipati a partire dal metodo del grande maestro. 

Qui, lo scorso settembre aveva preso forma il concept di Umbral, nato dal mix di idee di Guillermo Sanchez Cardenas, Veronica Pesenti Rossi e Carlo Farina, vincitori del concorso bandito lo scorso anno da Fondazione Albini e Rubner Haus per promuovere i giovani talenti. E sempre qui l'installazione troverà casa definitiva, adibita a sede dei corsi residenziali della fondazione.

Sette giorni di vita condivisa e un percorso di co-progettazione che, con il supporto tecnico degli ingegneri di Rubner Haus, ha fatto prendere vita a una struttura basata sui principi di scomposizione, ricerca dell'essenza, ricomposizione, verifica e responsabilità sociale. I punti cardine del metodo albiniano diventano qui gli ingredienti principali di progetto, conditi dalla calorosa partecipazione del pubblico del Fuorisalone 2024! 

Umbral, il tempio dell'ascolto: tra spazi, simboli e significati

Umbral significa soglia, e rappresenta proprio il confine tra il caos esterno e la quiete al suo interno. Un tempio dell'ascolto - così era stato definito in fase di co-progettazione - un luogo per ascoltare il sè interiore, ma anche un angolo raccolto e accogliente per l'incontro, dove la soglia rappresenta il passaggio verso una nuova dimensione.

Il volume, dalla geometria semplice a pianta rettangolare, si compone di cinque moduli di due altezze differenti e, come uno scrigno, custodisce un po' di ciascuno dei suoi progettisti.

Basato sul sistema Blockhaus, ideato da Rubner Haus per le architetture in legno, la struttura gioca con luci ed ombre, consentendo ai raggi di sole di filtrare, accompagnando il visitatore nel percorso di scoperta.

Al centro della stanza, un filo rosso simboleggia un albero, simbolo di vita e di relazioni, per poi svelare, poco a poco, le opere realizzate dai giovani artisti/progettisti.

Esternamente, la bicromia zebrata a liste orizzontali esalta l'elemento del Blockhaus e suggerisce al visitatore di prepararsi a entrare in un luogo "santo", alludendo al racconto di Franco Albini in una cartolina al figlio Marco dove sottolineava che "solo i luoghi sacri hanno il diritto a essere costruiti a righe bianche e nere".

Se sei curioso di scorpire il processo di progettazione, scarica il docufilm

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