Per conoscere il vincitore bisognerà aspettare ancora, ma nel frattempo il Nelson-Atkins Museum of Art ha reso noti i sei studi internazionali che concorrono alla vittoria per il suo ampliamento. Il museo, tra i più importanti degli Stati Uniti, custodisce una straordinaria collezione di oltre 42.000 opere d'arte.
Il concorso di progettazione, bandito lo scorso di ottobre, fa parte di un ampio piano di rinnovamento, fortemente voluto dall'istituzione per rispondere alle nuove esigenze di fruizione del pubblico contemporaneo, sempre più diversificato e intergenerazionale, con interessi artistici eterogenei.
Oltre alla parziale ristrutturazione dell'edificio storico e alla valorizzazione del grande parco esterno, le prescrizioni del bando richiedevano l'integrazione di un nuovo volume - o un insieme di più volumi - per una superficie complessiva di quasi 6.000 metri quadrati.
Tra i 182 progetti provenienti da 30 Paesi, la giuria ha selezionato i sei finalisti sottolineando l'altissima qualità delle proposte ricevute.
Durante la presentazione dei progetti, Julián Zugazagoitia, direttore e CEO del Nelson-Atkins ha sottolineato le varietà di prospettive offerte per il futuro del museo. "Abbiamo chiesto mosse audaci e stimolanti che rispettassero anche il campus del museo esistente e sono così felice di dire che le abbiamo ricevute in questi progetti iniziali - ha affermato - Ognuno è una risposta affascinante a un brief di progetto complesso, e insieme apportano una miriade di prospettive. I team hanno illuminato i loro raggi di pensiero sulle nostre grandi domande: come sintetizziamo le nostre icone esistenti con una nuova proposta? Come modernizziamo e abbracciamo il futuro ma manteniamo il meglio della nostra storia? E, soprattutto, come creiamo un museo che sia trasparente per tutti e instilli un senso di appartenenza e benessere?"
Il comitato di selezione degli architetti (ASC) del museo si riunirà a fine primavera per l'incontro con i finalisti.
Dopo la ratifica e la nomina del team vincitore, il progetto scelto verrà perfezionato in stretta collaborazione con il museo e con le comunità locali.
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I progetti finalisti
Kengo Kuma (Tokyo)
con GGN (Landscape Architecture), Endelman & Associates (Accessibility), Post Oak Preservation Solutions (Heritage), Art Processors (Exhibition and Experience Design), Buro Happold (Engineering (Structural/MEP/Lighting)
Un "arazzo culturale" che, come consuetudine nei progetti di Kengo Kuma si ispira al contesto naturale, dalle praterie ai letti dei fiumi e dalle scogliere calcaree del Midwest River / Stone, intrecciando arte, persone e paesaggio.
Percorsi fluidi uniscono il Nelson-Atkins Building del 1933, il Bloch Building e una nuova espansione fondata su materiali locali e gesti a misura d'uomo. Portici, passaggi coperti e terrazze dissolvono la forma, incoraggiando incontri spontanei e collegando il museo ai quartieri circostanti.


Renzo Piano Building Workshop (Genova)
con West 8 (Landscape Architecture), Arup (Sustainability, Engineering (Structural/MEP/Lighting)
Conciliare passato e presente è alla base del progetto proposto dal RPBW, per dare vita a un museo aperto e accessibile.
Dialogando con l'aggiunta di Steven Holl a est, la proposta cerca di ripristinare l'equilibrio, bilanciando il vecchio con il nuovo, attraverso un paio di interventi precisi a nord e a sud. Le ampie e monumentali scale, da sempre simbolo dell'inaccessibilità dell'arte, vengono trasformate, sostituite da una soglia aperta che accoglie visitatori di ogni estrazione, dissolvendo la nozione di arte come privilegio riservato a pochi.
Un padiglione trasparente, pieno di luce e poroso, cancella il confine tra istituzione e comunità, rendendo il museo parte integrante della vita dinamica della città.


Selldorf Architects (New York)
con Reed Hilderbrand (Landscape Architecture), Atelier Ten (Sustainability), Two Row Architect (Indigenous Consultant), Renfro Design Group (Lighting), Arup (MEP Engineering), Guy Nordenson & Associates (Structural Engineering), TYLin Silman (Structural Engineering)
Un museo di tutti e per tutti, basato sulla volontà di connettere l'istituzione culturale con il paesaggio, con la storia della città. L'architettura si fa aperta, accessibile, trasparente e flessibile, composta da una serie di volumi che spazi dedicati all'arte, ma anche alla socializzazione e al relax.


Studio Gang (Chicago)
con SCAPE (Landscape Architecture), Atelier Ten (Sustainability), JSA/MIXdesign (Inclusive Design), Snyder Consultancy (Cultural Strategy), Heritage Consulting Group (Heritage), Burns & McDonnell (Civil Engineering), Lam Partners (Lighting), Altieri (MEP Engineering), Thornton Tomasetti (Structural Engineering)
Il collegamento del Nelson-Atkins con lo Sculpture Park è il concept alla base del progetto: unendo l'interno e l'esterno, la nuova architettura accoglie i visitatori in un'atmosfera vivace e dinamica. A sud, l'ala Art Bluff ospita i nuovi spazi espositivi, educativi e sociali del museo, mentre a nord l'intervento paesaggistico e un bar animano la piazza, rendendo l'ingresso principale del museo completamente accessibile.


Weiss/ Manfredi Architecture (New York)
con SCAPE (Landscape Architecture), Atelier Ten (Sustainability), WeShouldDoItAll (Exhibition and Experience Design), Taliaferro & Browne (Civil Engineering), Jaros, Baum & Bolles (MEP Engineering), Severud Associates (Structural Engineering)
Integrando un nuovo volume sul lato ovest, con l'ampliamento della South Terrace, il progetto riattiva lo spazio mussale attorno al prezioso Sculpture Park. Le azioni puntuali e le aggiunte luminose rinnovano l'immagine del museo attraverso nuove trasparenze che mettono in connessione l'interno e l'esterno.
Le gallerie nuove e quelle esistenti, gli spazi ampliati per istruzione, spettacoli, eventi e ristorazione si affacciano tutti sul reinventato Sculpture Park, creando nuove connessioni visive tra architettura e paesaggio, arte ed ecologia, per invitare la comunità a impegnarsi nella scrittura di un nuovo capitolo del polo culturale.


WHY Architecture (Los Angeles)
con WILDING x WHY (Landscape Architecture), Atelier Ten (Sustainability), STRATA Architecture + Preservation (Heritage), Arup (MEP Engineering and Lighting), TYLin Silman (Structural Engineering)
Concepita come "un abbraccio", la proposta avvolge i tre lati del museo esistente, creando nuove connessioni tra galleria, paesaggi e città. Il volume del nuovo padiglione d'ingresso accoglie i visitatori, mentre un nuovo sistema di percorsi collega spazi per l'arte, eventi, ristorazione e giardini. Fiore all'occhiello, la nuova Sky Wing, pensata per offrire una vista prospettica privilegiata su Kansas City.


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