Revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio, ok al Senato. Le novità

Tra i principi della delega: l'introduzione del silenzio-assenso, l'esclusione dal nulla osta paesaggistico degli interventi di lieve entità

di Mariagrazia Barletta

È stato approvato in Aula al Senato il disegno di legge per la revisione del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, che ora passa all'esame dell'altro ramo del Parlamento.

Eliminate le modifiche dirette al Dlgs 42 del 2004, restano nel testo i principi sulla base dei quali il governo dovrà mettere mano al Codice. Tra questi l'introduzione del silenzio-assenso una volta scaduti i tempi di risposta della Soprintendenza. Il governo dovrà anche provvedere ad armonizzare le previsioni del Codice dei Beni culturali e del paesaggio con le norme sul procedimento amministrativo (art. 17-bis) e con quelle del Testo unico dell'Edilizia.

Un altro paletto importante per l'impatto che avrà, introdotto nella delega, è quello che prevede l'esclusione dal nulla osta paesaggistico degli interventi di lieve entità definiti dall'Allegato B al Dpr 13 febbraio 2017, n. 31 e attualmente soggetti ad autorizzazione semplificata. 

Il governo sarà tenuto anche ad individuare le tipologie di intervento di prevenzione del rischio idrogeologico, idraulico e sismico, di rafforzamento della sicurezza del patrimonio culturale e di ripristino delle infrastrutture danneggiate a seguito di calamità naturali alle quali applicare una specifica disciplina procedimentale semplificata.

I decreti legislativi tenuti a trasformare le indicazioni del Parlamento in disposizioni di legge dovranno essere emanati entro un anno dalla conversione in legge del Ddl su proposta del ministero della Cultura sentita la Conferenza unificata e previo parere dei due rami del Parlamento.

Entro 60 giorni dalla conversione in legge del Ddl, inoltre, il ministero della Cultura dovrà redigere delle linee guida che consentano in modo chiaro distinguere tra interventi esclusi dall'autorizzazione paesaggistica, interventi di lieve entità soggetti a procedimento autorizzatorio semplificato e interventi soggetti al regime ordinario.

Il testo è stato molto modificato dalle Commissioni Ambiente e Cultura di Palazzo Madama, che, della proposta presentata da Roberto Marti (Lega), ha cancellato le modifiche dirette al Codice Urbani che tentavano di togliere potere alle Soprintendenze, ad esempio, escludendo dal nulla osta paesaggistico gli interventi sottoposti a Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), nonché quelli sottoposti a Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) nei casi in cui l'eventuale aumento di volume non superasse la soglia del 20%. Stessa esclusione era prevista per le modifiche, asseverate dal tecnico abilitato, rispettose del carattere dell'immobile, ma non è stata conservata nel testo approvato al Senato.

Il testo approvato al Senato

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