di Eleonora Bosco
L’eccellenza nella costruzione di ambienti innovativi e al tempo stesso intrisi di elementi tradizionali, fanno del team di progettazione MOD (Ministry of design), uno dei più validi designer a livello internazionale.
La commissione per la realizzazione di un residence a Georgetown a Penang nasce come prolungamento del ristorante cinese e occidentale costruito nel 1919 dai fratelli Loy Kok e tuttora in piena attività. L’intenzione era quella di creare 5 confortevoli e suggestive suite in cui gli ospiti potessero alloggiare per brevi o lunghi periodi. Ecco, allora, l’idea di localizzare i nuovi ambienti in 5 botteghe pre-guerra caratteristiche di Georgetown, sito riconosciuto dall’UNESCO per la ricchezza di patrimonio.
L’impronta stilistica di Colin Seah, fondatore e direttore di Mod, si ispira alla cornice di Penang del 1900 e al suo romanticismo, capace di affascinare e sedurre nei tempi passati, ma anche tuttora.
Proprio da questo legame invisibile è partito il lavoro di progettazione, curando il giusto equilibrio tra epoca passata tocco contemporaneo e cercando di modernizzare materiali e accostamenti.
La sensazione provata nell’attraversare il vicolo in cui si affacciano le suite rimanda certamente la mente alle strade strette e agli angoli nascosti di tempi remoti. Per ciascuna è stato previsto un balconcino privato e un piccolo giardino.
Gli interni delle camere colpiscono per l’assoluta perfezione nel riuscire ad avvicinare nella stessa zona materiali, forme e trame completamente opposte fra loro. I mattoni ruvidi delle pareti sono piacevolmente allietati da luci soffuse e led che quasi ne ammorbidiscono la superficie. Pavimenti in legno tradizionale sono contrastati da dispositivi elettronici, capaci quasi di “lievitare” nello spazio contemporaneo creato.
Minimalismo, essenzialità e grande cura nei dettagli, trasmettono un grande calore domestico e un coinvolgimento magico.
Anche le aree destinate alla reception e all’ingresso hanno concettualmente le stesse caratteristiche di mantenimento e di autenticità, spaziando tra materiali, finiture e complementi differenti ma complementari. Il progetto fa parte di un più ampio piano d’azione intrapreso da Jonathan Foo, “il living heritage” intento, grazie a un numeroso team di designer, architetti e ingegneri, a preservare e conservare gli edifici con particolare significato storico.
Architetti: http://www.modonline.com/
Fotografo: CI&A photography (Edward Hendricks)
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