Come descriverebbe il suo stile? Quale suo lavoro lo rappresenta al meglio?
Il mio stile è sia grafico che minimal. Avendo lavorato come graphic designer per molto tempi, le mie idee partono sempre da un disegno grafico indipendentemente dalla natura del progetto. Inoltre, la mia volontà è di creare idee semplici e chiare. Il processo creativo è fatto di diversi step, come ad esempio porsi un obiettivo, individuando i problemi e le loro soluzioni, e riducendo al minimo gli eccessi sia in termine di informazione che di meccanismo ed espressione. Si tratta di un percorso che accomuna tutte le sfumature del design.
Una delle mie opere, chiamata “sen”, riflette molto bene il mio stile: si tratta di una collezione di arredamento che trasforma le linee 2D, quelle del disegno classico, in forme tridimensionali; “sen” in questo modo racchiude diverse funzioni al suo interno, come quella di prodotto nonché un ruolo di composizione planare e comunicazione grafica. Infine, è stata creata con linee che minimizzano l’eccesso, al fine di esprimere al meglio sia la forma che la funzionalità della collezione.
Quali materiali preferisce?
Dipende dai progetti: ciascuno ha obiettivi differenti e questo mi spinge a cercare il materiale migliore per raggiungerli.
Quanto è difficile essere innovativi nel design?
Non so se sia più difficile esserlo o non esserlo, quel che è certo per me è che nel design la parte più impegnativa e importante è individuare i metodi espressivi e le tecniche che si adattano meglio a ciascun progetto. Per questo motivo cerco sempre di pensare in modo non convenzionale, e di partire da zero in ogni progetto. Inoltre è bene ricordare il ruolo principale sia del graphic design – che comunica con le persone – che dei prodotti di design – che vengono usati dalle persone. Da una parte, ciò che è grafico si riallaccia principalmente a un mondo immaginario; dall’altra, il prodotto appartiene a una realtà solida, concreta. Queste differenze si intersecano tra loro, creando risultati interessanti e rendendo la mia professione avvincente.
Secondo lei qual è lo scopo principale di un oggetto di design? Cosa deve avere?
Credo che un oggetto di design debba presentare i valori richiesti: forma, funzione, informazione, meccanismo, filosofia. La filosofia al giorno d’oggi si sta facendo sempre più importante, al pari di forma e funzione, e ciò porta il designer a individuare i valori cruciali per ogni oggetto.
Qual è la caratteristica principale del design giapponese?
Credo che il suo tratto distintivo appartenga alla tradizione della cerimonia del thè, fatta di semplicità, efficienza, ma anche decori floreali. Infine, c’è una sorta di poeticità nelle forme stesse a causa della forte influenza della natura, e dell’alternarsi delle stagioni.
di Elena Belli
INFO: www.shinnasano.com
PHOTO COURTESY: Shinn Asano
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