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Ormai è noto ai più che il Building Information Modeling è un innovativo metodo di progettazione per oggetti che sta rivoluzionando e sostituendo il più tradizionale sistema di progettazione 2D in CAD, usato ormai fin dal lontano 1982.

Le principali differenze tra CAD e BIM sono due: innanzitutto attraverso il BIM è possibile racchiudere in un unico modello tutte le informazioni sul progetto relative a tutte le discipline usate, dalla progettazione alla gestione del cantiere; la seconda differenza, poi, sta proprio nella tecnica usata per realizzare il modello, laddove nei software CAD si usavano delle semplici linee come unità alla base del progetto, nei software BIM queste vengono sostituite da dei veri e propri oggetti 2D o 3D corredati da informazioni e parametri. Tutto ciò è possibile grazie all'esistenza delle Famiglie BIM.

Per comprendere appieno, perciò, le potenzialità di un programma come Revit e del suo rapporto con la progettazione BIM, occorre analizzare il significato di Famiglie BIM, gli elementi base che caratterizzano il software.

Famiglie BIM: cosa sono

Le Famiglie BIM sono una delle caratteristiche principali di BIM con Revit, se non la più importante. Nello specifico, esse sono la raccolta e la definizione di tutti gli oggetti e gli elementi che possono essere inseriti all'interno di un progetto tridimensionale, quanto bidimensionale, come muri, porte e finestre, tetti, arredi, ecc.

Sostanzialmente quindi, le Famiglie BIM sono tutto ciò che è possibile creare attraverso l'utilizzo del software. Inoltre, le Famiglie BIM sono misura fondamentale della progettazione in Revit in tutte le sue discipline, quindi trovano ampio uso anche nell'ambito di progetti strutturali o impiantistici.

Suddette Famiglie BIM vengono ulteriormente suddivise in rami più piccoli, quali:

  • famiglie di sistema, ovvero tutti gli elementi strutturali che caratterizzano l'edificio, come muri, pavimenti, scale, ringhiere, ecc. Le famiglie di sistema si distinguono poiché per essere utilizzate correttamente debbono essere caricate in origine nel progetto, oppure vengono inserite in automatico dal template di lavoro di base;
  • famiglie caricabili, ovvero tutte quelle che comprendono elementi non strutturali, che hanno estensione RFA e sono riscontrabili all'interno delle librerie. Ad esempio, famiglie di porte, di finestre, di arredo e di illuminazione;
  • famiglie specifiche (o locali) sono degli elementi unici creabili dall'utente. Sono dunque oggetti modellati e modellabili per uno specifico progetto. Terminato il lavoro, queste famiglie solitamente non vengono più utilizzate.

Determinate le tipologie, vediamo le differenze principali fra le categorie elencate in precedenza.

Alla fine della scala di definizione ramificata, vi sono le cosiddette Famiglie Nidificate, le quali consentono ai progettisti di poter aggiungere elementi alle macrocategorie.

Ad esempio, in una specifica famiglia dedicata all'arredo, sarà possibile inserire una sedia dal design innovativo, uno sgabello particolare o un determinato tavolino dentro le famiglie caricabili dedicate agli elementi non strutturali.

Allo stesso modo, si potranno inserire nuovi elementi alle famiglie BIM destinate agli elementi strutturali.

Oltre le Famiglie BIM: cos'è BIM Starter

Per comprendere l'importanza e la complessità delle Famiglie BIM, basti pensare che, al giorno d'oggi, esiste una sola libreria multimediale esistente prettamente italiana, ovvero BIM Starter.

Essa è strutturata da un insieme di template progettuali, famiglie di sistema ed una guida pratico/operativa per la sua comprensione ed il suo utilizzo.

È venuta alla luce con il solo obiettivo di risultare pratica e veloce, dunque essenziale per il lavoro di un progettista, mettendosi al suo servizio. Al suo interno, BIM Starter conserva un numero che si aggira attorno alle 1800 famiglie, tutte incasellate all'interno di cartelle di lavoro che ne indicano categoria e specifico ambito lavorativo: come una vera e propria biblioteca BIM multimediale.

Ogni famiglia all'interno della libreria è stata definita minuziosamente nelle sue proprie caratteristiche formali, ovvero il lessico opzionato per i parametri d'impostazione grafica. Questo, con l'obiettivo di avere un allineamento grafico ed un equo bilanciamento in termini di qualità degli elementi presenti.

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