Terre in Movimento. VERSO, l'allestimento dello studio Gnomone che riflette lo spazio per riflettere sul terremoto

Giunge al termine il progetto espositivo Terre in Movimento, promosso dalla Soprintendenza in partnership con il MAXXI e l'Associazione Demanio Marittimo.Km-278 nel quadro delle attività del MiBACT per le aree colpite dal sisma del 2016. Analizziamo l'allestimento del giovane studio Gnomone, un percorso espositivo dal doppio volto.

Riflettere lo spazio per riflettere attorno un evento traumatico, com'è stato il terremoto nelle Marche del 2016. Una duplice valenza della "riflessione", da un lato quella evocativa, legata alla distruzione di edifici, monumenti, luoghi del ricco patrimonio culturale resi inaccessibili; dall'altro quella materiale, relativa alle superfici della chiesa di San Gregorio Illuminato, riaperta recentemente al pubblico dopo un restauro durato 46 anni.

Tutto questo grazie al progetto Terre in Movimento, curato da Carlo Birozzi e Pippo Ciorra (con l'organizzazione e il coordinamento di Cristiana Colli) e promosso e prodotto dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Marche in partnership con il MAXXI e l'Associazione Demanio Marittimo.Km-278 nel quadro delle attività del MiBACT per le aree colpite dal sisma del 2016, mostra inaugurata lo scorso 18 dicembre e che volge ormai al termine.

Il coinvolgimento di tre artisti - Olivo Barbieri, Paola De Pietri e Petra Noordkamp - invitati ad elaborare uno sguardo personale (che vede le "le terre in movimento" come idea della transizione e delle trasformazioni morfologiche, economiche, culturali e comunitarie del territorio marchigiano e adriatico) rende protagonista insieme a loro il giovane studio Gnomone, designato per curare il complesso allestimento (dopo una selezione che ha visto partecipare i 7 gruppi che negli anni hanno collaborato al progetto Demanio Marittimo.Km-278).

Con alle spalle la giusta esperienza in tema allestitivo, lo studio romano Gnomone, fondato nel 2013 da Federica Andreoni, Mattia Biagi, Annachiara Bonora, Valeria Lollobattista, Marco Mondello e Valerio Socciarelli, ha così dovuto trasformare l'idea della narrazione in un percorso espositivo che contenesse al suo interno tanto il significato alla base del progetto, quanto la trasformazione dello spazio, funzionale a una mostra d'arte.

Foto: © Marco Maria Zanin

VERSO | Un allestimento dalla duplice valenza

Un intervento assai complesso, considerata la forte caratterizzazione spaziale dell'edificio ospitante e la necessità di trovare la giusta dimensione per le opere dei tre artisti, abilmente tradotto in un percorso espositivo che riserva due esperienze distinte ma combinate tra loro.

Il progetto allestitivo si caratterizza dunque per un unico elemento costituito da due facce opposte, definendo così un sistema spaziale duale, che si concretizza in un percorso interno ed uno esterno: lo spazio esterno è interamente dedicato alle opere degli artisti, caratterizzato da pareti bianche che permettono la giusta lettura di fotografie e opere video. Lo spazio interno, invece, vero cuore del progetto, mostra un ambiente "concitato e disorientante" in cui la chiesa si moltiplica e si riproduce dando luogo ad effetti inaspettati.

Una strategia, quella adottata, che ribadendo la natura processionale della chiesa, libera le pareti da schermi e superfici espositive per permettere alle opere di dialogare a distanza e senza mediazione con gli elementi architettonici e gli apparati decorativi.

Il visitatore vede così riflessa la sua immagine come fosse terra in movimento, che si moltiplica in accordo con le superfici interne della chiesa; in alcuni tratti il percorso viene volutamente interrotto, incanalando la vista su scorci prospettivi che provocano, in chi lo percorre, il passaggio dalla riflessione al sentimento di empatia, in perfetto accordo e armonia con le opere esposte. 

Foto: © Marco Maria Zanin

www.gnomone.com

di Elisa Scapicchio

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