Verso la transizione ecologica: dal bonus per sistemi di accumulo per rinnovabili ai fondi per centrare i target «Fit for 55»

Dalla legge di Bilancio 2022 misure per l'efficientamento e per mantenere gli impegni presi, dalla Cop21 all'ultima di Glasgow

di Mariagrazia Barletta

Un nuovo credito di imposta dedicato all'installazione di sistemi di accumulo a servizio di impianti per la produzione di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili. A prevederlo è la legge di Bilancio 2022 in vigore dal 1° gennaio. I dettagli del nuovo incentivo ancora non si conoscono: sarà un decreto del ministero dell'Economia a definire ogni aspetto, compresa l'entità della detrazione. Per ora, viene definita la copertura della nuova misura, pari a 3 milioni di euro per il 2022. Vi potranno accedere anche gli impianti che beneficiano degli incentivi dello scambio sul posto.

La legge di Bilancio istituisce anche un fondo da 2 miliardi di euro per centrare i target del pacchetto climatico «Fit for 55», con cui la Commissione Ue ha fissato l'obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 e rispetto al 1990 (programma Green deal), al fine di raggiungere la «carbon neutrality» entro il 2050. Le risorse, spalmate su 12 anni (dal 2023 al 2034), saranno destinate al rinnovo degli autobus del trasporto pubblico locale, all'acquisto di treni ad idrogeno, alla realizzazione di ciclovie urbane e turistiche, allo sviluppo del trasporto merci intermodale su ferro, alla diffusione di carburanti alternativi per l'alimentazione di navi e aerei. Saranno uno o più decreti del ministero delle Infrastrutture a individuare nel dettaglio gli interventi ammissibili e le modalità per l'assegnazione delle risorse.

Per far fronte agli impegni presi a livello internazionale, prima con la Cop 21 di Parigi e in ultimo con la Cop 26 di Glasgow, l'Italia istituisce, nello stato di previsione del ministero dell'Economia, il fondo italiano per il clima, con una dotazione di 840 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 e di 40 milioni a partire dal 2027, incrementabile con il contributo di soggetti pubblici o privati, nazionali o internazionali. Finanzierà interventi a vantaggio di soggetti pubblici e privati, purché contribuiscano al raggiungimento dei target stabiliti con gli accordi internazionali. Si tratta di un fondo cosiddetto rotativo, in pratica è alimentato da risorse pubbliche e dal rientro di somme restituite dalle imprese che ne hanno beneficiato. Quindi il fondo si rigenera attraverso le somme che vi rientrano. Anche in questo caso, le modalità per l'utilizzo delle risorse saranno determinate attraverso un decreto attuativo (di competenza del ministero per la Transizione ecologica con il concerto dei ministeri degli Affari esteri e dell'Economia).

Un novità riguarda anche il fondo nazionale per l'efficienza energetica (istituito dal Dlgs 102 del 2014) che finanzia tra l'altro interventi di efficientamento di fabbricati residenziali, compresa l'edilizia popolare, e di edifici della Pa, la realizzazione di reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento, interventi di efficientamento per servizi come l'illuminazione pubblica e di riduzione dei consumi nei settori dell'industria e dei servizi. In particolare, una quota del fondo, pari a 8 milioni annui a partire dal 2022, viene riservata all'erogazione di contributi a fondo perduto.

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