Ormai è un dato di fatto: dalla Biennale non ci si deve più aspettare l'esposizione prettamente legata alla tecnica e alle innovazioni nel settore dell'architettura. Bisogna andare oltre, fare uno sforzo in più e cercare di capire quali concetti dobbiamo approfondire per affrontare le nuove sfide della contemporaneità.

Il Laboratorio del Futuro di Lesley Lokko non fa eccezione e, anzi, si propone come un nuovo bacino denso di nuove parole, simboli e concetti che ritroveremo, con buona probabilità, nei prossimi anni.

Campo libero alla ricerca multidisciplinare, che mette a sistema tutte le arti, dalla fotografia al video fino alla performance, invitando a guardare l'architettura non solo come oggetto, ma soprattutto come macro contenitore di relazioni, sia umane che con la natura che ci circonda.

Allora, forse, il significato della Biennale è proprio questo: portarci a riflettere, porci delle domande che, con il tempo, troveranno risposta e - si spera - soluzioni applicative all'altezza. I prossimi due anni serviranno, dunque, a metabolizzare quanto appreso all'interno della Mostra, pronti per rimanere spiazzati, confusi e altrettanto curiosi l'edizione successiva.

Dopo il Leone d'oro alla carriera a DEMAS NWOKO, artista, designer e architetto nigeriano, reso noto qualche settimana fa, vediamo adesso i premi assegnati durante la cerimonia di sabato 20 maggio e le motivazioni della giuria internazionale composta da Ippolito Pestellini Laparelli (presidente, Italia), Nora Akawi (Palestina); Thelma Golden (USA), Tau Tavengwa (Zinbabwe) e Izabela Wieczorek (Polonia)

courtesy La Biennale di Venezia 

Leone d'oro per la migliore Partecipazione Nazionale

Con il titolo "TERRA" è il PADIGLIONE DEL BRASILE - nei Giardini della Biennale - ad aggiudicarsi l'ambito Leone d'oro per la migliore Partecipazione Nazionale, "per una mostra di ricerca e un intervento architettonico che centrano le filosofie e gli immaginari della popolazione indigena e nera verso modi di riparazione".

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foto: Matteo de Mayda | courtesy La Biennale di Venezia 

MENZIONE SPECIALE come partecipazione nazionale alla GRAN BRETAGNA

"per la strategia curatoriale e le proposte progettuali che celebrano la potenza dei rituali quotidiani come forme di resistenza e come pratiche spaziali nelle comunità della diaspora".

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foto: © Marco Zorzanello | courtesy La Biennale di Venezia 

LEONE D'ORO PER IL MIGLIOR PARTECIPANTE

a DAAR - ALESSANDRO PETTI E SANDI HILAL "per il loro impegno di lunga data teso a un profondo coinvolgimento politico con pratiche architettoniche e di apprendimento della decolonizzazione in Palestina e in Europa".

foto: © Marco Zorzanello | courtesy La Biennale di Venezia 

LEONE D'ARGENTO PER UN PROMETTENTE GIOVANE

a OLALEKAN JEYIFOUS "per un'installazione multimediale che esplora una pratica di costruzione del mondo capace di allargare le prospettive e l'immaginazione del pubblico, offrendo visioni di un futuro decolonizzato e decarbonizzato".

foto: © Matteo de Mayda | courtesy La Biennale di Venezia 

ALTRE TRE MENZIONI SPECIALI come partecipante alla 18. Mostra "The Laboratory of the Future"

TWENTY NINE STUDIO / SAMMY BALOJI "per un'installazione in tre parti che interroga il passato, il presente e il futuro della Repubblica Democratica del Congo, attraverso uno scavo di archivi architettonici coloniali".

foto: © Andrea Avezzù | courtesy La Biennale di Venezia  

WOLFF ARCHITECTS "per un'installazione che riflette una pratica progettuale collaborativa e multimodale, nonché un approccio articolato eimmaginativoalle risorse, alla ricerca e alla rappresentazione".

foto: © Marco Zorzanello | courtesy La Biennale di Venezia 

THANDI LOEWENSON "per una pratica di ricerca militante che materializza storie di spazi di lotte per la terra, estrazione e liberazione attraverso il mezzo della grafite e della scrittura speculativa come strumenti di progettazione"

foto: © Matteo de Mayda | courtesy La Biennale di Venezia 

Tutti i premi → labiennale.org

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