«Ci siamo iscritti all'Università a cavallo della crisi economica 2007-2008 e una volta laureati ci siamo dovuti confrontare con un mercato del lavoro che non era certamente pronto ad accoglierci. Negli ultimi due anni, poi, siamo rimasti chiusi in casa per via della crisi pandemica e ci troviamo nel bel mezzo di una crisi energetica e politica. Tuttavia è forse la crisi ambientale quella che avrà l'impatto più forte sulle nostre vite quotidiane e il settore delle costruzioni, a cui l'architettura si rivolge, è tra i maggiori responsabili del consumo di risorse e di emissioni in ambiente a livello globale. [...] Rappresentiamo una generazione cresciuta in un contesto di permanente crisi».

Sottolineando il ruolo degli architetti, sempre meno protagonisti nelle trasformazioni di città e territori nonostante le debolezze croniche del nostro contesto, il team curatoriale del Padiglione Italia, Fosbury Architecture, ha presentato questo pomeriggio a Roma, in conferenza stampa dalla Sala Spadolini, il progetto che tra meno di un mese vedremo allestito in Arsenale nel Padiglione delle Tese delle Vergini, a Venezia.

«Quasi per definizione una mostra d'architettura serve a sollevare questioni strategiche, i progettisti invitati contribuiscono a rafforzarne la tesi e il curatore a storicizzare il fenomeno. Non ci sottrarremo a questo compito; ma non ci preme tanto di rendere universale un'intuizione, quanto di restituire un'istantanea di un 'movimento' - ancora inconsapevole in Italia - che registriamo, del quale facciamo parte, che sta maturando i primi frutti e che forse diventerà qualcosa. In ogni caso, questa del Paglione Italia sarà stata l'occasione per trasformare in azione tutte le energie chiamate a raccolta».

foto: © Giacomo Bianco

Un team curatoriale di under 40 (prima volta nella storia del Padiglione Italia) che sceglie così di dare voce alla generazione di architetti a cui appartiene, cresciuta e formatasi in uno scenario di crisi permanente e che, proprio per questi motivi ha scelto collaborazione, condivisione e dialogo come strumenti per svolgere la propria attività.

Con "Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri", Fosbury Architecture sceglie quindi di farsi portavoce dei progettisti italiani - da loro stessi definiti "nativi sostenibili" - che hanno già accettato tutte le sfide della contemporaneità e per i quali la transdisciplinarietà è uno strumento per espandere i limiti dell'architettura.

Il manufatto costruito assume, dunque, il ruolo di mezzo e non un fine ultimo, e lo spazio è inteso come luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio di possibilità.

Per la prima volta, infatti, il Padiglione Italia è stato interpretato dai curatori come l'occasione per realizzare nuovi progetti, «come un attivatore di azioni concrete a beneficio di territori e comunità locali, oltre l'idea che una mostra debba essere solo "esibizione"».

Una parte consistente dei fondi pubblici destinati al Padiglione è stata, infatti, utilizzata per innescare nuovi processi o potenziare progetti esistenti aggiungendovi un nuovo capitolo.

Le 9 attivazioni di Spaziale

Ponendosi come mediatori tra diverse costellazioni di agenti, locali e non, Fosbury Architecture ha dato vita a un progetto collettivo che è, esso stesso, un "Laboratorio del Futuro", già citato dal tema generale della Biennale Architettura scelto dalla sua curatrice Lesley Lokko. 

Da nord a sud fino alle isole, Spaziale ha individuato 9 territori più e meno fragili all'interno del nostro territorio, per portare al centro del Padiglione Italia un processo collaborativo ad ampio spettro, un progetto inclusivo che coinvolgerà figure di eccellenza e comunità locali, mettendo in scena le migliori ricerche portate avanti da architetti italiani under 40 in relazione a specifiche necessità territoriali.

TARANTO la convivenza con il disastro verrà raccontata sui tetti della città dal collettivo Post Disaster in dialogo con Silvia Calderoni e Ilenia Caleo • Nella BAIA DI IERANTO, oasi naturalistica del FAI nei pressi di Napoli, gli architetti BB - Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio - con Terraforma Festival metteranno in scena la riconciliazione con l'ambiente • A TRIESTE la coesistenza multiculturale verrà analizzata lungo il confine italo-sloveno da Giuditta Vendrame con Ana Shametaj • A RIPA TEATINA, in provincia di Chieti, gli HPO con Claudia Durastanti coinvolgeranno la comunità nel recupero del patrimonio incompiuto • Nella terraferma veneziana, TRA MESTRE E MARGHERA, i Parasite 2.0 con Elia Fornari a ronteranno il tema dell'inclusione sociale lavorando sulla democratizzazione delle attività ricreative • A CABRAS, nel Montiferru in Sardegna, il gruppo Lemonot lavorerà con Roberto Flore sulla transizione alimentare • A LIBRINO, quartiere di Catania, Studio Ossidiana collaborerà con Adelita Husni Bey a un progetto di rigenerazione delle periferie • A BELMONTE CALABRO, a rappresentare le aree interne italiane, il collettivo Orizzontale con Bruno Zamborlin si interrogherà sul superamento del divario digitale. • Nella piana fra PRATO e PISTOIA, i progettisti (ab)Normal e CAPTCHA in collaborazione con Emilio Vavarella investigheranno i limiti della tutela del paesaggio e della sua riproducibilità.

Scopri tutti gli attori coinvolti nelle 9 attivazioni di Spaziale

Cosa vedremo in Biennale e dopo la Biennale

Ciò che vedremo all'interno del Padiglione Italia - hanno spiegato i Fosbury - non sarà un progetto finito, bensì l'avvio di una serie di iniziative che avrà un impatto di lunga durata. Dal punto di vista espositivo, il Padiglione restituirà la sintesi formale e teorica dei processi innescati nei nove territori nei mesi precedenti all'apertura, da gennaio a maggio, restituendo una diversa e originale immagine dell'architettura italiana nel contesto internazionale, mentre al di fuori dell'Arsenale sarà dato spazio alla rappresentazione dei processi attivati in tutta la penisola italiana.

I progetti locali non si interromperanno, infatti, con l'inaugurazione della mostra, ma proseguiranno con una fitta serie di attività sui territori lungo la durata della Biennale e oltre.

Lo svolgimento di tutte le attività sui territori potrà essere seguito sulle piattaforme online e social attivate a partire da gennaio 2023.

+info: spaziale2023.it | profilo instagram: instagram.com/spaziale.presenta

Cosa accadrà durante e dopo la Biennale | Dal public program all'eredità di Spaziale

Il Padiglione Italia, per tutta la durata della mostra, sarà accompagnato da un Public Program intitolato "Mondo Novo", che sarà articolato in numerosi appuntamenti - seminari, conferenze, laboratori, workshop - su diverse sedi. All'interno di questo programma, una serie di cinque incontri si svolgerà al Teatrino di Palazzo Grassi.

Pensando al dopo Biennale, "Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri" diventerà concretamente promotore di processi che andranno oltre la durata semestrale della Biennale Architettura 2023, rendendo tangibile l'eredità della mostra e del Padiglione Italia per dare significato al consumo di risorse utilizzate per realizzarli.

L'occasione della 18. Mostra Internazionale di Architettura appare, così, l'occasione per mettere in pratica un'accademia diffusa sul territorio nazionale e per finanziare - attraverso i fondi stanziati e raccolti - progetti utili per le comunità che hanno partecipato all'intero processo.

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Un progetto in due momenti: il primo anticipatore della mostra, con 9 interventi site specific sparsi in tutta Italia; il secondo, a Venezia, come sintesi formale e teorica dei processi innescati nei 9 territori. Questa la visione di Fosbury Architecture per il Padiglione Italia, con l'idea di promuovere azioni capaci di andare oltre la Biennale.