Si è conclusa anche la seconda edizione del Premio nazionale "MAV - Medaglia dell'Architettura del Vino", l'iniziativa nata per mano dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Treviso in collaborazione con il Comune di Valdobbiadene per valorizzare gli interventi architettonici di eccellenza nei territori italiani legati alla produzione del vino, promuovendo un dialogo tra architettura, paesaggio e cultura vitivinicola.

Ad avere la meglio, tra i progetti esposti sul tavolo della giuria, è stata la CANTINA IPOGEA GRACI, situata a Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania, fortemente apprezzata per la poetica del linguaggio del progetto in un delicato equilibrio tra elementi arcaici e innovativi.

"La sua capacità di coniugare delicatezza e forza progettuale - si legge nella nota della giuria - è emersa chiaramente, così come l'uso sapiente del materiale roccioso di scavo, impiegato sia nella composizione degli spazi esterni che nella definizione del calcestruzzo, conferendo una sensazione di continuità con il paesaggio circostante. Un aspetto particolarmente degno di nota è l'equilibrio tra il disegno del progetto e la sua interpretazione non finita del contesto, che lascia spazio all'evoluzione e alla trasformazione del luogo. Il progetto si distingue per la sua capacità di mimetizzarsi con l'ambiente, accettando la sfida di integrarsi nel paesaggio siciliano senza forzarne l'asprezza, ma piuttosto valorizzandola attraverso una relazione armoniosa".

Le due menzioni sono state assegnate a due progetti di paesaggio: la prima, in provincia di Latina, che si sviluppa come un labirinto; la seconda, in provincia di Treviso, per l'attenzione mostrata nel combattere gli effetti del cambiamento climatico

Il progetto della Cantina ipogea Graci sull'Etna

Inserita nel tipico paesaggio rurale etneo, nel Comune di Castiglione di Sicilia, la cantina trova spazio tra i vigneti, a circa 600 metri dal mare. Il progetto si allinea all'antica struttura ma, a differenza di quest'ultima, si fa largo nel sottosuolo scomparendo alla vista. Grazie alla morfologia del territorio e alla differenza di quota esistente, si inserisce nel terreno come un volume ipogeo, unico e compatto, con la facciata rivolta verso i vigneti.

Ne deriva un luogo da cui percepire il paesaggio, diventandone al tempo stesso parte integrante. L'unico lato fuori terra è fortemente caratterizzato dal materiale di recupero dello scavo, costituito da grossi massi in pietra lavica nera che lasciano spazio agli ingressi.

La struttura del fabbricato è costituita da un unico materiale, il cemento armato per le pareti (gettato con cassaforme che diminuiscono di misura secondo l'altezza), il cemento prefabbricato per il solaio di copertura e quello industriale per le pavimentazioni. All'interno la cantina mantiene una rigida simmetria fra la zona controterra e il suo lato opposto, separato da una scala centrale.

Le 2 menzioni

Menzione Speciale a LIMITO - Labirinto di Vite del paesaggista Fernando Bernardi

Una riserva di oltre quattrocentocinquanta ettari cucita insieme dagli antichi tratturi della transumanza che si incrociano nella vallata principale. La famiglia Carpineti (Azienda Agricola Biologica Marco Carpineti con sede a Cori), ne acquistò una prima parte nel 2016, tra cui l'altopiano di circa venticinque ettari posto a quattrocento metri sul livello del mare e recentemente l'intero parco.

Il progetto prende il via nel 2019 con la preparazione del terreno per accogliere le nuove "barbatelle" e nel marzo del 2020 la realizzazione dell'opera vegetale. Il terreno si trova nel cuore dell'altopiano ad un'altezza di circa quattrocento metri sul livello del mare, in un'area quasi pianeggiante, con un perimetro dalla forma irregolare, che se osservato dall'alto richiama la forma di una "bottiglia rovesciata".

La giuria ha particolarmente apprezzato "la dimensione ideologica e simbolica esplorata dal progetto, nonché la sua componente performativa-rituale, che conferisce profondità e significato all'intervento. La scelta della vegetazione, attentamente ponderata, e la comunicazione della stagionalità del foliage sono stati elementi di grande valore, in grado di arricchire l'esperienza del luogo nel tempo. Inoltre, la giuria ritiene che questo modello possa essere replicato con successo per valorizzare l'apertura conviviale e giocosa del vigneto,non limitandolo esclusivamente a uno spazio produttivo, ma trasformandolo in un luogo di incontro e fruizione collettiva".

foto: © Fernando Bernardi

Menzione UNESCO a Perlage Srl per il progetto di mitigazione dei cambiamenti climatici

Situato a Farra di Soligo (TV), il progetto è stato avviato nel 2019 con espianto del vecchio vigneto e il posizionamento di drenaggi superficiali e profondi, realizzazione di laghetti ed il reimpianto corredato di sistema di irrigazione a goccia.

A guidare l'intervento è stata principalmente la consapevolezza dei cambiamenti climatici e la conseguente irregolarità delle precipitazioni, con bombe d'acqua sempre più frequenti e lunghi periodi di siccità che possono compromettere la qualità delle uve raccolte.

L'obiettivo dell'intervento è stato, dunque, quello di mitigare questi fenomeni attraverso tre interventi specifici:

  • Rete di drenaggio superficiale e profonda per intercettare le acque di ruscellamento, riducendo i tempi di corrivazione verso valle ed il loro effetto erosivo
  • Inserimento di laghetti superficiali per l'accumulo delle acque
  • Progetto di un moderno sistema di irrigazione a goccia, gestibile da smart-phone, che attinge l'acqua dai laghetti e, solo nei periodi siccitosi, la porta lungo i filari per ottenere una migliore qualità dei grappoli.

La giuria ha particolarmente apprezzato "l'attenzione dedicata all'emergenza climatica, riconoscendo il progetto come un messaggio fondamentale per le generazioni future. In questo senso, il progetto si presenta come una risposta concreta e ponderata a uno scenario di previsione, evidenziando la sua rilevanza nel contesto delle sfide ambientali attuali. Inoltre, la giuria immagina un possibile intervento supplementare volto a una maggiore definizione e cura del dettaglio progettuale, al fine di arricchire ulteriormente la qualità complessiva dell'opera e migliorarne l'impatto visivo e funzionale".

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