Situata su un'area al margine settentrionale del territorio di Donori, nel sud Sardegna, la nuova cantina Tenute Maestrale, appena completata dallo studio Spaziozero - fondato da Lorenzo Ciccu, Simone Langiu, Nicola Melis - appare come un volume incastonato nel paesaggio, tra file ordinate di vigneti e uliveti che fanno emergere l'intensa attività antropica del territorio.

In questo ritmo regolare, tra arbusti e macchia mediterranea, il progetto impone la sua presenza definendo un nuovo equilibrio, antropico ma silenzioso, definito da un gesto che va oltre la forma per comprendere l'intera morfologia del territorio e le sue sfumature. Un elemento integrato che non invade, segna un confine e, al tempo stesso, genera connessioni visive.

«L'intento progettuale - spiegano i progettisti di Spaziozero - è stato quello di ridurre al minimo gli elementi architettonici visibili, concentrandosi sull'essenza e l'efficienza dell'edificio, con il risultato di un'architettura essenziale che si fonde con il paesaggio, pur mantenendo una chiara e propria espressione della sua funzione».

foto: © Studio Vetroblu

Nascosta in piena vista: un segno costruito che diventa paesaggio  

Parzialmente nascosta nel terreno, la cantina è un ambiente ipogeo che si rivela solamente attraverso la facciata sud, completamente rivestita con lamiere stirate in acciaio corten e in perfetta armonia con i toni caldi del paesaggio circostante. Un ampio taglio sulla superficie verticale definisce la grande loggia della sala degustazione, lasciando filtrare la luce naturale e creando un dialogo tra interno ed esterno. A conferire carattere alla facciata è un'ulteriore vuoto profondo, che segna l'ingresso all'area produttiva e trasforma l'accesso alle aree tecniche in un'esperienza visiva e spaziale. 

Basato sull'accurata ricerca del processo di vinificazione e organizzazione funzionale degli spazi, il progetto si sviluppa su più livelli, tutti caratterizzati da una chiarezza formale e organizzativa dei percorsi e della connessione delle diverse aree.

Il cilindro rivestito da lamelle in acciaio zincato in copertura funge, infatti, da punto di accesso per i visitatori, con tre ampie vetrate che consentono di avere uno scorcio sugli ambienti di lavoro e un primo racconto del processo produttivo. Attorno al volume cilindrico dell'ascensore si sviluppano le scale elicoidali che conducono alla sala degustazione e a quella produttiva al secondo livello. La grande pergola in copertura, invece, protegge l'area in cui avviene la prima lavorazione delle uve e la loro "caduta" diretta verso il locale serbatoi. 

Al piano inferiore sono dislocate la sala dei serbatoi, la barricaia per l'affinamento in botte e l'area dedicata all'imbottigliamento. Alla struttura orizzontale dei piani si contrappone una dinamica verticale, scandita dalla porosità dei soffitti che accompagna lo sguardo verso l'alto. Tre ambienti dedicati alla vinificazione sono infatti visivamente collegati al piano superiore tramite vuoti che creano spazi a doppia altezza, definiti da ampie vetrate verticali.  

All'interno la cantina si caratterizza per la scelta di materiali semplici, riducendo al minimo gli elementi decorativi superflui, per lasciare spazio a un'architettura incentrata sulla funzionalità e sulla percezione della materia.

Il cemento della struttura, lasciato a vista anche all'interno, determina l'identità visiva dell'architettura, creando continuità tra spazi produttivi e area di accoglienza, mentre il castagno brunito degli arredi su misura della sala degustazione - a contrasto - conferisce un senso di intimità agli spazi. 

La scelta di creare un ambiente ipogeo, oltre che formale, risponde alle precise esigenze tecniche e termiche: la sua parziale interratura, infatti, consente di mantenere temperature costanti tutto l'anno, riducendo i consumi energetici per il raffreddamento. 

Nonostante il carattere introverso, lo spazio si apre verso l'alto, accogliendo la luce naturale che filtra attraverso le vetrate superiori e modella la superficie convessa dell'edificio. Un equilibrio dinamico tra terra e cielo, tra grande scala territoriale e misura umana, che trasforma l'architettura in parte integrante del paesaggio.

Le fotografie di Giaime Meloni

foto: © Giaime Meloni

Crediti del progetto

Committente: Tenute Maestrale - Società agricola Spinarba Srl
Luogo: Donori

Progetto: Spaziozero (Lorenzo Ciccu, Simone Langiu, Nicola Melis) · X architekten Zt GmbH 
Responsabili di progetto: Lorenzo Ciccu, Max Nirnberger
Gruppo di progettazione: Lorenzo Ciccu, Simone Langiu, Nicola Melis, Bruno Ferreira Franco, Max Nirnberger

Strutture: Cristiano Murru
Ingegneria elettrica e illuminotecnica: Giovanni Mereu
Ingegneria meccanica, acustica e impianti: Ing. Mauro Ledda
Geotecnica: Giancarlo Carboni

Direzione lavori: Bruno Ferreira Franco
Direzione artistica: Spaziozero
Progettazione paesaggistica: Spaziozero, X architekten Zt GmbH, Arianna Monagheddu 

Imprese esecutrici: A.P.I.C.E (impresa principale), Sarda Clima sviluppo, Mario Vadilonga & C., Resinpiù

Fornitori:
Nuova Cristall (Serramenti e carpenteria metallica)
Mameli Falegnami (Arredi in legno su misura)
Maccioni Marmi (Lavorazioni in pietra)
Scano (Attrezzature Horeca)  

Superficie costruita: 1500 m2

Fotografie aeree: © Studio Vetroblu
Fotografie: © Giaime Meloni 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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