Introdurre un corso base propedeutico all'iscrizione all'albo dei consulenti tecnici d'ufficio, pensato ad hoc per architetti, ingegneri e geometri. A proporlo è un disegno di legge depositato al Senato, su iniziativa della Lega, che entra nel vivo della discussione in commissione Giustizia con un giro di audizioni.
La proposta di legge - come spiegato nelle premesse che anticipano l'articolato - «vuole introdurre una modalità operativa che consenta non solo un controllo delle competenze dei candidati, ma anche la formazione all'attività di Ctu con un approccio teorico-pratico».
Si prevede che il corso - a pagamento e con esame finale - sia istituito presso ogni tribunale e aperto a tecnici con almeno tre anni di iscrizione al proprio ordine di appartenenza. Il Ddl propone che sia l'Ordine territoriale a stabilire il numero massimo di partecipanti e il costo per la partecipazione ai corsi che dovrebbero tenersi con cadenza semestrale. La durata proposta è di 200 ore con frequenza obbligatoria nell'arco di 12 mesi.
Se il testo passerà l'esame di Senato e Camera senza modifiche, il corso dovrà anche prevedere l'espletamento di un incarico peritale per poter superare l'esame finale.
La commissione d'esame, nominata dal presidente del tribunale sentiti gli ordini professionali interessati, sarà composta da un gruppo di esperti iscritti all'albo dei consulenti tecnici d'ufficio, oltre che da esperti in materie giuridiche, magistrati, nonché esperti nelle materie degli albi di appartenenza.
Alle audizioni ha partecipato il presidente del Consiglio nazionale degli Architetti, Massimo Crusi, che ha sottolineato l'importanza della formazione, che può essere affidata agli Ordini provinciali, senza però dimenticare il nodo "compenso". Un argomento molto delicato e sentito dagli ausiliari del giudice specie dopo che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimi gli onorari a vacazione (si veda in merito l'articolo dello scorso 14 febbraio).
Crusi in Senato: «Attenzione alla questione dei compensi che allontana i professionisti dal ruolo di consulenti»
«È importante - ha affermato Crusi in audizione - che il Parlamento attraverso i provvedimenti in discussione al Senato miri a rafforzare il ruolo dei Consulenti tecnici d'ufficio (Ctu). Registriamo, infatti, da un lato, una grande riduzione del numero dei professionisti disponibili a svolgere questi incarichi, dall'altro, siamo in presenza di un mancato rinnovo generazionale».
«L'importanza e la delicatezza del lavoro che viene chiamato a svolgere un Ctu - ha proseguito il presidente del Cnappc - deve indurci a porre molta attenzione al tema di una formazione tecnico-giuridica specifica omogenea su tutto il territorio nazionale. Ciò per garantire la qualità delle consulenze tecniche e per ridurre il rischio di errori procedurali che possano pregiudicare i processi. Formazione che potrebbe senz'altro essere affidata, relativamente alla nostra professione, al sistema ordinistico provinciale».
«Importante poi, la questione della liquidazione dei compensi, fattore questo che allontana i professionisti dal ruolo di consulenti. Intervenire opportunamente sulla liquidazione dei compensi degli ausiliari del giudice, introducendo tempi certi, rappresenta sicuramente una maggiore tutela per i consulenti ed un elemento di equità. Una tempistica definita è, infatti, un importante passo avanti per assicurare pagamenti puntuali ai consulenti tecnici per evitare non solo quelle attese eccessive che si sono riscontrate, ma, talvolta l'impossibilità stessa di percepire il compenso».
«Relativamente ai compensi degli esperti stimatori nelle procedure esecutive immobiliari - ha concluso Crusi -, va assolutamente superato il legame tra compenso dell'estimatore ed esito della vendita immobiliare eliminando così una stortura normativa introdotta nel 2015. Da qui la necessità di abrogare questa disposizione, come proposto, ripristinando il principio secondo il quale il compenso va commisurato al lavoro svolto».
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