I Leoni d'Oro della Biennale di Architettura 2025 a Italo Rota e Donna Haraway, all'insegna del pensiero complesso

La premiazione avrà luogo il 10 maggio a Ca' Giustinian, storica sede della Biennale di Venezia

di Serena Acciai

Complessità. È forse questa la parola che meglio riassume il pensiero critico di due figure che nei loro rispettivi e allargati campi di ricerca hanno segnato la seconda parte del novecento e la prima porzione del nuovo millennio. Entrambi non sono infatti semplicemente definibili con un unico aggettivo, la Haraway non è solo una filosofa come Rota non è solo un architetto. Siamo tante cose contemporaneamente, lasciava intendere Antoine de Saint-Exupéry tra le pagine de Il Piccolo Principe e allora, anche da questi premi, possiamo evincere che lo sguardo che la Biennale del 2025 ci propone sul mondo indagherà la complessità dell'esistenza attraverso la molteplicità delle esperienze.

La decisione dei due prestigiosi riconoscimenti è stata approvata dal Cda della Biennale presieduto da Pietrangelo Buttafuoco, su proposta di Carlo Ratti, curatore della mostra. La cerimonia di premiazione, che segnerà anche l'inaugurazione della Biennale stessa si terrà sabato 10 maggio a Ca' Giustinian, sede della Biennale di Venezia. La mostra aprirà al pubblico nello stesso giorno alle ore 11.

Le motivazioni della giuria su due pensieri convergenti: dove natura e tecnologia sono alleati

Donna Haraway - Leone d'Oro alla Carriera

La Biennale premia Donna Haraway per il suo contributo multidisciplinare al pensiero contemporaneo, in cui scienze sociali, antropologia, femminismo e filosofia della tecnologia si intrecciano per esplorare nuove forme di coesistenza tra umano, non umano e intelligenze artificiali. Attraverso concetti come il Chthulucene, Haraway propone una visione alternativa all'Antropocene, basata su simbiosi e alleanze interspecie, offrendo un pensiero critico e immaginativo che ispira a costruire mondi futuri più sostenibili. La sua opera stimola architettura e progettazione a ripensare i rapporti tra scienza, ambiente e tecnologia in chiave collettiva e trasformativa.

Italo Rota - Leone d'Oro Speciale alla Memoria

La giuria riconosce Italo Rota come una figura visionaria capace di fondere biologia, natura, scienza e tecnologia in un'unica entità viva e poetica. Con un approccio eclettico e profondo, Rota ha segnato l'architettura europea con progetti culturali di grande impatto, lasciando un'eredità che riflette la sua idea di un futuro dove diventare natura è una forma di salvezza. La sua capacità di unire rigore analitico e immaginazione, oltre al dialogo tra tecnologia e ambiente, ha anticipato molte delle sfide del presente. Il Leone d'Oro Speciale alla Memoria sarà ritirato da Margherita Palli, scenografa e costumista, nonché compagna di vita e di lavoro di Italo Rota. Il suo contributo alla mostra (Material Bank: Matters Make Sense) rappresenterà anche una ideale prosecuzione delle prime ricerche avviate dal curatore Carlo Ratti insieme a Italo alla fine del 2023, in preparazione di questa Biennale.

Pur provenendo da ambiti diversi, sia Haraway sia Rota condividono una visione che supera la dicotomia tra natura e artificio. Entrambi vedono nell'integrazione tra biologia e tecnologia non una minaccia, ma un'opportunità per ripensare il futuro del pianeta e delle società umane.

Le loro opere ci spingono a immaginare nuovi modelli di convivenza, dove la progettazione - sia essa teorica o architettonica - si fa strumento per costruire scenari di armonia tra specie, saperi e sistemi intelligenti.

Note biografiche sui vincitori

Donna Haraway © Photo by Clara Mokri
Donna Haraway © Photo by Clara Mokri

Donna Haraway (Denver, 1944) è Distinguished Professor, Emerita presso l'Università della California, Santa Cruz, dove ha insegnato nel Dipartimento di Storia della Coscienza. Con un dottorato in Biologia ottenuto a Yale nel 1972, ha sviluppato un pensiero fortemente interdisciplinare che intreccia scienza, teoria femminista, filosofia, fantascienza e studi multi-specie. Il suo lavoro, innovativo e influente, ha ridefinito i Science and Technology Studies, contribuendo a una nuova comprensione del rapporto tra sapere scientifico, identità e coabitazione planetaria. Tra le sue opere più rilevanti: Simians, Cyborgs and Women, When Species Meet, Chthulucene. Ha partecipato a numerosi progetti editoriali e cinematografici, ed è considerata una figura centrale del pensiero critico contemporaneo.

architetto Italo Rota © photo Claudio Moschin
Italo Rota © Photo by Claudio Moschin

Italo Rota (Milano, 1953 - 2024) è stato un architetto e progettista tra i più eclettici e visionari della scena italiana ed europea. Laureato al Politecnico di Milano, si è formato accanto a maestri come Franco Albini, Vittorio Gregotti e Gae Aulenti, con cui ha collaborato a importanti progetti tra cui il Musée d'Orsay e il Centre Pompidou a Parigi. Dopo anni trascorsi in Francia, è tornato a Milano dove ha sviluppato un linguaggio progettuale personale, colto e sperimentale, firmando opere come il Museo del Novecento, il grande Teatro dei bambini e alcuni Padiglioni EXPO Milano 2015. Con il Padiglione Italia Expo Dubai 2020, inizia la collaborazione con Carlo Ratti con cui condivideva la visione progettuale orientata all'innovazione. Docente, curatore, collezionista e appassionato divulgatore, ha lasciato un'eredità ricca di visione e cultura, riconosciuta anche dal recente inserimento del suo nome al Famedio di Milano.

Biennale di Architettura 2025 . CERIMONIA DI PREMIAZIONE 
Sabato 10 maggio a Ca' Giustinian, sede della Biennale di Venezia

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