Testo unico edilizia, al via il riesame in Parlamento con la legge delega

All'orizzonte: modifica delle categorie di intervento e dei regimi amministrativi, nel mirino anche la legge sugli standard, lo stato legittimo e molto altro

di Mariagrazia Barletta

Parte dalla Commissione Ambiente alla Camera l'iter di conversione del disegno di legge che delega il governo a revisionare la disciplina edilizia e urbanistica vigente. L'obiettivo - dichiarato nelle premesse - consiste, in sintesi, nel superare la disorganicità delle norme che regolano il settore delle costruzioni insieme alle criticità procedurali, avviando uno svecchiamento delle attuali disposizioni per una migrazione verso norme che consentano realmente di affrontare le sfide ecologiche, di sostenibilità economica, di diffusione dei servizi, di vivibilità delle nostre città, per renderle più eque, inclusive e a misura d'uomo, puntando al recupero e al saldo zero di consumo di suolo.

Il governo è chiamato a mettere a punto uno o più decreti legislativi entro sei mesi dalla conversione della delega. Provvedimenti che dovranno seguire i criteri direttivi che il Parlamento dettaglierà a partire dalla proposta di legge.

Il primo criterio punta alla realizzazione di una disciplina organica che metta insieme - in un quadro giuridico coerente - le norme statali in materia urbanistica, edilizia e uso del territorio. Nella materia concorrente del governo del territorio, il nuovo testo potrà solo dettare princìpi, salvo definire norme di dettaglio per le regioni a statuto ordinario valide finché queste non avranno provveduto ad aggiornare le loro leggi rendendole aderenti alla riforma.

La riforma dovrà partire dalla definizione dei principi della pianificazione, primi tra tutti quello della sostenibilità e resilienza della pianificazione, garantendo il diritto delle generazioni attuali e future ad abitare il territorio e le città, preservando le risorse naturali disponibili, e quello di inclusività, il cui obiettivo è far sì che le infrastrutture e i servizi siano fruibili da tutte le categorie di cittadini. E poi i principi riguardanti la struttura e gli effetti dei piani urbanistici.

Nell'ambito dell'edilizia, si tratta di ridefinire i limiti di distanza tra i fabbricati e i contenuti dei regolamenti edilizi comunali. Nel mirino anche la legge 1444 del 1968, rispetto alla quale andranno disegnati i limiti entro cui le regioni potranno introdurre norme derogatorie per favorire processi di qualificazione, riuso e recupero del patrimonio edilizio esistente.

E poi del testo unico dell'edilizia saranno riviste le categorie di intervento urbanistico-edilizio. Il disegno di legge delega ne individua cinque: interventi di trasformazione del territorio, interventi di trasformazione del patrimonio edilizio esistente, di adeguamento funzionale del patrimonio edilizio esistente, opere e interventi minori, non incidenti sulla trasformazione del territorio, nonché opere e manufatti privi di rilevanza edilizia.

Oltre alle categorie di intervento anche i relativi regimi amministrativi dovranno essere ripensati e soprattutto ridotti, contemplando esclusivamente: il permesso di costruire, la segnalazione certificata di inizio attività e l'edilizia libera. Una particolare attenzione meriterà il permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici per edifici e impianti pubblici o di interesse pubblico o per aree o immobili di proprietà privata, da rielaborare al fine di favorire il recupero di aree industriali dismesse e la rigenerazione urbana.

Si ritorna sullo stato legittimo già rivisto dal "Salva-casa", con l'obiettivo di valorizzare le funzioni di certificazione e di attestazione di conformità dei professionisti.

Non è l'unico argomento attenzionato dal "Salva-casa" di cui dovrà anche occuparsi la riforma della disciplina urbanistica ed edilizia. Il disegno di legge delega il governo anche a rivedere l'accertamento di conformità, le varianti in corso d'opera, le tolleranze costruttive, i mutamenti di destinazione d'uso, la segnalazione certificata di agibilità.

E poi norme che favoriscano l'utilizzazione temporanea di edifici e aree per usi diversi da quelli previsti dal vigente strumento urbanistico, per finalità di riqualificazione di aree urbane degradate o dismesse.

Ovviamente, la riforma dovrà garantire la semplificazione dei procedimenti amministrativi, attraverso la loro digitalizzazione e informatizzazione e rendere attuativo l'obbligo per l'amministrazione ricevente di acquisire d'ufficio i documenti, le informazioni e i dati, compresi quelli catastali già in possesso di altre Pa.

Ritorna in auge anche il fascicolo del fabbricato, un tema diventato oggetto di battaglie decennali dei professionisti ma sempre osteggiato con successo.

Ed ancora, le norme sulla sostenibilità ambientale degli edifici, che dovranno occuparsi di: efficientamento energetico, sismico e idrico; benessere acustico; inquinamento elettromagnetico; esposizione alle radiazioni ionizzanti; gestione dei rifiuti derivanti dall'attività edilizia; valutazione e certificazione della sostenibilità ambientale delle costruzioni.

Infine i nuovi testi dovranno preoccuparsi di prevedere disposizioni volte a garantire la qualità e la centralità della progettazione edilizia.

Il testo del disegno di legge delega

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