Legge di Bilancio 2026, nasce il prezzario nazionale

I prezzari regionali dovranno mantenersi nelle soglie individuate a livello nazionale, eventuali scostamenti andranno motivati

di Mariagrazia Barletta

Un prezzario nazionale con il costo dei prodotti, delle attrezzature e delle lavorazioni. Lo prevede la legge di Bilancio 2026 con il triplice obiettivo di coordinare i prezzari regionali, creare condizioni per l'equilibrio contrattuale e la sostenibilità dei quadri economici delle opere nel medio e lungo periodo e monitorare il costo delle opere sull'intero territorio nazionale.

Il prezzario sarà emanato con decreto dei ministeri delle Infrastrutture e dell'Economia, cui è dato tempo fino al 29 giugno 2026 per elaborarlo. Aggiornato annualmente, servirà da supporto alla definizione dei prezzari adottati dalle regioni e dei prezzari speciali delle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti.

Per questo, il prezzario nazionale indicherà, per i prodotti, le attrezzature e le lavorazioni, le possibili soglie di variazione di prezzo applicabili a livello territoriale, tenuto conto del contesto di riferimento, dell'oggetto dell'appalto e delle specifiche condizioni di esecuzione.

Definito il prezzario nazionale, non sarà possibile discostarsi dalle stime in esso contenute, se non motivandone le ragioni. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, nonché le stazioni appaltanti e gli enti concedenti autorizzati all'adozione di prezzari speciali, saranno tenuti a motivare, in sede di adozione dei prezzari, eventuali scostamenti dalle stime di prezzo e dalle soglie di variazione individuate dal prezzario nazionale.

La legge di Bilancio prevede anche l'istituzione (presso il dipartimento per le Opere pubbliche e le politiche abitative del Mit) dell'Osservatorio sperimentale per il monitoraggio dei prezzari delle opere pubbliche che avrà il compito di predisporre il prezzario e monitorare l'aggiornamento dei prezzari regionali e dei prezzari speciali. Potrà avvalersi, tra gli altri, delle università (attraverso convenzioni), del Consiglio superiore dei lavori pubblici e della Ragioneria generale dello Stato.

L'Osservatorio svolgerà attività di raccolta, analisi e confronto dei dati relativi ai costi dei prodotti, delle attrezzature e delle lavorazioni, nonché delle dinamiche di mercato che incidono sulla determinazione dei prezzi nei diversi ambiti territoriali, al fine di promuovere metodologie omogenee di formazione e aggiornamento dei prezzari. Ad esso il compito anche di monitorare, a campione, la relativa applicazione ai contratti di importo superiore a 100 milioni di euro.

Le stazioni appaltanti potranno sottoporre all'Osservatorio di progetti di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione di opere pubbliche, non ricomprese in contratti di programma, da finanziare in tutto o in parte con contributi dello Stato o dell'Ue. In tal modo sarà possibile acquisire un parere di congruità dei costi del progetto, di natura non vincolante, da poter considerare anche ai fini della definizione delle priorità nell'accesso ai contributi.

La composizione e le modalità di funzionamento dell'Osservatorio saranno stabilite con decreto del Mit e del Mef da adottare entro il 1° marzo 2026 (60 giorni dall'entrata in vigore della legge di Bilancio). L'Osservatorio sarà composto da massimo 10 esperti il cui stipendio annuo non potrà eccedere la somma di 50mila euro.

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