Architetture di piccole o grandi dimensioni, pubbliche e private, da nord a sud Italia: una rosa di 12 finalisti piena di variabili. Ieri pomeriggio, in mezzo alla frenesia delle giornate di Fiera - tra aziende, startup e incontri tematici - la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Wood Architecture Prize by Klimahouse ha svelato le opere salite sul podio.

Il premio era rivolto ad opere relative a nuove edificazioni, riqualificazioni e/o ampliamenti, sopraelevazioni di edifici esistenti, architetture sperimentali, progettate e realizzate sul territorio nazionale, con una particolare attenzione all'utilizzo combinato con altri materiali sostenibili.

E ancora una volta, la qualità del progetto è stata al centro del dibattito, con i riflettori puntati su realizzazioni concrete che, anche se con budget ridotti, hanno saputo dimostrare come un pensiero attento verso tecniche di costruzione rispettose dell'ambiente, possa agire nel presente per ispirare il futuro dell'edilizia.

La giuria era presieduta dall'architetto Manuel Benedikter e composto da: Sandy Attia MoDus Architects • Guido Callegari professore Politecnico di Torino • Mauro Frate MFA Architects e professore Iuav • Roberto Gargiani professore EPFL Ecole Polytechnique di Losanna • dal Prof. Paolo Simeone professore Politecnico di Torino • Luca Gibello, Direttore de Il Giornale dell'Architettura.

Ecco i vincitori Wood Architecture Prize 2024 e le motivazioni della Giuria

Vincitore Architettura Privata

Casa del Custode di Camilla De Camilli

L'edificio, immerso in un parco tra le colline bolognesi, si caratterizza per una struttura a padiglione semplice, modulare e basata sul sapiente accostamento di tre elementi: la struttura intelaiata lignea, i pannelli in vetro e il pavimento in graniglia veneziana.

"Rigoroso e poetico", così l'ha definito la giuria, sottolineando come "l'efficacia dell'opera si riscontri anche nella sua flessibilità d'uso: pensata come guardiania, - continua la nota - è utilizzata come spazio di socializzazione riabilitativa per utenti affetti da disturbi dell'alimentazione".

A livello planimetrico, l'edificio mostra la forte connessione con la natura, modificando il suo aspetto con il mutare delle stagioni e con le luci e le ombre generate dal sistema frangisole studiato ad hoc.

foto: © Camilla De Camilli e Martino Stelzer

Vincitori ex aequo Architettura Pubblica

Ampliamento degli edifici terapeutici a Forte Rossarol di Arbau studio

L'opera realizzata da Arbau Studio a Forte Rossarol, in provincia di Venezia riguarda un ampliamento dedicato alla cura. Per la giuria si tratta di "una sapiente riqualificazione di ex baraccamenti militari privi di alcun pregio, i cui ampliamenti, in continuità per estrusione dei corpi di fabbrica preesistenti, riplasmano nella totalità i singoli fabbricati conservandone le geometrie elementari e, con controllate quanto minime variazioni formali da uno all'altro, conferiscono unità all'insieme, grazie anche al sobrio e coerente disegno dello spazio pubblico".

foto: © Nicoletta Boraso

Roberto Rocca Innovation Building di Filippo Taidelli

L'opera realizzata a Milano da Filippo Taidelli Architects nasce dalla collaborazione tra Humanitas University e il Politecnico di Milano, configurandosi come un "hangar della conoscenza" dalla grande flessibilità spaziale.

Per la giuria, il progetto "utilizza la struttura lignea (sistema travi-pilastri) a vista, in combinazione con altri materiali (cemento armato per gli orizzontamenti; metallo e vetro per le chiusure), mentre la semplicità e il rigore dell'impianto planimetrico, insieme alla luminosa ariosità degli interni, restituiscono ambienti di particolare qualità per la fruizione comune".

Menzione progettista under 35

The Hermitage di llabb architettura

La menzione speciale under 35 è andata al progetto THE HERMITAGE di llabb architettura per il suo essere "un "cabanon" concepito come spazio minimo, risolto con cura nell'equilibrato ancorché non scontato disegno dei dettagli". Un'indicazione di metodo realizzativo, a prescindere dall'opinabile collocazione del manufatto in un contesto naturale pregevole in quanto privo di tracce antropiche.

Vedi anche → The Hermitage, 12 mq per la contemplazione del paesaggio: il progetto di llabb in Val Trebbia

foto: © Anna Positano, © Gaia Cambiaggi / Studio Campo

Le menzioni speciali della giuria

Sono ben 3 le menzioni speciali di quest'anno, assegnate a progetti differenti sia dal punto di vista tipologico che da quello geografico.

A.I.D.I Accoglienza in dispensa - Mixtura

La prima menzione va al progetto A.I.D.I di Mixtura Studio (Cesare Querci e Maria Grazia Prencipe), selezionato dalla giuria "per aver interpretato un'insolita quanto marginale commessa, conferendo una seppur basica dignità d'immagine a un servizio caritativo di prima necessità in un contesto urbano slabbrato e difficile".

Vedi anche →. AIDi, il padiglione solidale di Mixtura nel cuore della Puglia

foto: © Cesare Querci

Casa zero - Outstudio Architetture

La seconda menzione va invece all'architetto Alberto Giobbi - Outstudio Architetture per la sua Casa Zero a L'Aquila, assegnata "per la radicalità di un recupero edilizio che lavora all'interno di un antico involucro in pietrame, coibentando e rivestendo le pareti, lignei come i solai e la copertura. Si sottolinea la scabra originalità degli interni, lontani da atmosfere patinate".

foto: © Vito Corvasce

Rifugio Passo Santner

La terza menzione speciale della giuria, infine, va di diritto all'iconico RIFUGIO PASSO SANTNER degli architetti Lukas Tammerle e Paul Senoner, selezionato "per la qualità e la coerenza con cui il progetto risponde ad un programma tuttavia non privo di criticità per il delicato contesto paesaggistico in cui si pone, come dimostrano le polemiche che, sul fronte ambientalista, hanno interessato l'intervento. L'architettura dissimula l'ingente cubatura, curando l'attacco a terra e optando per l'archetipica sezione a capanna. Gli spazi interni sono risolti con attenzione e restituiscono, grazie all'uso e al disegno dei dettagli, un'immagine di comfort domestico".

foto: ©Lukas Schaller, ©Fabian Dalpiaz

© RIPRODUZIONE RISERVATA

pubblicato il: