Oneri di urbanizzazione: dal 2018 dovranno puntare al risanamento di periferie e centri storici

Manutenzione e realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, risanamento di periferie e centri storici, interventi di riuso e di rigenerazione e demolizioni di immobili abusivi. Ma anche creazione di nuove aree verdi pubbliche e riqualificazione dell'ambiente e del paesaggio. Dal 1° gennaio 2018 saranno esclusivamente questi gli interventi da poter realizzare con i proventi dei titoli abilitativi e delle sanzioni in materia edilizia, che non potranno più essere utilizzati dai Comuni per "fare cassa". A stabilirlo è un emendamento al disegno di legge di Bilancio 2017 che va nella direzione della lotta al consumo di suolo.

La proposta di emendamento - presentata dagli onorevoli Filiberto Zaratti, Mario Catania, Chiara Braga - è stata approvata e fa parte del testo della manovra 2017 che sta per essere licenziata alla Camera. A Montecitorio, infatti, oggi è stata votata la questione di fiducia posta dal Governo, e lunedì è previsto il voto finale in Aula, poi il testo andrà a Palazzo Madama.

Viene anticipato il contenuto del DDL sul consumo di suolo

L'emendamento al disegno di legge di Bilancio riprende un articolo contenuto nel provvedimento messo a punto con l'intento di frenare il consumo di suolo, da tempo in Parlamento. Un testo licenziato alla Camera e da luglio in corso di esame al Senato. Si tratta, in particolare, dell'articolo 10 del disegno di legge sul consumo di suolo. Articolo che con l'emendamento appena approvato viene trasferito nella manovra 2017.

Abolita la disposizione della finanziaria 2008

Il disegno di legge di Bilancio più che un passo avanti, dà vita ad una rivoluzione. Oltre, infatti, a legare l'uso dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione, dai contributi di costruzione e dalle sanzioni previste dal Testo unico Edilizia, alla realizzazione di precisi interventi di interesse per l'intera collettività, abroga la disposizione - introdotta dalla finanziaria 2008 - che consentiva ai Comuni di utilizzare fino al 50 per cento di quei proventi per il finanziamento di spese correnti, mentre, una quota, non superiore ad un ulteriore 25 per cento, poteva essere indirizzata per spese di manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale.

La norma della finanziaria doveva avere una scadenza, ma leggi - come i consuetudinari Milleproroghe di fine anno - hanno sempre provveduto a mantenere in vita. L'emendamento, pur cancellando la misura prevista dalla finanziaria 2008, fa salve le previsioni di spesa contenute nei bilanci annuali approvati sulla base della norma abrogata.

Tra gli interventi di riqualificazione dell'ambiente rientra anche la prevenzione sismica

Compresi negli interventi di riqualificazione dell'ambiente e del paesaggio, annoverati tra quelli verso i quali le risorse derivanti dai permessi edilizi dovranno essere indirizzate, rientrano anche le opere messe in atto per la prevenzione idrogeologica e sismica, e  per la tutela e la riqualificazione del patrimonio rurale pubblico.

Mariagrazia Barletta

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