Si avvicina al traguardo del cantiere la maxi-operazione di rigenerazione urbana, da 100 milioni di euro, dell'area delle ex Scuderie reali a Tervuren, cittadina a circa 15 minuti da Bruxelles. Il progetto - frutto di un concorso internazionale di progettazione - è di C+S Architects, il noto studio di cui sono titolari Maria Alessandra Segantini e Carlo Cappai, con sedi a Treviso e Londra, attivo in Italia e nel resto dell'Europa, soprattutto in Belgio, e anche in Medio Oriente.

Oltre alla rigenerazione del complesso storico, è prevista la realizzazione di nuovi blocchi residenziali, di servizi e di un articolato spazio pubblico. Il progetto ha ottenuto «il via libera, comprese le autorizzazioni dei Beni monumentali e dell'ente di Tutela del paesaggio», fa sapere lo studio in una breve nota.

Dialogo tra antico e nuovo

Porre in dialogo antico e nuovo è uno dei temi più delicati che il progetto affronta. Tra l'altro lo studio da sempre si interessa «al rapporto con la memoria e l'identità dei luoghi per traghettarli verso il contemporaneo creando un dialogo tra le tecniche del passato e la contemporaneità».

«Con questo progetto di rigenerazione urbana siamo orgogliosi di restituire ai cittadini di Tervuren una parte di città oggi interclusa», continuano gli architetti. «In questo caso - aggiungono - il rapporto tra antico e nuovo è stato risolto grazie all'inserimento di una serie di micro-piazze urbane, interamente pedonali capaci di ricucire i diversi elementi del progetto e reinventare lo spazio pubblico come spazio di gioco, sosta, mercato, svago». 

Il progetto prevede il restauro del complesso storico a forma di ferro di cavallo immerso nel parco secolare che comprende anche il Royal Museum of Central Africa, da poco inaugurato e l'edificio dell'Orangerie, che verranno trasformati in edifici per hospitality con un albergo di lusso per un totale di 108 camere, ristoranti, sale comuni e Spa, aperte anche alla comunità locale, residenze, uffici e servizi.

Punto di partenza per l'individuazione dei punti dove innestare nuovi elementi capaci di generare un processo di ricucitura urbana dei diversi manufatti è stato lo studio della documentazione storica, delle consistenze materiche e dei processi di trasformazione della fabbrica esistente, spiegano ancora gli architetti.

La riproposizione in chiave contemporanea di una piazza sopraelevata rispetto al livello ora esistente, ma presente nelle mappe storiche, ha permesso di celare all'interno le ingombranti volumetrie dei parcheggi e della Spa che, attraverso un nuovo innesto tra il corpo a pianta curvilinea e l'Orangerie, mette in comunicazione i diversi corpi di fabbrica, dando forza alla continuità degli spazi pubblici, vera e propria spina dorsale del progetto.

Sul lato opposto del parco rispetto all'edificio candido dell'Orangerie, si innestano due nuovi volumi residenziali rivestiti in pietra tipo Biancone con coronamento in Blue stone locale, generando ancora un contrasto tra il volume di base e l'elemento di coronamento.

La traduzione in chiave contemporanea di elementi storici 

A chiudere lo spazio pubblico protetto dalla strada carrabile, mediante piccole differenze di quota, è previsto un nuovo blocco che ospita residenze speciali, servizi, uffici e laboratori. La facciata di questo edificio è definita traducendo, in chiave contemporanea, alcuni elementi storici come: il coronamento in scandole (che viene sostituito con lo zinco ossidato al posto dell'ardesia) e le cornici delle finestre (che diventano cornici in elementi cementizi additivati discontinui, con riempimenti in calce rasata di colore bianco).

Lo spazio pubblico e il nuovo sistema di piazze

Dalla piazza sopraelevata si raggiunge il parco con un percorso che si svolge radente il muro storico preesistente. Quest'ultimo viene in parte mantenuto a testimonianza del recinto storico del complesso.

In corrispondenza della porzione di muro demolita viene previsto un piccolo ponte che attraversa il nuovo laghetto proposto come bacino di raccolta delle acque e fonte di energia per il complesso. 

Rivolgendosi verso un'ultima piazzetta più informale, il nuovo edificio residenziale viene attraversato da un sottopasso che lo taglia in corrispondenza del muro del recinto storico, che qui viene nuovamente preservato e racchiude questo spazio di sosta verde. Su di esso si affaccia un ulteriore edificio storico, in mattoni che ospiterà un ristorante e un ultimo blocco residenziale in laterizio nero e rivestimento in zinco brunito, a dialogare a distanza con il primo dei tra innesti.

Sul lato opposto, a chiudere il sistema delle piazze pubbliche, un passaggio attraversa il nuovo complesso alberghiero connettendosi con lo spazio pubblico ovale monumentale all'interno del ferro di cavallo.

di Mariagrazia Barletta

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 CREDITI DEL PROGETTO 

Head designers:

Carlo Cappai, Maria Alessandra Segantini, C+S Architects, Treviso, Londra

Collaboratori:

Matteo Capecci (responsabile di progetto), Alice Cecchini, Davide Grandi Roman Joliy, Tommaso Iaiza, Alessandra Lione, C+S Architects, Treviso, Londra

Architetti locali:

• A33, Lovanio, Belgio,
• DEArchitecten, Tervuren, Belgio

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