Ad Arzignano, vicino Vicenza, rivive il caffè nazionale, uno storico locale inserito nel palazzo costruito nella seconda metà dell'Ottocento su disegno dell'architetto Antonio Caregaro Negrin. Il progetto di recupero è dello studio AMAA fondato da Marcello Galiotto e Alessandra Rampazzo, che ha pensato ad un intervento che punta a definire un rapporto diretto con la città e il suo spazio pubblico.
Il progetto dello studio, con sedi a Venezia, a Arzignano e a New York, valorizza le tracce storiche stabilendovi un rapporto creativo. Più nel dettaglio, nella sala principale i frammenti di memoria sono messi in risalto da un'originale parete semi-trasparente che, come un apparato scenico, guida lo sguardo verso la retrostante corte interna definita come un giardino di betulle. Si enfatizza il concetto di attraversamento, creando una relazione visiva con la piazza e il porticato, guidando poi lo sguardo verso la corte interna.
Tutto ciò avviene nell'ambiente principale del caffè nel quale coesistono lacerti di diversi interventi storici.
Fotografia di © Mikael Olsson
Questo spazio, come si diceva, pone al centro il tema delle quinte sceniche, amplificando l'idea di attraversamento già suggerita dall'ingresso. «Le tracce storiche - spiegano allo studio AMAA - suggeriscono una profondità quasi indefinita che il progetto enfatizza attraverso la disposizione di una parete, concepita come una sorta di sipario e realizzata con fogli in lamiera inox piegata e forata. Le trasparenze di questa parete rivelano in modo quasi illusorio le forme dei grandi archi rivolti verso la corte interna. Manifesti temporanei dell'artista Stefan Marx, incollati e illuminati dietro alla quinta plissettata, riecheggiano le affiche teatrali da belle époque e entrano a far parte del palinsesto e dell'artificio scenico della sala».
Fotografia di © Mikael Olsson
L'accesso al bar avviene dal centro dell'ala porticata. Qui, la porta di ingresso è l'unica chiusura che affaccia sulla piazza a non essere trasparente. Realizzata a bilico in ferro brunito, ha una forma diamantata visibile sia all'esterno sia all'interno. La maniglia è in marmo serpentino verde della Valmalenco, modellata su disegno dell'artista Nero/ Alessandro Neretti.
Dalla collaborazione con l'artista nasce anche il sistema integrato di tavolini e panche in legno. «Le sedute - fanno sapere gli architetti - si ispirano a quelle della metropolitana newyorkese ma anche all'opera di Donald Judd». Il confronto tra gli elementi storici recuperati e gli interventi che ridisegnano e riorganizzano lo spazio è diffuso in tutto il caffè nazionale, così come gli episodi lasciati deliberatamente incompiuti. In questi brani lasciati in evidenza la temporalità del cantiere, della costruzione, sembra quasi sospesa.
«Il progetto di caffè nazionale - proseguono gli architetti - è un'opera vivente che si impossessa dei materiali esistenti e delle loro storie per dare luogo a una nuova architettura». Un elegante pavimento a mosaico policromo fa da contrappunto ad un imponente soffitto a cassettoni realizzato in legno multistrato che assolve anche alle esigenze illuminotecniche e acustiche.
Adiacente alla sala principale, dietro alla parete in acciaio traforato che incorpora una grande porta a bilico, si apre un vestibolo: un luogo di decompressione e di mediazione nel quale si realizza una relazione imprevista tra l'interno del locale e lo spazio quasi metafisico del giardino di betulle.
«Le azioni di restauro delle superfici decorate, ritrovate al di sotto delle contro pareti tecniche aggiunte in decenni di attività precedenti - spiega ancora lo studio in una nota -, rispondono alla volontà di trasferire quanto pervenuto sino ai giorni nostri nella loro onesta veste consunta e talvolta compromessa: il consolidamento dà atto del passaggio del tempo e arricchisce le stanze di una materia scabra e imperfetta che ha a che fare con l'idea di non finito e di continua evoluzione di ogni elemento. Allo stesso modo, le nuove partizioni funzionali dei servizi e dei vani tecnici rispondono alla medesima volontà di disvelare la tecnica costruttiva e le sue parti nonché il processo di realizzazione, bloccato in quella fase in cui ciascun elemento è ancora riconoscibile e non simula un significato altro».
Fotografia di © Simone Bossi
Fotografia di © Simone Bossi
Fotografia di © Mikael Olsson
Fotografia di © Simone Bossi
Fotografia di © Simone Bossi
Fotografia di © Simone Bossi
Fotografia di © Simone Bossi
Fotografia di © Simone Bossi
Fotografia di © Simone Bossi
Fotografia di © Simone Bossi
Fotografia di © Mikael Olsson
Fotografia di © Mikael Olsson
Fotografia di © Mikael Olsson
Fotografia di © Mikael Olsson
Fotografia di © Mikael Olsson
Crediti del progetto Caffè Nazionale
Committente: MAM Srl (Marco Mettifogo - Andrea Poli - Marcello Galiotto); Comune di Arzignano
Luogo: Arzignano (Vicenza)
Progetto di: AMAA Collaborative Architecture Office For Research And Development www.amaa.studio Instagram: @amaa_office
Responsabile di progetto: Marcello Galiotto
Gestione progetto: Francesca Fasiol
Team di progettazione: Marcello Galiotto, Francesca Fasiol, Eleonora Folli, Virna Rossetto
Modelli: Mara Tirapelle
Consulenti
Progetto delle strutture: Simone Michelotti
Progetto antincendio e ingegneria elettrica: Nicola Rosa
Ingegneria meccanica: Riccardo D'Alessandro
Coordinatore della sicurezza: Simone Michelotti
Progetto acustico: Luca Dal Cengio
Collaborazioni
Identity e graphic design: Studio MUT
Graphic artist: Stefan Marx
Artista e mock-up maker: Nero / Alessandro Neretti
Dress code e dettagli: Ottavia Mettifogo
Agenzia di comunicazione: BlaaUniverse
Direzione lavori: AMAA Collaborative Architecture Office For Research And Development
Marcello Galiotto, Alessandra Rampazzo, Francesca Fasiol
Impresa edile: Moredile di Morabito Massimo Casillo Srl
Altre imprese: Idraulici: LO.GI.T. Termoidraulica Snc | Elettricisti: Eletroimpianti di Nogarole Srl | Sistemi antifurti anti-intrusione: Falle Antifurti Srl | Contractor arredi e luci: Operae Interiors
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