Il tempo, la terra e il vino in un progetto di architettura contemporanea: è questa la Cantina Villa Saletta di Rossiprodi Associati, un intervento che, attraverso le forme architettoniche, reinterpreta il paesaggio agricolo della campagna pisana a partire dalla trasformazione di alcuni volumi esistenti degli anni '80.
Il progetto ridefinisce il carattere dell'edificio, mantenendo ben saldo il legame con il territorio, dando forma a un complesso produttivo e d'accoglienza che fonde funzionalità, sostenibilità e una poetica materica che dialoga in modo continuo con il paesaggio.
La cantina diventa così un teatro del fare, il percorso del visitatore si intreccia con quello delle uve, convertendo ogni fase produttiva in un racconto e, come fosse una scenografia, vignaioli e operai diventano attori protagonisti.
Come nel vino, dove il processo è tanto importante quanto il risultato, anche l'architettura qui celebra la trasformazione, rendendo visibile ciò che solitamente rimane nascosto.
Qui il territorio non è soltanto sfondo o risorsa produttiva, ma diventa materia stessa del progetto, contribuendo a costruire un racconto coerente e poetico del rapporto tra uomo, lavoro e paesaggio.
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foto: courtesy of ©Rossiprodi Associati
Spazi teatrali dentro una cantina
Le diverse funzioni della cantina si articolano su un'unica grande piattaforma operativa, pensata come spazio condiviso per la produzione e per l'accoglienza. È qui che, in modo chiaro e sequenziale, si sviluppa l'intero ciclo enologico: dalla cernita alla vinificazione, dallo stoccaggio all'affinamento, fino al confezionamento.
L'organizzazione razionale dei processi garantisce efficienza e continuità operativa ma, allo stesso tempo, trasforma il lavoro in una scena visibile per i visitatori che, oltre alla visita dell'architettura, offre un'esperienza immersiva che unisce percezione, conoscenza e cultura del vino.
Emergendo dalla piattaforma, i volumi - dalle geometrie semplici e concreti - si aprono in tagli, varchi e inquadrature che giocano con il paesaggio, dando all'architettura il ruolo di dispositivo di relazione, capace di tessere un legame fisico e simbolico tra produzione e territorio, strumenti da lavoro prima ancora che forme architettoniche.

foto: courtesy of ©Rossiprodi Associati
Le facciate, rivestite in lamiere stirate di acciaio corten montate a secco, sono lasciate libere di evolvere nel tempo, con la patina naturale, sensibile alle variazioni stagionali e climatiche che richiama il colore della terra e il processo trasformativo della materia, restituendo superfici vive, vibranti, segnate da sfumature che evocano le trame dei campi coltivati circostanti.
Elementi in sughero completano il disegno materico, impiegati per le svasature delle aperture, per alcuni rivestimenti interni e in parte come cappotto termico, un materiale scelto perché introduce una componente tattile e cromatica calda, capace di richiamare il mondo agricolo e il paesaggio rurale, rafforzando l'identità del luogo.
Dal punto di vista tecnico-funzionale, il progetto punta a un elevato miglioramento energetico e ambientale: l'involucro ad alte prestazioni garantisce un microclima ottimale per i processi enologici, riduce i consumi e migliora la qualità degli ambienti interni.
Le fotografie








Crediti del progetto
Nome progetto: Cantina Villa Saletta
Progettista: Rossiprodi Associati
Anno di completamento: 2017
Luogo: Pisa, Italia
Costo: 1.000.000 euro
Committente: Villa Saletta
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