Una ferrovia dismessa palcoscenico dell’arte a Parigi. I vincitori di “Epaus”

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Perrin Morgane e Annabelle Roche, con il loro progetto di conversione di un’antica linea ferroviaria parigina, in un itinerario di arte e spettacoli, si classificano al primo posto al concorso “Epaus” organizzato dalla piattaforma spagnola Opengap. La sfida lanciata da Opengap, e accolta dai partecipanti, consisteva nella progettazione di spazi pubblici innovativi, capaci di ospitare attività relazionate con l’arte urbana e di favorire un clima creativo, adatto all’apprendimento e alla diffusione di diverse forme espressive.

I luoghi progettati dovevano essere di sostegno ad una cultura urbana alternativa e allo stesso tempo fondere l’uso pubblico degli spazi con l’espressione artistica, senza ricorrere a soluzioni architettoniche tradizionali. Ciascun partecipante ha scelto il contesto urbano in cui collocare il proprio progetto, spiegando poi nella proposta i motivi della scelta ed il modo in cui il progetto interagisce con il luogo.

La giuria composta dagli architetti: Axel Arañó, Frida Escobedo e Nicolás Vazquezgo ha così decretato i vincitori.

Al primo posto

Perrin Morgane, Annabelle Roche (Francia)

Il progetto si colloca ne “La petit Ceinture”: un’antica ferrovia chiusa al traffico dal 1934 che ancora circonda Parigi ma che fu poi sostituita dall’affollata “Ring Road”. La linea ferroviaria ha una lunghezza di 23 chilometri cui si aggiunge un tratto di un’altra dozzina di chilometri, costituito da binari dismessi. Il progetto invita gli abitanti, gli escursionisti e i viaggiatori ad abbandonare la rete metropolitana parigina per un più lento e poetico percorso, dove ciascuna stazione diventa un evento più che una semplice destinazione geografica.

Laboratori di spettacolo trovano posto sopra le banchine collegate al vecchio treno, dove gli utenti possono anche fare un break e allietarsi con delle degustazioni. Artisti, ballerini e musicisti si appropriano di ogni spazio per ravvivare l’itinerario che diventa un palcoscenico ma anche una fonte di ispirazione.

Al secondo posto

Lydia García Recuero, Chenta Tsai Tseng, Laura Riquelme, Andrea Calvo López (Spagna e Taiwan)

38° Corea è il titolo della proposta: un manifesto contro i conflitti tra due paesi lungo il cosiddetto confine DMZ costituito da 250 chilometri circondati da mine e da barricate militari. Usando l’architettura e l’arte urbana come uno strumento socio-politico, il progetto intende valutare la loro capacità di influenzare un contesto sociale e di dare un nuovo senso al confine.

 

La proposta architettonica opera sull’ambiente trasformando i presidi militari in spazi funzionali che si dilatano oltre il confine. Pertanto l’intervento diventa uno spazio improvvisato, creato dagli stessi abitanti che a loro modo interpretano il luogo.

Al terzo posto

Fatima Gholizadeh (Regno Unito)

Lo scopo della proposta è animare lo scheletro di una torre residenziale alta 22 piani, parte della “Banchina delle regate” nel porto della cittadina inglese di Ipswich. La proposta consiste nel creare dei giardini verticali a tema: il “giardino della memoria”, il “giardino delle sculture in movimento”, il “giardino degli uccelli” etc..

Il progetto preserva la struttura esistente, anche se propone di rimuovere alcune strutture per creare spazi a doppia e tripla altezza. Una scala in legno viene immaginata al centro del vano ascensore del vecchio parcheggio con la funzione di condurre i visitatori dalle banchine al tetto dove si trova il “Memorial garden”. La scala di 320 gradini permette ai visitatori di ammirare opere d’arte e di assistere a spettacoli mentre si cammina. Lo scheletro di cemento è immaginato parzialmente coperto da graffiti con funzione estetica ma anche pratica. Realizzati da artisti, possono anche funzionare anche da schermatura per le facciate.

Nel rudere trovano posto anche laboratori per artisti ed un mercato a tre piani dove essi possono vendere i loro lavori, godendo di uno spazio suggestivo e di una bella vista sul porto.

Galleria dei progetti vincitori e menzionatiwww.opengap.net

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