Carlo Ratti Associati e Italo Rota svelano MEET: centro milanese per l'arte digitale

Ratti: «In questo momento è fondamentale utilizzare l'architettura per produrre momenti di serendipità»

Apre a Milano il 31 ottobre MEET: il nuovo centro per la cultura digitale e la tecnologia creativa progettato dallo studio CRA- Carlo Ratti Associati con Italo Rota. Gli spazi, ospitati all'interno di un edificio di inizio Novecento (ampliato su progetto di Gae Aulenti), in zona Porta Venezia, ruotano intorno ad una sorta di piazza verticale alta 15 metri, attraversata dalla grande «scala abitata». Fulcro del nuovo centro, la sua funzione va ben al di là del collegamento verticale, potendo essere utilizzata, all'occorrenza, anche come un'area di lavoro, un piccolo teatro o uno spazio per meeting.

Lo sede del digital arts center è nell''ex Spazio Oberdan che Fondazione Cariplo ha acquisito dalla Città Metropolitana di Milano. Si tratta di un laboratorio creativo, di un centro internazionale di cultura digitale fondato da Meet the Media Guru (piattaforma di pensieri, idee ed eventi incentrati sull'innovazione e la tecnologia digitale) con il supporto di Fondazione Cariplo.

La piazza verticale, fotografia © Michele Nastasi

Ingresso, fotografia © Michele Nastasi

Il centro si configura come una new media factory, in cui la tecnologia è intesa come risorsa per la creatività delle persone. MEET è dunque uno spazio fisico, ed anche virtuale, di produzione e disseminazione di eventi, mostre, masterclass e digital experience. Al suo interno è stata realizzata una «Immersive Room», dotata di 15 proiettori che offrono immagini estremamente luminose in 4K, c'è poi il «Creative Studio» dedicato all'editing audio e video. Ad ancora: la «Gallery» composta da sale espositive con pareti mobili e riconfigurabili. Al secondo piano si trovano la «Team Area» e «Lab Area», rispettivamente zone di lavoro e formazione.

Completano gli spazi: un caffè, un auditorium riconfigurabile e un cinema gestito in collaborazione con la Cineteca Italiana.

La Immersive Room, fotografia © Michele Nastasi

Un passaggio interno, fotografia © Michele Nastasi

In che modo l'architettura può favorire incontri inaspettati tra le persone? È questo il principale tema di indagine su cui si è concentrato il progetto. L'incontro inaspettato, impossibile da ottenere nel mondo digitale, è incoraggiato dall'ibridazione delle funzioni, che si concretizza nella possibilità, per ciascuno spazio, di ospitare diverse attività. Un concetto estremizzato nella configurazione della «piazza verticale» ma che si estende a tutto il centro.

Il teatro, fotografie © Michele Nastasi

«Qual è il ruolo dello spazio fisico in un mondo digitale? Oggi continuiamo a vivere e lavorare nell'isolamento indotto dalla pandemia, dove quasi tutto può essere fatto online. In questo momento è fondamentale utilizzare l'architettura per produrre momenti di serendipità ed aiutare a promuovere nuove connessioni, proprio quelle che si verificano raramente sul Web», afferma Carlo Ratti, fondatore di CRA e professore al Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston.

La piazza verticale, fotografia © Michele Nastasi

«Un modo per raggiungere questo obiettivo - aggiunge, concludendo - è superare qualsiasi rigida divisione delle funzioni spaziali. Quando ogni luogo può servire a molteplici scopi, riunisce più comunità, facilitando la generazione e la circolazione di nuove idee».

di Mariagrazia Barletta

CREDITI DEL PROGETTO

MEET Digital Culture Center
A project by CRA Carlo Ratti Associati
Creative consultancy: Italo Rota CRA

Team: Carlo Ratti, Andrea Cassi (project manager), Chiara Morandini, Valentina Grasso, Luca Giacolini, Serena Giardina, Aurora Maggio, Anna Morani, Matteo Zerbi, Aunie Frisch, Andrea Galli, Oliver Kazimir, Gerolamo Gnecchi Rusconi, Alessandro Tassinari

Execution: Studio Del Giacco
Structural design: INGEMBP
Acoustic consultancy: Onleco
Audio-video technologies: Audviser

The Digital Culture Center is powered by Artemide and Mediatrade
With the support of Fondazione Cariplo

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