Il tema del cantiere e del restauro è sicuramente uno dei punti chiave di questa 19. Mostra internazionale di Architettura.
A balzare agli occhi dei visitatori - oltre a padiglioni come la Danimarca, che hanno trasformato il restyling in concept di progetto - è sicuramente la chiusura del Padiglione Centrale, punto di riferimento, nonché icona da fotografare per annunciare l'arrivo e l'ingresso in Biennale.
Cosa sta succedendo dietro quella grande facciata bianca che ne copre le iconiche sembianze?
Nel Padiglione è oggi in corso il più grande intervento di riqualificazione, restauro ed efficientamento energetico mai realizzato dalla sua apertura. Il progetto, sviluppato a partire dal 2020 (quando la pandemia bloccò lo svolgimento della manifestazione) vedrà un investimento lavori di circa 31 milioni di euro, da realizzare grazie ai fondi del PNRR.
L'obiettivo? "Il rafforzamento delle sedi in uso a La Biennale secondo i principi di digitalizzazione, innovazione, cultura e turismo".
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Il progetto di restauro del Padiglione centrale
Il grande intervento è orientato al consolidamento strutturale e alla conservazione delle caratteristiche architettoniche dello storico padiglione realizzato nel 1894 su progetto di Enrico Trevisanato, ma prevede soprattutto un nuovo assetto distributivo più flessibile e adatto ad ospitare un gran numero di manifestazioni e mostre temporanee, seguendo i principi di sostenibilità ed efficienza energetica.
Tra le operazioni in corso vi è anche il restauro e la messa in luce degli apparati decorativi della Sala Ottagona, che saranno riportati all'aspetto originario del 1909, anno dell'inaugurazione delle decorazioni della cupola di Galileo Chini.
A questo - si legge nella nota dell'assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto - si aggiunge "il rifacimento della pavimentazione altamente deteriorata, riproponendo la finitura originaria in terrazzo alla veneziana".
Secondo il cronoprogramma, il Padiglione sarà pronto per la 61. Esposizione Internazionale d'Arte 2026. Nel frattempo, un progetto curato dal Politecnico di Torino ne racconta il dietro le quinte.
fonti
- labiennale.org
- live.comune.venezia.it
foto: © Elisa Scapicchio
Constructing La Biennale. Il progetto speciale del Dipartimento di Architettura e Design-DAD - Politecnico di Torino
Chi, meglio del Politecnico di Torino, poteva raccontare l'iter pre-Biennale curata proprio da un torinese come Carlo Ratti?
Il progetto elaborato dall'istituzione universitaria nasce dalla volontà di aiutare i visitatori a comprendere la complessità di eventi di questa portata a partire dai dati raccolti ed elaborati sulla storia della manifestazione. Al centro dell'installazione viene posto il processo curatoriale come impresa collaborativa, in risposta alla richiesta di intelligenza collettiva citata proprio da Ratti.
Seguendo il lavoro del team di lavoro e utilizzando sia big-data che strumenti etnografici, l'allestimento temporaneo dal titolo "Constructing La Biennale" prevede una controfacciata che accoglie i visitatori con una nuvola di punti larga 30 metri, tracciandone la storia dal 1974 al 2023.
I nodi rappresentano progettisti e collaboratori raggruppati in forma di collettivo, mentre tramite i colori si ottiene una rappresentazione del modo in cui le idee riaffiorano nel tempo, costituendo una narrazione sul progetto di architettura contemporaneo attraverso un cluster di dati, mappe e diagrammi che riassumono l'intricata ecologia della manifestazione.
L'altra parete di 23 metri offre invece la visualizzazione critica del processo della mostra di quest'anno Intelligens. Natural. Artificial. Collective, con un ventaglio delle proposte e dei progetti selezionati, approfondito dal punto di vista etnografico. Qui, attraverso interviste e filmati, trovano spazio il team curatoriale e i tanti altri attori che stanno contribuendo a questa edizione, dando vita all'inedita rappresentazione di una rete complessa di persone, opere e temi che si sono coagulati, stratificati (o dissipati) nel tempo.
"Il nostro progetto - spiega il professor Michele Bonino, direttore del DAD, a nome del gruppo di lavoro - prevede la realizzazione di una nuova facciata che avvolge quella in restauro, facendo da supporto alla narrazione del processo curatoriale per diagrammi, mappe, film e fumetti: il "grande cantiere" della Biennale si sovrappone, lasciandolo intravedere, a quello delle opere di restauro del suo luogo più iconico."
La storia del Padiglione Centrale: dalla costruzione al restauro
Commissionato dalla municipalità veneziana, il Palazzo delle Esposizioni ai Giardini, venne realizzato nel 1894 per ospitare la prima Biennale, che si sarebbe svolta l'anno successivo. L'edificio, inizialmente chiamato "Pro Arte", venne progettato da Enrico Trevisanato, con la facciata liberty disegnata da Marius De Maria e Bartolomeo Bezzi.
Fino al 1905 fu questo l'edificio ad ospitare la grande mostra, con le esposizioni degli artisti di ogni Paese concentrate e senza divisioni. Ma il grande successo ella manifestazione portò ad incoraggiare i Paesi esteri a costruire il proprio padiglione personale, con il Belgio primo ad accogliere la proposta nel 1907, poi seguito dai successivi 27.
Nel corso dei decenni il Palazzo centrale subì numerose addizioni e trasformazioni, ospitando interventi, tra gli altri, di Ernesto Basile (ingresso 1905), Galileo Chini (decorazioni 1907-1909), Guido Cirilli (facciata 1914), Gio Ponti (Rotonda 1928). Fu il 1932 a segnare l'anno chiave per la trasformazione ufficiale in Padiglione Italia, con il disegno della facciata di Duilio Torres.
Dal 1948 (e fino al 1972) iniziò la diretta collaborazione di Carlo Scarpa con la Biennale, che ha generato negli anni una lunga serie di importanti progetti e realizzazioni, il più noto dei quali fu il Giardino delle Sculture realizzato nel 1952, a cui seguì, nel 1968, il soppalco del salone centrale del Padiglione che raddoppiò la superficie espositiva.
Nel 1977, invece, venne realizzato l'Auditorium di Valeriano Pastor, destinato alla Municipalità e ora trasformato in Biblioteca. Nel 2009 lo storico Padiglione Centrale ai Giardini è diventato una struttura polifunzionale e versatile di 3.500 mq, fulcro di attività permanenti e punto di riferimento per gli altri Padiglioni ai Giardini, completato nel 2011 con la riorganizzazione degli spazi espositivi e dell'atrio d'ingresso. Fino al restauro in corso, che consentirà nuovamente l'accesso nel 2026.
Biennale Architettura 2021 | foto d'archivio: © Elisa Scapicchio
19. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA - LA BIENNALE DI VENEZIA
"Intelligens. Natural. Artificial. Collective" a cura di Carlo Ratti
10 maggio - 23 novembre 2025
info e sedi → labiennale.org
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