Se il professionista ha cartelle esattoriali da pagare di importo entro i 5mila euro, la pubblica amministrazione, al momento del pagamento del compenso, decurta da quanto dovuto le somme iscritte a ruolo. Potrebbe risolversi così la questione del blocco dei pagamenti ai professionisti che hanno debiti fiscali o contributivi.
Il riferimento è alla criticata disposizione, inserita nel Ddl di Bilancio 2026, secondo cui la pubblica amministrazione non dovrebbe pagare il professionista che non è in regola con gli obblighi fiscali e contributivi. Una misura che aveva sconvolto il mondo delle professioni, con il Consiglio nazionale forense che aveva subito additato la norma come «vessatoria e discriminatoria nei confronti dei liberi professionisti, con effetti potenzialmente paralizzanti per lo svolgimento dell'attività professionale».
«Un meccanismo che, anche in presenza di irregolarità minime o meramente formali - come il mancato versamento della tassa di circolazione autoveicoli, di un contributo previdenziale o di una semplice contravvenzione - potrebbe comportare il blocco dei pagamenti dovuti», aveva spiegato Francesco Greco, presidente del Consiglio nazionale forense.
Il mondo delle professioni aveva chiesto l'eliminazione di tale misura. Emendamenti in tal senso sono stati presentati, ma pare non faranno strada. È il caso dell'emendamento presentato da Nicola Calandrini (FdI), presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, che inizialmente proponeva la soppressione della disposizione. Il testo di quell'emendamento è stato riformulato e sarà votato nei prossimi giorni.
Il testo ora propone una soluzione di equilibrio tra la disposizione inserita dal governo nel Ddl e la proposta di cancellazione della stessa. Più nel dettaglio, si prevede che la Pa faccia le sue verifiche e nel caso in cui il professionista abbia cartelle al di sotto dei 5mila euro, al compenso dovuto venga sottratto l'importo della cartella esattoriale. A tal fine il professionista allega alla fattura elettronica l'estratto ruolo dell'Agenzia delle Entrate Riscossione.
Attualmente - va ricordato - in caso di debiti con l'erario inferiori a 5mila euro, la Pa paga il professionista; mentre se le cartelle superano tale cifra, allora è previsto il blocco dei pagamenti.
Il testo dell'emendamento al Ddl Bilancio 2026
129.82 (testo 2) Calandrini, Mennuni, Gelmetti Sostituire il comma 10 con il seguente: "All'articolo 48-bis del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602 dopo il comma 1-bis è aggiunto il seguente: "1- ter. Per le somme dovute a titolo di compensi professionali agli esercenti arti e professioni di cui all'art. 53 del Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, non trova applicazione il limite di cinquemila euro di cui al comma 1. Nel caso di importi iscritti a ruolo aventi ad oggetto tributi erariali i soggetti di cui al comma 1 non procedono ad effettuare il relativo pagamento entro il limite dell'importo iscritto a ruolo. Al fine di consentire la verifica di cui al comma 1 il libero professionista allega alla fattura elettronica di cui all'articolo 21 del Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 l'estratto ruolo dell'Agenzia delle Entrate Riscossione."
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